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COMMENTARIO ELETTORALE

Mario Tiberi

Nelle analisi dei risultati di ogni consultazione elettorale i commentatori, specie se di parte, tendono sempre a massimizzare le poche pagliuzze di roseo colore a fronte dei soverchianti travi neri, sminuendone la portata con intenzionale irresponsabilit?. Sono atteggiamenti mistificatori e fuorvianti che non rendono giustizia alla verit? dei fatti e non depongono ad onore di chi li pratica.

Affermare, ad esempio, che il Partito Democratico non ? poi uscito cos? malconcio dal recente voto regionale, ? come non voler ammettere la sconfessione e il fallimento di una intera classe dirigente nazionale al solo fine di prolungarne l?agonia e a forza mantenerla, ostinatamente e conservativamente, nelle stantie e attempate postazioni di comando e di direzione politica e organizzativa.

Al contrario, sarebbe oltremodo necessario rendersi conto, una volta per tutte, che il PD ? ormai vicinissimo all?orlo estremo di una implosione senza ritorno se ? vero, come ? vero, che si trova compresso all?interno territoriale tra la ?linea Gustav? e la ?linea Gotica?, dove ancora a stento resiste, oltre e sotto le quali, per?, ? praticamente scomparso sia in termini elettorali che di proposta progettuale.

E? bene chiarire, inoltre, che PD e coalizione di centrosinistra non sono affatto coincidenti sia perch? non sostanzialmente omogenei per strategie e finalit? unitarie e sia perch? i rapporti di forza volgono sempre di pi? a favore del movimento Dipietrista.

Quando allora si sostiene, da parte dei massimi responsabili democratici, che il centrosinistra ha vinto per sette Regioni a sei, viene francamente da sorridere in quanto la politica non pu? essere ridotta alla stregua di una partita di calcetto e, in secondo luogo, perch? non si colloca nella dovuta dimensione il peso, in termini demografici ed economici, di realt? regionali come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, il Lazio e la Campania.

A differenza del Popolo della Libert?, che ancora si incarna nella figura-simbolo di Berlusconi, la Lega, vera vincitrice dell?appena trascorsa tornata elettorale, non ? solo e soltanto Umberto Bossi: quest?ultima ha saputo far sbocciare e crescere una composita e articolata compagine dirigenziale dalla ben definita identit? politico-culturale, preparata e perspicace, disciplinata e integra, soprattutto attenta e pronta a raccogliere e rendere proprie le istanze pi? avvertite da parte dell?opinione pubblica.

Si possono non condividere, e non vanno assolutamente condivise, talune sue impostazioni di fanatismo integralista, ma da qui a liquidare il fenomeno della Lega come parziale e temporaneo ce ne corre al pari dello ?Stivale delle sette leghe?!.

Il popolo e la gente comune, pur avendo piena la consapevolezza che non si pu? fare a meno della politica quale strumento di amministrazione degli affari pubblici, sono disgustati o, al meglio, provano indifferenza per i modi altezzosi e antipopolari con cui si gestiscono quelli che dovrebbero essere gli interessi generali e giustamente, con il voto, puniscono i politici incapaci, corrotti e collusi con le cosche malavitose.

Il quadro tracciato, me ne rendo conto, ? obiettivamente fosco e angosciante: un?oasi a parte, per nostra buona sorte, si ? costituita attorno all?elezione di Fausto Galanello a rappresentante dell?Orvietano nel Consiglio Regionale dell?Umbria. Per come lo conosco e per quello che so di Lui, sono convinto che offrir? la componente migliore di s? e spender? il meglio delle sue energie a favore della nostra terra e delle nostre genti.

Mi permetto, per?, di lanciargli pubblicamente il seguente messaggio: non solo i doveri istituzionali dovranno occuparlo; si dovr? anche e molto impegnare per risollevare le sorti del PD di Orvieto a cominciare da un non pi? rinviabile e sostanziale ricambio di generazione dirigente, di metodi operativi e di capacit? ideativa.

Per parte mia e per come mi sono gi? prodigato nel recente passato, sono pronto a tendergli la mano in spirito di ampia collaborazione pur sapendo che, n? io n? Lui, possiamo rappresentare il vero rinnovamento del partito, anche se abbiamo le potenzialit? per favorirlo e spianare ad esso la strada iniziando a riattrarre i tanti giovani che ultimamente, per amarezze e delusioni, se ne sono allontanati

Certe obsolete sirene, taluni opportunisti che salgono senza scrupoli sul vascello del vincitore, personaggi non pi? credibili, ? bene che siano tenuti alla larga da una nuova fase politica che sembra avviarsi con i crismi dei migliori auspici.

Al Grillo di nome Beppe sono stati concessi in ?libera uscita? mezzo milione di voti; a me, indigeno grillo parlante, compete l?onere di poterli almeno in minima parte recuperare.

Pubblicato il: 01/04/2010

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