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La cava di Torre Alfina : ma vi pare possibile che tutti se ne fregano della frazione e della sua gente?

Mauro Favero, Consigliere del Consiglio di Frazione di Torre Alfina

In questi ultimi giorni, tanto si ? sentito parlare della cava di basalto di Torre Alfina in localit? Le Greppe e del possibile ampliamento delle attivit? estrattive, gestite dalla ditta Gioacchini.
Alcuni articoli editi dalla stampa locale (on-line e non) hanno raccontato della protesta dei lavoratori ?con fischietti, trombe e bandiere sindacali?, della mancata autorizzazione all'ampliamento della cava e degli ingenti danni che ne conseguirebbero per le famiglie degli operai e per gli ?accordi commerciali? del cavatore Gioacchini, hanno figurato una situazione di queste attivit? estrattive sostenibile e compatibile con il territorio, hanno screditato la figura del sindaco di Acquapendente Alberto Bambini, hanno sollevato dubbi sulla buona fede delle associazioni ambientaliste che da anni si battono per la salvaguardia del territorio ed infine hanno gettato fango sulla figura del presidente dell'associazione ASSAL, il dottore naturalista Marco Carbonara e della sua famiglia. Su questo ultimo punto non ? mia intenzione esprimere opinioni, perch? spero lo far? nelle dovute maniere (per vie legali) la famiglia Carbonara, essendo state mosse nei suoi confronti
accuse a dir poco infamanti.
Per quanto riguarda gli altri punti: ? evidente che chi ha scritto questi articoli nella migliore delle ipotesi non ? bene informato sui fatti e fa suonare solo una campana (quella del cavatore) e nella
peggiore delle ipotesi, ? in malafede.

Chi scrive dovrebbe almeno avere l?onest? professionale di documentarsi.
Chiunque si interessi a questa vicenda dovrebbe infatti sapere che la politica del territorio aquesiano si muove da anni all'insegna dello sviluppo sostenibile e della tutela del territorio.

Chiunque si interessi a questa vicenda dovrebbe infatti sapere della proposta di rilevante interesse pubblico avanzata recentemente dal Ministero dei Beni Culturali e volta a tutelare, con l?estensione del vincolo paesistico, la parte dell?altopiano dell?Alfina ricadente sul territorio della regione Lazio: questo provvedimento sancisce definitivamente il  grande valore paesistico del nostro territorio ed ?  in linea con l?indirizzo di sviluppo promosso nella frazione  e consolidato attraverso una serie di importanti riconoscimenti istituzionali, quali la nascita della Riserva naturale del Monte Rufeno, l?istituzione del monumento  naturale del bosco del Sasseto e il riconoscimento di Torre Alfina quale uno dei ?Borghi pi? belli d?Italia?.

Chiunque descriva le attivit? estrattive, dovrebbe evitare di utilizzare termini come ?sassolini? e parlare di milioni di metri cubi di basalto, raccontare di un'attivit? ad alto impatto sul territorio,
di un'attivit? distruttiva perch? vive del consumo del suolo, che provoca esplosioni (mine per frantumare la pietra), rumore, polveri, traffico di camion pesanti (su una strada, per altro, panoramica e di portata provinciale), che causa voragini e che, andando in profondit?, rischia
di intercettare e mettere a repentaglio le falde acquifere.
Chiunque si interessi alla vicenda dovrebbe infatti sapere che a poche centinaia di metri dalla cava delle Greppe si trova il pozzo di acqua potabile AD USO UMANO che da vent'anni alimenta la frazione di Torre Alfina e che ? recentemente stato chiuso: bisognerebbe chiedersi se e come le attivit? estrattive, che probabilmente hanno raggiunto notevoli ritmi di escavazione negli ultimi anni, se il cavatore chiede nuovi ampliamenti prima che la concessione scada, abbiano su di esso
influito. L'amministrazione comunale e la Talete, sollecitate a pi? riprese, dovrebbero fare chiarezza su questa vicenda che riguarda la salute dei cittadini.
Chiunque si interessi a questa vicenda dovrebbe considerare che il borgo di Torre Alfina si trova a pochi km dalla cava e che l'area che andrebbe ad interessare il suo a possibile ampliamento andrebbe a superare, come estensione, quella dell'abitato.

Chiunque si interessi a questa vicenda dovrebbe infatti sapere che la popolazione di Torre Alfina si ? pi? volte pronunciata in merito alla vicenda della cava esprimendo parere contrario all'ampliamento : sarebbe bastato partecipare ad una delle tante assemblee pubbliche o aver letto uno dei tanti verbali redatti dal Consiglio di Frazione, organo istituzionale che opera sul territorio.
Chiunque si interessi a questa vicenda dovrebbe informarsi sulle attivit? che potrebbero essere compromesse dalla presenza di attivit? estrattive estese per decine di ettari: gli occupati di Torre Alfina che vivono, in maniera pi? o meno diretta, della campagna e dei suoi prodotti (agricoltura ed allevamento di qualit?, turismo, tante piccole attivit? commerciali, relativi indotti) sono vicine alle cento unit?. Sono forse meno importanti degli operai di Gioacchini solo perch? l'imprenditore che d? loro il lavoro ha un fatturato considerevole? Esistono forse lavoratori e imprenditori di ?serie A? e ?di serie B? da classificare in base al loro guadagno?

Intendo ribadire la mia disponibilit? e quella del Consiglio di Frazione di Torre Alfina a qualsiasi provvedimento o azione per un?eventuale riconversione delle maestranze impiegate nella cava che eventualmente si trovassero ad avere la necessit? di essere impiegate in altra mansione, come per altro ? stato fatto nel corso degli anni con nostre proposte alternative sottoposte alla ditta stessa.

Chi a Torre Alfina ? nato, cresciuto, chi ci vive o lavora, chi ha dedicato la propria vita a mantenere il territorio cos? com'?, chi ha impiegato i propri risparmi per realizzare qui la sua propriet? o per
crearsi un'attivit? sostenibile, ha tutto il diritto di sentirsi ferito e deluso dalle parole che sono apparse sui giornali perch? offrono una versione dei fatti ben lontana dalla realt?.
La cava di basalto delle Greppe ? attiva dal 1988 e aveva una concessione ventennale che sarebbe pertanto scaduta gi? due anni fa, nel 2008, momento in cui il cavatore ha ottenuto una proroga
TEMPORALE peraltro rinnovata con una concessione identica a quella iniziale infischiandosene delle richieste della frazione.

L'imprenditore avrebbe fatto bene a preoccuparsi gi? allora per le sorti dei suoi operai, anzich? prendere ?importanti accordi commerciali? o rendersi effettivamente disponibile a dialogare con la
popolazione e le amministrazioni anzich? far volare diffide dal suo avvocato, insulti ai membri delle associazioni, citazioni in tribunale (alla faccia della ?convivenza pacifica?!), evitando di celare i suoi interessi privati, facendo scendere i suoi operai in piazza a manifestare e, infine, infangando la reputazione di chi, in maniera legale, ha tentato di difendere il territorio.
Chi parla della ditta Gioacchini ?leader nel settore e, soprattutto, una fucina di posti di lavoro? dovrebbe forse leggere altri documenti stesi dalla Regione Lazio (la stessa che avrebbe dato il suo avallo all'ampliamento della cava) dove si parla degli ABUSI che la ditta avrebbe fatto (per altro in zona paesistica).

Chi chiede al sindaco perch? non firma, dovrebbe chiedere anche come mai non ha preso provvedimenti oltretutto sollecitati dalla Regione Lazio in merito ai rilievi fatti dal Corpo Forestale dello Stato.

Venga finalmente fatta chiarezza su questa vicenda: si sappia che la popolazione di Torre Alfina non vuole rischiare la propria salute, il proprio lavoro, i propri risparmi, il proprio paesaggio a favore di un'attivit? che andrebbe ad avviare la devastazione del territorio

(a fronte di un grosso guadagno per poche persone).

Comunque il principio fondamentale che emerge ? che la diatriba non ? tra ambientalisti e cavatori, non ? tra poche attivit? e la cava ma ? la frazione che non la vuole in quanto ormai indirizzata verso uno sviluppo sostenibile del territorio.
Tutto ci? supportato da documenti ufficiali dell?organismo amministrativo del territorio delegato dalla popolazione di Torre Alfina a proporre all?Amministrazione comunale gli indirizzi per la propria gestione e per il proprio sviluppo.

Pubblicato il: 28/04/2010

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