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Contro l'Aids

Redazione

Sulla nostra testata da sabato campeggia un segno.  Un segno che ognuno, ormai, riconosce.  E' il fiocco rosso per la lotta contro l'Aids.  Lo abbiamo fatto per ricordare che proprio la giornata di oggi ? dedicata alla sensibilizzazione su questo problema.  In Italia diminuisce il numero dei nuovi malati di Aids, anche se in misura ridotta rispetto al passato, ma aumenta il numero delle infezioni. "Grazie alla terapia si vive di pi? e meglio, ma questo aumenta il serbatoio dell'infezione", ha osservato Rezza. Le nuove terapie combinate introdotte a met? degli anni '90 hanno infatti allungato a 15 anni il periodo del passaggio dalla diagnosi di sieropositivita' alla malattia conclamata. Sempre dalla met? degli anni '90 la via media delle persone sieropositive a' aumentata di almeno dieci anni. Alla luce di questo dati si calcola che in Italia i sieropositivi siano almeno 120.000 e che 19.000 persone abbiano ricevuto la diagnosi di Aids. "E' questo un aspetto con il quale bisogna fare i conti. Non si deve abbassare la guardia", ha aggiunto. Secondo i dati del Coa dal 1982, anno di inizio dell'epidemia, ad oggi sono stati notificati 52.630 casi di Aids (53.000 considerando i ritardi nella notifica). Di questi, 33.722 sono deceduti. Lazio e Lombardia restano le regioni in cui l'incidenza dell'infezione ? pi? alta, con 5 persone ogni 100.000 che ricevono la diagnosi di Aids. Seguono Liguria (4 su 100.000), Emilia Romagna (3,7), Toscana e Valle d'Aosta (3). Agli ultimi posti sono Basilicata, Campania e Molise, con 1 caso su 100.000. Particolarmente grave il problema della diffusione dell'Aids nelle carceri, dove l'infezione ha una prevalenza del 7,5%, secondo uno studio condotto su 973 reclusi in 8 carceri italiane. Nelle statistiche, come si vede., manca l'Umbria.  Non significa che nella nostra Regione il problema non esiste.  E' irrilevante ai fini statistici. Aids, Il problema ? invece molto forte nel mondo e nei paesi africani. Le Nazioni Unite hanno approntato un piano dal costo di 5,5 miliardi di dollari per una rapida distribuzione dei farmaci retrovirali anti-Aids. Saranno interessate circa tre milioni di persone nei paesi in via di sviluppo. 'Questa strategia ha bisogno di un impegno massiccio e non convenzionale per assicurarci che restino in vita' ha affermato Lee, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanit? (Oms) in occasione della giornata mondiale per la lotta all'Aids.
Basta pensare che sedici milioni di lavoratori nel settore agricolo potrebbero morire di Aids entro il 2020 ed i paesi africani dove pi? alta ? l'incidenza di nuovi casi della malattia potrebbero perdere sino al 26% della loro forza lavoro agricola. La previsione ? contenuta in una mappa dell' avanzata dell'Hiv/Aids nell'Africa rurale stilata dalla Fao, l'organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura che ha svolto un'ampia ricerca in tre paesi dell'Africa subsahariana, riuscendo a coprire circa 2000 famiglie. "L'avanzata costante dell'Hiv/Aids sta disintegrando in Africa i nuclei familiari, facendoli precipitare nella povert? e nella fame, e per le donne che hanno perduto il marito a causa del virus, la malattia pu? comportare anche la perdita di tutto il resto - propriet?, terra, strumenti agricoli, bestiame - e di fatto mina la capacit? di guadagnare un reddito e di coltivare prodotti per il sostentamento proprio e dei figli o degli orfani di cui si stanno gi? occupando", ha affermato oggi - giornata mondiale nella lotta all'Aids - Sissel Ekaas, Direttrice della Divisione FAO per le Pari Opportunit?. Lo studio della Fao, finanziato dal Governo norvegese, ha evidenziato la necessit?di proteggere i diritti di propriet? per i nuclei con donne o ragazzi capo famiglia. "Le donne che hanno perduto il marito a causa dell'Aids sono gravate doppiamente dai costi del funerale e dal rischio di perdere i propri beni. A seguito della morte del coniuge, le statistiche mostrano che i nuclei con a capo famiglia vedove, nel 44 per cento dei casi hanno perso il bestiame, che rappresenta al tempo stesso una riserva di ricchezza ed un simbolo di status sociale, nel 41 per cento hanno perso anche l'attrezzatura agricola, in alcuni casi a vantaggio della famiglia del marito". Secondo i dati delle Nazioni Unite, dal 1985 ad oggi, sono circa 7 milioni gli agricoltori morti di Aids nei 25 paesi pi? colpiti dalla malattia.

Pubblicato il: 01/12/2003

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