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LA EX-CASERMA PIAVE E LA L'EDILIZIA PUBBLICA ?SOCIALE?

Flavio Zambelli

Siamo nel giugno 2010 e i destini della ex-Caserma Piave sono ancora del tutto incerti e non si ? ancora arrivati ad una conclusione degna di questo nome. Dagli ultimi 10 anni ad oggi si sono susseguite una serie interminabile di proposte, alcune di difficile fattibilit? e realizzazione. Qualcuno chiedeva di realizzarci una scuola di cinematografia; una specie di distaccamento di Cinecitt? a Orvieto. Il Cinema italiano ? in un momento di grande ristrettezza economica; vengono spesso tagliate alcune strutture esterne per vie della mancanza di fondi; figurarsi se vengono ad aprire una struttura enorme ad Orvieto. Poi Gianni Alemanno, quando era ministro delle Politiche agricole e forestali voleva portare ad Orvieto una scuola di Agricoltura. Anche questa soluzione per la Piave ? rimasta nel cassetto, o...nel libro dei sogni ..fate voi. In ogni caso la miglior scuola di agricoltura possibile, e io credo di saperne qualcosa, ? quella che si studia con l'esperienza diretta nei campi supportata dai manuali e dai tecnici, non dentro mega-strutture ex-militari.Poi si ? arrivati al progetto di un grande albergo, che doveva sostenere il turismo congressuale. Questa proposta poteva anche avere una sua logica . Ma necessitava di un'ampia collaborazione con gli albergatori locali, e non fatta contro i loro interessi. Poi ? chiaro che il turismo congressuale deve aumentare quantitativamente, altrimenti rischiavamo di avere un mega-albergo con molte camere vuote. E poi via via si ? proposto:una scuola di artigianato e ceramica; un mega-parco con giardino, una sede del Ministero dell'ambiente. Tutte belle proposte, ma realisticamente difficili. L'unica certezza che abbiamo ? che i militari della caserma Piave rappresentavano una fonte di ricchezza e di indotto per le attivit? turistico-commerciali orvietane; e la sua chiusura ha ammazzato l'economia orvietana. Credo  la strada che porter? alla fine della vicenda sia gi? delineata. Si faranno degli uffici distaccati del Comune, della A.S.L, e di altri enti di governo locale. Altre stanze verranno riservate alle aule scolastiche per quelle scuole in fase di ristrutturazione...vedi Liceo Classico per esempio. Quindi una soluzione certamente "minimalista" per gli interessi della Citt?, ma bisogna fare i conti con il pragmatismo della situazione reale..Una quantit? pur limitata e contenuta degli immobili della ex-caserma Piave potrebbe essere destinata alle nuove forme di edilizia pubblica sociale per aiutare le famiglie di disoccupati o con redditi  nella soglia di povert?, che non arrivano alla fine del mese. Sul modello gi? inaugurato dal Comune di Baschi, con il Mutuo sociale, cio? un mutuo che non supera una soglia minima dell'imponibile delle famiglie disagiate, e comunque a interessi 0; una proposta avanzata e condivisa dal mondo cattolico, da sempre attento a contemperare le esigenze giuste e condivisibili del libero mercato, con quelle della solidariet? sociale. Ad essere sinceri anche alcuni gruppi di estrema destra hanno fatto loro questa proposta. Certamente bisogna mettere dei paletti all'assegnazione delle case: devono essere cittadini del comprensorio orvietano, italiani ma anche extra-comunitari con tutti i permessi in regola; e poi deve riguardare, ripeto, una quantit? limitata degli immobili della ex-Caserma. Altrimenti rischieremmo di trasformare Piazza Cahen, in una periferia di Roma, con tutto il degrado che ne consegue. Siamo ai primi  di  giugno 2010, la questione Piave non ? risolta, il Bilancio 2010 non ? ancora approvato, i debiti del passato sono ingenti, il Tibunale e la Stazione di Orvieto sono a rischio soppressione. Ricorre in questi giorni l'Anniversario del massacro degli studenti di Piazza Tienanmen a Pechino. Era il 1989, l'anno che cambi? la Storia contemporanea. Ricordo l'immagine, scolpita nelle fotografie , di quel ragazzo che da solo si mise davanti ai carri armati dell'esercito cinese, per fermarli. Qui a Orvieto, serve qualcuno che, metaforicamente, fermi i carri armati della "partitocrazia". La stessa "partitocrazia" che  ha portato la Citt?  alla drammatica situazione attuale.

Pubblicato il: 07/06/2010

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