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Centrosinistra, sapr? unirsi per unire?

Francesco Mandarini

Prende forma la proposta di Romano Prodi per una lista unitaria dell?Ulivo per le elezioni europee del prossimo anno. I DS, la Margherita e lo SDI presenteranno un?unica lista mentre gli altri partiti dell?Ulivo avranno liste proprie con i propri simboli pi? quello dell?Ulivo. Un?operazione, quindi, riuscita a met?. In ogni caso, deve essere considerata nelle sue potenzialit? oltre che nei suoi limiti di partenza. L?assemblea congressuale dei DS non ha visto grandi entusiasmi, anzi ? sembrato prevalere uno scetticismo diffuso tra i partecipanti. Anche se al voto la decisione ? stata confermata a larga maggioranza non sembra avere grandi chance l?ipotesi di Fassino di considerare la lista unitaria come il primo mattone della Casa dei Riformisti.
Non lo considera tale Rutelli n? tutti gli altri raggruppamenti ulivisti con l?eccezione dello SDI. In un quadro simile non si capisce bene il significato dell?operazione che, tra l?altro, si svolge con un sistema elettorale proporzionale e non maggioritario. Lo slogan scelto non ? male: ?Uniti per unire?.  Poi, iniziano i distinguo. Per Boselli non pu? aderire la lista Di Pietro, acclamato invece dalla Margherita. Per la sinistra diessina, non ? ammissibile che scompaiano dalla lista riferimenti ai partiti socialisti. Per Rutelli, infine, gli eletti dovrebbero aderire ad un gruppo a parte nel parlamento europeo superando il raggruppamento sia dei partiti socialisti che di quelli popolari.
Riusciranno ad unirsi per unire? Qualche dubbio permane. Anche se la spinta dell?elettorato del centrosinistra ? per l'unit? le forze contro il berlusconismo, le forme e i contenuti dell?operazione Prodi, sostenuta da D?Alema, lascia aperti molti interrogativi.
Il prossimo anno ci saranno, prima delle europee, le elezioni amministrative in gran parte delle amministrazioni locali. Il sistema elettorale ? quello maggioritario che per sua natura richiede la scesa in campo di poli politici aggregati. Non ? dato sapere se i riformisti che si uniscono per le europee lo vorranno fare anche per le amministrative. Prima delle politiche del 2006 ci saranno le elezioni regionali anch?esse con sistema maggioritario. Avremo in Umbria una lista unica dei riformisti o dell?Ulivo o si andr? in ordine sparso?
I leader della futura Casa dei Riformisti presentano la decisione della lista unica per le europee come una grande operazione strategica per tornare al governo del Paese e per starci a lungo. Il ?Manifesto? diffuso da Prodi ha l?ambizione di una storica riconsiderazione del ruolo del centrosinistra nell?Europa e nel mondo che cambia.
Se di questo si tratta, oltre che precisare bene i punti programmatici e i valori costituenti la Casa dei Riformisti bisogner? pur indicare un percorso politico comprensibile. Se l?orizzonte ? cos? ambizioso bisogner? mettere in moto intelligenze, sensibilit?, esperienze concrete diffuse nel territorio. A partire da una valutazione rigorosa della qualit? del governo locale gi? gestito dal centrosinistra in tanta parte del Paese bisogner? pur precisare che cosa si vorr? riformare e come, con quali forze e con quali metodi.
Da questo punto di vista l?Umbria pu? essere un laboratorio politico interessante anche per la particolarit? dei rapporti tra l?Ulivo e Rifondazione. Un esempio per spiegare. Che la democrazia sia in decadenza in tutto l?occidente ? cosa nota. Studiosi descrivono diffusamente una fase della storia dell?umanit? in cui si vanno affermando forme di governo post-democratiche. Post-democratiche nel senso che si vanno consolidando oligarchie politiche che non hanno pi? bisogno di un continuo consenso da parte dei cittadini. Ma di quello delle lobby economiche o territoriali. Pur conservando sistemi elettorali formalmente democratici si svuotano completamente tutte le sedi della democrazia organizzata.
La scomparsa dei partiti di massa va di pari passo con il prosciugamento del ruolo delle assemblee elettive. E? presente in Umbria un processo simile? Siamo una terra con profonde radici democratiche e come conseguenza, permangono forme di resistenza al disastro democratico molto forti. Ma la tendenza ? la stessa. Ed ? per questo che la discussione sullo Statuto regionale ? di grande rilievo per il nostro futuro democratico. E? decisivo spersonalizzare la discussione se si vuol dare un contributo al rilancio delle assemblee elettive in cui la rappresentanza sia recuperata sia dalle forze di governo che da quelle dell?opposizione. Non ? solo questione dell?elezione diretta del presidente. Problema rilevante, ma non esclusivo se inquadrato correttamente nell?analisi dei motivi della crisi della politica.
Non c?? scritto da alcuna parte quale deve essere la distribuzione dei poteri tra presidente e assemblea regionale: si tratta di fare scelte di politica istituzionale capaci di invertire la tendenza negativa. La stessa questione dell?aumento dei consiglieri ha una sua logica esclusivamente se si rapporta al ruolo che le forze politiche assegnano alla rappresentanza e ai suoi poteri. Il consigliere regionale non ? un titolo onorifico, ma un impegno di lavoro. Si eviti di offrire altro materiale alla gi? ricca schiera dei delusi dalla politica e alla falange dei qualunquisti a priori. E? richiesto qualche sforzo di fantasia e di creativit?. Auguri a tutti noi.

Pubblicato il: 17/11/2003

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