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IL DUELLO BERLUSCONI-FINI E LE DUE DESTRE

Flavio Zambelli

Tiene banco,in questi giorni, nella politica nazionale, la grave spaccatura avvenuta nel PDL tra i suoi maggiori Leader. Berlusconi e Fini, aldil? delle rivalit? di carattere personale, rappresentano due concezioni diverse, ormai antitetiche, di come deve essere un grande partito di destra in una grande democrazia. Berlusconi cre?' Forza Italia, utilizzando i suoi uomini di fiducia di Publitalia'80, e pubblicizz? il nuovo soggetto politico sparando i suoi "cannoni" che sono le reti televisive Fininvest-poi divenute Mediaset. Forza Italia venne organizzata, mettendo nei ruoli-chiave, uomini di assoluta fiducia e fedelt? del Cavaliere. Non importa la preparazione o l'intelligenza, l'importante ? che siano fedeli al capo. Anzi alcuni di loro dovevano essere, a sua immagine e somiglianza. Nel corso degli anni sono stati isolati e messi fuori coloro che per il loro intelletto potevano dare fastidio al Capo Supremo. Vedi i casi di Dotti, Giuliano Urbani, Antonio Martino, Ferdinando Adornato. Resiste ancora Giulio Tremonti, la cui preparazione economica e il legame con la Lega-Nord sono fondamentali per il Cavaliere. Fini, riprese in mano il MSI nel 1991, dopo aver perduto il congresso nel 1990. All'epoca venne tradito dagli stessi "Colonnelli ", che lo hanno poi ri-adulato per anni, per poi riabbandonarlo nuovamente oggi nell'era del PDL-Berlusconiano. Pino  Rauti, con la Destra-Sociale, gli riconsegn?  un Partito arrivato a percentuali quasi da prefisso telefonico. Gianfranco Fini ha capito il rischio di estinzione a cui andava incontro il MSI, e organizz? un cambiamento culturale significativo della Destra Nazionale. Prima accett? l'Alleanza con Forza Italia, il partito del Cavaliere. Poi fece il Congresso di Fiuggi nel 1995, riconobbe l'Antifascismo e trasform? il'MSI in ALLEANZA NAZIONALE. Berlusconi ha sempre mal sopportato nella coalizione di Centro-Destra, la presenza di leader che potessero oscurare la sua immagine di Capo-Supremo. E allora decise di costringere Fini e Casini  ad entrare in un soggetto politico unitario, il POPOLO DELLA LIBERTA',   con a capo, neanche a dirlo, Silvio Berlusconi stesso. Solo che Pierferdinando Casini, cresciuto nella grande scuola della DC, ha intuito i rischi a cui andava incontro consegnando le chiavi del suo partito, L'UDC, a Berlusconi.  Allora decise di non aderire e abbandon? il Cavaliere, pagando il prezzo di andare da solo alle Politiche 2008. Al contrario, Gianfranco Fini, pi? ingenuo di Casini, ha abboccato in pieno, ha aderito al PDL. E Berlusconi gli ha sfilato in poco tempo,il suo ex-PARTITO AN da sotto il naso. Tutti quelli che erano i fedelissimi di Fini: LA Russa, Gasparri, Matteoli ecc, sono stati  " cooptati " dal Cavaliere e sono diventati oggi fedelissimi di Berlusconi. La Destra che vuole il PREMIER Berlusconi ? una Destra che non esiste in nessuna delle liberal-democrazie occidentali: ? un partito sul modello di Forza Italia,cio? controllato e diretto da un Capo Assoluto,  proprietario del marchio di fabbrica, e quindi difficilmente sostituibile in un congresso democratico.E' un partito nato non da anni di dibattito culturale, ma ? nato quando Berlusconi nel novembre-dicembre 2007, sal? sul predellino di una macchina, come fanno i veri capi-popolo, e grid?  "Da oggi nasce un nuovo soggetto politico del centro-estra, chi ci vuol stare ? ben accetto." Umiliando cos? gli altri leader della coalizione. Solo a Umberto Bossi, decisivo  nel Nord-Italia, gli ? stata concessa autonomia, continuando con la LEGA-NORD. Gianfranco Fini, invece, guarda al modello della destra conservatrice europea e anglo-sassone. Negli Stati uniti il Partito Repubblicano ? liberista nella politica economica e sociale, mentre nelle materie etiche, come aborto, eutanasia e varie, lascia anche spazio a posizioni libertarie al suo interno. Come Gianfranco fini le ha liberamente espresse, pur da presidente della Camera, per esempio nel caso di Eluana Englaro. Anche i conservatori in Gran-Bretagna lasciano spazio ad un dibattito interno pi? ampio e sono favorevoli a leggi anti-trust durissime in materia di concorrenza e mercato, per contrastare le concentrazioni di interessi. Ce lo vedete voi Berlusconi fare in Italia una legge anti-trust per combattere i conflitti d'interessi ? Il PDL, cos? strutturato in maniera verticistica non ha precedenti neanche nella storia repubblicana italiana. Fini ha auspicato che il PDL assomigli a quello che era la DC , rimpiangendone l'ampio dibattito politico che c'era in quel partito, dove i segretari del partito e i candidati a Palazzo Chigi, a rotazione, cambiavano e si alternavano. Certamente, la forza di Berlusconi, qui in Italia, sta soprattutto nella debolezza dei suoi avversari. IL PD ? in una fase di attesa; solo che non abbiamo ancora capito in attesa di che cosa..!!! Forse di altre sventure. Ma del PD  tratter?  in seguito.

Pubblicato il: 08/05/2010

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