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L?ONORABILITA? DEL PATTO

Massimo Gnagnarini, UDC

Orvieto possiede un'identit? propria che ovviamente non inizia e non finisce con il comune. La citt? ? un luogo pi? ampio e per fortuna pi? ricco di risorse sia umane che  economiche e dove coesistono certo i bisogni, ma anche gli interessi e perfino le ambizioni dei singoli cittadini.

Ricondurre a un mero programma politico-amministrativo l'aspettativa e la definizione  del bene comune non ? inutile a condizione di non ostacolare quel sano pragmatismo che, oggi pi? che mai, deve accompagnare l'azione di chi svolge  compiti e ruoli pubblici.

Cosa deve fare allora il comune per promuovere il bene della Citt? e dei suoi abitanti ? :

Tenere in ordine i propri conti, assicurare una urbanistica gradevole e funzionale, gestire in modo ineccepibile i servizi e agevolare le attivit? dei cittadini e di chi desidera investire nella citt?.

Non ? poco  ma,   anche se a taluni potr? sembrare banale e non esaustivo di tutte le corde e le pulsioni che possono animare la passione politica,  la vera eccellenza sta tutta qui.

Questo non significa rinunciare a una visione della citt? e del suo divenire, anzi! Ma non ci si pu? certo predisporre indossando gli occhiali della sinistra piuttosto che quelli della destra  per esercitare l'intelligenza necessaria a questo scopo. Il compito della politica ? allargare le opzioni, coinvolgere la cosiddetta societ? civile, suscitare interesse, coinvolgere ed accogliere attorno a un'idea, a una sfida,  stabilire un traguardo e cooperare per raggiungerli. Se ?Orvieto Progetto per il Futuro? non rimanesse, e non deve rimanere, un mero slogan elettorale, si tratterebbe di una opzione  seria e utile che da sola meriterebbe di stringere un vero ?Patto per Orvieto?.

Naturalmente ci vuole una forte leadership per mettere in movimento tutto ci? che ? necessario. Una forte leadership non ? qualcosa che si possa rivendicare  o si possa negare . La leadership o ce l'hai o non ce l'hai. Toni Concina, il sindaco, ce l'ha e credo che in occasione del voto prossimo sul bilancio egli  debba esercitarla distinguendo tra i voti che potr? contare e quelli che invece dovr? pesare.

Guai se lo facesse lasciando spazio e rilegittimando il vecchio armamentario delle ideologie o di altre non meno fuorvianti sofisticatezze del passato appositamente coniate per questa citt?.

In effetti, cos? come non esiste una ?orvietanit?? da cui deriverebbero soluzioni originali e liberali non esiste neppure una ?antiorvietanit?? dirigistica e riformista. Sono e restano, queste, una  doppia illusione che tuttora affascina una cospicua aliquota di protagonisti della politica locale i quali stentano a liberarsi  definitivamente dalla  subcultura di un linguaggio politico morto.

Se ne pu? avere nitida conferma osservando l'inutilit? dei ruggiti che sono seguiti alla brusca interruzione del ?Pattino? per Orvieto appena naufragato con il ritorno, che c?? stato,  ad un'apparente instabilit? del quadro politico cittadino seguita dalle consuete voci di distinguo e dalle ?profferte? di mediocri disponibilit? trasversali e altri minimalismi di questo genere.

In realt?,  la rottura  non si ? consumata come un atteso capitolo di un  disegno del PD per uccidere ?l'anatra zoppa?, n? come conseguenza di un'ossessione pervicace della Destra  a mortificare la storia e i dirigenti di quel partito.

No! Gli elementi di fragilit? del percorso che si ? tentato di condividere erano gi? noti a tutti  : una opposizione numericamente in maggioranza, una giunta inesperta e una scarsa consapevolezza generale della situazione finanziaria del comune e del suo sostanziale isolamento politico-istituzionale.

Se il sindaco potr? portare a termine il suo lavoro dipende da come intende e come sapr? affrontare e correggere queste tre questioni cardinali.  

Un mix di debolezze che doveva, poteva e pu? esser ancora corretto in progress.  C'? ancora l?opportunit? per farlo a condizione che si consideri il prossimo voto sul bilancio come il punto di partenza e non d'arrivo di un Patto che deve ancora essere onorato.

Non quello tra i partiti, ma quello con gli elettori.

Pubblicato il: 26/05/2010

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