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Per salvare la citt? abbiamo bisogno di una controparte che parli con unica voce

Guido Turreni, del Popolo della Libert? di Orvieto

E? noto ormai a tutti che per salvare la citt? (che perde 7,7 milioni di euro all?anno) ? necessario contrarre le uscite ed aumentare le entrate.

In questa massima c?? la soluzione dei problemi di Orvieto, ma per raggiungere l?obbiettivo la strada concreta da percorrere ? irta di difficolt?.

La prima ? di ordine politico, visto che ? altrettanto noto che l?esecutivo (Giunta e Sindaco) non gode della maggioranza nell?organo legislativo (Consiglio Comunale) che deve ratificarne le decisioni pi? importanti, fra cui quelle in materia di bilancio; ? dunque giocoforza inevitabile trovare un accordo con la controparte politica.

La seconda difficolt? ? di tipo sociale: 7,7 milioni di euro sono un terzo delle entrate dell?Ente Comune e circa un quarto delle uscite; ci? comporta che l?operazione di riassestamento dei conti sar? dolorissima, perch? potrebbe perfino investire la drastica riduzione o addirittura la soppressione di alcuni servizi fondamentali, e contemporaneamente un aumento generalizzato delle tariffe, o di quelli che vengono comunemente definiti quasi-tributi (contributi a domanda individuale, tariffe dei servizi, parcheggi ecc. ecc.) visto che le imposte vere e proprie sono gi? al massimo oramai da anni.

E? chiaro, quindi, almeno per noi cittadini comuni (un po? meno per qualche politico), che l?operazione di salvezza della citt? deve esser fatta con il consenso pi? ampio possibile di tutti i partiti, di tutte le forze sociali, di quelle imprenditoriali e chi pi? ne ha pi? ne metta.

Infatti, nemmeno una maggioranza schiacciante dei consensi elettorali potrebbe passare del tutto indenne ad un?operazione tanto impopolare, figuriamoci la maggioranza del Sindaco, che non solo non ? una maggioranza sciacciante, ma non ? nemmeno una maggioranza striminzita, anzi, ? netta minoranza.

L?orvietano medio, poi, ? di per s? alquanto perfezionista, tanto che gi? qualcuno dice in giro: ?eh, ma questo ancora nun ha fatto gnente!?, senza ovviamente pensare che sono si e no trascorsi sei mesi (ferie escluse), per di pi? in un clima di contiuna interdizione della sinistra, ed in cui invece si ? fatto moltissimo, soprattutto sul piano della legalit? e della trasparenza.

Figuriamoci cosa potrebbe dire questo orvietano medio, un po? saccente e un po? presuntuoso, quando (e se) entrer? in azione il prode Dr. Romiti (no, ho detto Romiti, mica pizza e fichi?) per risanare draconianamente il bilancio comunale.

Bisogner? soprattutto essere d?accordissimo su cosa tagliare e cosa aumentare, perch? lo scollamento del fronte civico sarebbe assolutamente devastante sul piano sociale ancor prima che su quello politico.

Poi intendiamoci: non ? obbligatorio fare per forza il fronte civico, l?importante per? ? dirlo subito, ed a chiare lettere; anzi, per la verit? a noi di centrodestra potrebbe anche far mooolto comodo dichiarare il dissesto, per due motivi: primo, perch? le operazioni impopolari siano di paternit? del commissario o del dissesto, ed in secondo luogo, per andare un po? a vedere di chi sono certe responsabilit? per questa situazione catastrofica ereditata, perch? DI SICURO non sono e non potrebbero nemmeno essere le nostre, nonostante le ardite e contrarie affermazioni di Dante Freddi.

Mi pare ovvio per? che se si hanno responsabilit? politiche ed amministrative si dovrebbe pensare (almeno secondo me, ma credo anche secondo la maggior parte dei cittadini che leggono) prima al bene della citt?, ovvero al supremo interesse generale, e poi, semmai, a quello di partito o di fazione.

Per questo noi di centrodestra riteniamo di dover tentare comunque il salvataggio della citt? tutti insieme ed accettando qualche indigesto compromesso con la controparte, prima di pensare a come rivincere le elezioni, perch? credo sia chiaro a tutti che il dissesto prima, e l?eventuale commissariamento poi, sarebbero nefasti per tutti, giovani e meno giovani, famiglie, imprese, insomma per l?intera citt?.

Nonostante tutto quanto paventato, pu? anche darsi che uno o pi? partiti, una o pi? fazioni, decidano che il fronte non si debba costituire e che si debba invece andare al dissesto comunque.

In questo caso bisognerebbe prenderne atto serenamente, avendo (chi pi?, chi meno) la coscienza a posto sull?aver fatto tutto il possibile per evitarlo.

Ma la cosa invece da evitare a tutti i costi sarebbe dire prima di s?, e cominciare quindi l?epica impresa, e poi fermarsi a met? strada, a cose ancor pi? compromesse, perch? ancora a met? del guado.

Questo no, questo va evitato a tutti i costi, meglio dichiarare subito il dissesto, che a questo punto sarebbe il male minore.

Pertanto prima di decidere bisognerebbe assumersi le responsabilit? del caso, con la massima seriet?, con convinzione, e soprattutto con la massima determinazione, sia a destra, che a manca.

Ora, mentre nel centro-destra siamo abbastanza convinti e compatti su cosa si debba o non si debba fare (nonostante una fetta consistente della nostra base ci spinga con convinzione ad andare alle elezioni), a sinistra regna invece l?incertezza pi? assoluta: qualcuno di loro non nutre dubbi sull?opportunit? di costituire il fronte civico, altri dicono vedremo, forse s? forse no, insomma dipende, ed infine una terza fazione che dice un no secco, ovvero vorrebbe ritornare il prima possibile alle elezioni convinta di rivincere alla stragrande.

Ieri, in Consiglio Comunale abbiamo assistito alla prova provata di questa situazione quantomeno sconcertante del PD, in cui c?? chi presenta emendamenti pensando che il suo partito lo appoggi e poi ? costretta a ritirarli, perch? rischierebbe di votarli in solitudine; chi d? per scontata la conclusione di un accordo generale con il Sindaco, e lo fa pi? o meno a nome di tutta la sinistra, per poi vedersi clamorosamente smentito da un comunicato stampa uscito appena cinque minuti dopo.

Insomma sembra di avere a che fare con persone con seri problemi di rappresentativit? che inducono a considerare ogni azione targata PD come un?azione portata avanti a titolo meramente personale.

Non voglio mettere becco su quali delle diverse posizioni via via manifestate dal PD sia quella condivisibile, mi limito per? a rimarcare che questa situazione di grande confusione, soprattutto in casa piddina (perch? il resto del centrosinistra mi sembra abbastanza coerente con s? stesso), rischia di compromettere un po? tutto, e rischia di dare forza a quelli che comunemente si definiscono gli ?opposti estremismi?.

Soprattutto noto una parte consistente del PD che cerca vistosamente la lite, con provocazioni infantili e senza costrutto se non quello di buttare all?aria tutto per rinfolocare animi che nel centrodestra cerchiamo di convogliare in modo costruttivo e collaborativo per il bene di tutti.

Nel PD, invece, non si capisce nemmeno bene chi comanda (spero non me ne vorr? l?On. Trappolino), come comanda, e verso quale approdo, visto che come si dice in Orvietano te la fanno ?una calla e una fredda?.

Da un lato sono pronti sempre a collaborare in vista di questo molok del bene comune, ma poi, appena ti giri, ti paragonano in modo gratuitamente offensivo ad un truffatore che vuole venderti la Fontana di Trevi, oppure ad una sorta di gangster che vuole mettere le mani sulla citt? e questi non sono certo i linguaggi ed i modi del dialogo.

Pretendono di partecipare alle decisioni pi? importanti del bilancio, ma poi come ti muovi ti dicono che non sono disposti ad un appoggio incondizionato per i prossimi tre anni se non hai un progetto di bilancio che ovviamente ancora non puoi avere, visto che sei l? proprio per costruirlo insieme a loro stessi, in quel momento.

Insomma sembra di stare a trattare con quella fidanzata di ?Cara ti amo? di Elio e le Storie Tese, oppure per quelli che non conoscono il gruppo, con una specie di cresciuta bambina, un po? viziata ed alquanto volubile, che non sa bene cosa voglia fare della propria vita.

E purtroppo si tratta della figura francamente meno indicata da esibire al proprio fianco in questa assai delicata situazione, in una specie di missione (quasi) impossibile, come quella che ci accingiamo ad intraprendere, in cui sono richiesti nervi d?acciaio, controllo del partito e lucidit? di intenti.

Mi auguro che ?chi pu?? decida di comandare in casa propria e prenda una decisione definitiva, qualunque essa sia, purch? sia.

Della serie o ora o mai pi?.

Pubblicato il: 09/02/2010

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