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Quo vadis , Pd delle mie brame?

Mario Tiberi

Ho letto attentamente e riletto intensamente il commento di Monica Riccio, valente giornalista di Orvietonews, alla nota che il consigliere comunale Marco Moscetti ha voluto dedicare ad una succinta disamina delle cause dello iato tra popolo e politica.

Per quello di cui ho conoscenza, posso senz?altro affermare che Marco ? persona perbene, ottimo padre di famiglia, onesto lavoratore, potenzialmente in grado di saper onorare appieno il ?civile officium? di pubblico amministratore. Dovrebbe, per?, rendersi pi? autonomo da stereotipati meccanismi imbavaglianti ed avere maggiore coraggio nel denunciare le discrasie esistenti tra etica ed esercizio del potere politico.

Ad esempio, nel citare la recente conferenza sui temi di cui sopra ha dimenticato, forse per fretta espositiva, di accennare all?intervento di chi Vi scrive e al quale il professor Bracco ha replicato per sottolinearne l?incisivit? dialettica, la sostanza di contenuto e la lucidit? dell?analisi nel porre a diametrale confronto il bene generale opponendolo all?interesse privato.

E? lo stesso prof. Bracco che, dopo aver sposato la causa della auspicata prevalenza culturale delle nuove generazioni per la loro freschezza d?intelletto rispetto alla opacit? delle pi? anziane, non ha avuto particolari remore, ?absit iniuria verbis?, prima ad essere componente di un listino regionale a carattere parafamiliare e, poi, assessore di una Giunta esecutiva i cui limiti di rappresentanza plurale sono universalmente noti.

Non ? questa la strada maestra, invocata dal popolo democratico, il quale pretende esempi visibili di virtuosa conseguenzialit? tra le espressioni verbali e i fatti concreti per non annichilire il codice etico e vederlo trasformato, perdonandomi il gioco di parole, in ?codice etilico?, ispiratore di coscienze ebbre di solo potere spicciolo e fine a se stesso.

Volendo ritornare all?incipit iniziale, mi preme rimarcare il passaggio che reputo il pi? significativo di tutta la gi? edita digressione. Afferma la signora Riccio: ??non ? possibile, non ? pi? possibile che la politica non sappia e non si accorga di come e cosa mangia, se mangia, la gente comune...?.

Quel ?se mangia? ? ponderoso alla pari di un ciclopico macigno, ma la penna che l?ha scritto ? stata lieve e tagliente al tempo stesso e, ne sono certo, l?autrice non voleva solo riferirsi al pane materiale ma, vieppi?, al pane dello Spirito che deve essere impastato di rigore morale, dirittura intellettuale e probit? di intenti.

A Monica Riccio e a tutti i colui e le colei che hanno prioritaria in assoluto una societ? pi? libera e pi? giusta, mi sento di rivolgere un accorato appello a mai indietreggiare ed, anzi, a farsi avanti, a partecipare in prima persona alla vita pubblica, a lasciare segni pregnanti del loro impegno e del loro spirito di servizio.

Si potr? cos?, e solo cos?, fornire anche risposta al ?Quo vadis?? che volutamente ho limitato al PD, ma che ognuno pu? estendere a suo piacimento alle realt? che gli ? dato di vivere.

Pubblicato il: 06/06/2010

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