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Dopo i morti di Nasiriyah la Pace nel mondo ? in bilico

Alberto Sganappa

Alberto Sganappa, capogruppo Sdi Provincvia di terni

Questo terzo millennio inizia con l'avvento del terrorismo internazionale.
Negli anni del terrorismo costante, il cammino verso la pace ? una scelta politica, non una dichiarazione di buona volont?.
Le assemblee che si sono svolte il 14 Novembre dallo SDI, DS, Margherita hanno deciso di avviare la procedura per la formazione della Lista Unica per le elezioni europe e quindi devono anche misurarsi con i morti di Nasiriyah, che peseranno sulla scena politica futura.
I militari uccisi in Iraq peseranno come un macigno sulla scena politica.
La commozione degli italiani si trasformer? in passione civile e politica, quindi nel desiderio che queste morti non siano inutili testimonianze di una presenza senza obiettivi. Mai come in questi giorni la politica deve esercitare il suo ruolo guida, in grado di dare ai sentimenti di un popolo chiarezza di prospettive e concreta certezza di riferimenti.
I riformisti debbono far capire che la Pace ? un risultato di una strategia consapevole che comporta anche sofferenze e sconfitte.
L'opposizione riformista ha marcato la propria identit? critica, ma nello stesso tempo ? stata attenta alla governabilit? internazionale.
Dovere dei riformisti ? attraversare la cortina d'ambiguit? che sempre accompagna quest'affermazione, per mettere in chiaro le questioni di merito sulle quali un Paese deve provare la sua unit?.
La prima questione di merito ? il significato della volont? di Pace, in una fase nella quale ? dominante la guerra.
La mia convinzione ? che vi sia in questo momento una semplificazione eccessiva: sia nel considerare la pace una condizione neutrale, sia nel considerare la guerra una risposta necessaria.
I Socialisti dello SDI hanno chiarito la propria posizione politica affermando che la "Guerra ? una scelta sbagliata", che la linea del Governo italiano non ? condivisa perch? ha sposato acriticamente e per intero la causa dell'Amministrazione Bush.
I riformisti debbono far capire che la Pace ? un risultato: ? l'esito finale, non sempre ottenuto, di azioni finalizzate, di una strategia consapevole, di un impegno che comporta sofferenze e sconfitte.
Il richiamo all'unit? nazionale, intorno ad un obiettivo di Pace, che non sia fondato sulla consapevolezza del difficile percorso, diventa consapevole retorica.


 

Pubblicato il: 25/11/2003

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