Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Rilanciamo la citt? attraverso l?antico territorio della Tuscia

Carlo Perali- presidente Assocommercio

Sappiamo che a breve verr? riproposto il protocollo d?intesa tra il comune di Roma e la citt? di Orvieto per avviare un rapporto di collaborazione che avvicini  le due citt? su temi importanti, come sviluppo, ambiente e cultura. Cos? anche a Viterbo, una volta concluse le regionali, si ritorner? a parlare di aeroporto, si verr? quindi a creare una zona di interesse fra terre di confine che porter? sicuramente a una forma di sviluppo e a profondi cambiamenti, ma che sotto la spinta di speculazioni e di un?edilizia senza scrupoli, potrebbero anche diventare il preludio di un degrado o, peggio ancora, di una devastazione in cui non sar? troppo difficile compromettere luoghi ancora oggi miracolosamente conservati  con siti archeologici tra  i pi? belli della civilt? etrusca .

Inoltre va fatta una  premessa, che la conservazione dell?ambiente, in un prossimo futuro, sar? sempre pi? una fonte di ricchezza e una condizione essenziale per il rilancio del turismo.

A tale scopo Assocommercio suggerisce di inserire nel programma dell?amministrazione un ?distretto culturale? allargato all?area della Tuscia. Una proposta in grado di tradurre queste due realt? progettuali in un altro grande progetto avente la possibilit? di riunire un territorio, al momento diviso in tre regioni, pi? province e moltissimi comuni, attraverso una forma di sviluppo che tenga conto di: identit?, valorizzazione del patrimonio culturale e tutela del paesaggio .

Un progetto che se inserito nel patto con Roma e sostenuto dai ministeri interessati (Ministero dell?Ambiente e Ministero dei Beni Culturali), riconosca Orvieto capofila del distretto, interpretando cos? un modello di sviluppo che al di l? dei suoi  confini, intenda  fortemente caratterizzare un territorio

Si tratta infatti di un modello di organizzazione del tutto innovativo, sia per la grandezza  del territorio preso in esame, sia  per le forme di economie di scala da sperimentare, un organismo che prima ancora di diventare un ente, costituisce il tentativo politico e culturale di un territorio storicamente omogeneo che cerca di autodeterminarsi dandosi una funzione capace di affrontare problemi di difficile soluzione con  un progetto unitario di sviluppo.

E?  il Programma ambizioso di un territorio consapevole delle sue risorse che al di l? di divisioni regionali tenta di pianificare settori importanti come turismo, agricoltura e artigianato insieme ad un marcato sviluppo di filiere a questi collegate .

E? una risposta che intende dare contenuto e concretezza al patto con Roma, ma ? anche un?azione politica di grande respiro culturale e civilt? alla quale siamo convinti trover? il favore del Sindaco Alemanno. 

Inoltre questa terra rappresenta da sempre la nostra coscienza storica, un?identit? che comunque va difesa tutelando il territorio stesso, sottraendolo alle speculazioni e garantendo invece uno sviluppo ordinato capace di non disperdere il capitale sociale che questo rappresenta

Poi ?  incontestabile che un settore sempre in crescita sia quello culturale, che l?attivazione di musei, siti archeologici e bellezze naturali crei un nuovo settore produttivo ?l?industria culturale? un?attivit? in grado di produrre importanti impatti sulle varie economie del territorio.

Pertanto un distretto culturale stimola e accompagna la crescita dei territori favorendone uno sviluppo sostenibile, ovvero in armonia con l?ambiente e le risorse di cui dispone sono l?arte e la bellezza degli spazi ambientali e urbani, insieme ad un bagaglio di tradizioni.

Questi territori che solitamente coincidono con un?area ad alta densit? di risorse ambientali e culturali sono caratterizzati da un elevato livello qualitativo, da un?ampia integrazione di servizi e da un marcato sviluppo di filiere produttive collegate. Una produzione di servizi, attivit? legate alla sua fruizione ma anche attivit? ricreative,   turistiche e alberghiere perch? il territorio ? comunque uno strumento gestionale duraturo ed efficace rispetto alle esigenze di sviluppo delle comunit? locali e pu? offrire quindi molte opportunit? occupazionali.

Dalla stampa poi si apprende che negli anni a venire la maggior parte delle professioni verr? proprio dall?economia verde. L?energie alternative, i prodotti ecologici e la tutela dell?ambiente non sono che un esempio delle trasformazioni in atto. Trasformazioni che comporteranno un processo di riqualificazione anche di molte imprese  e professionalit? a cui faranno seguito edilizia, agricoltura, gestione dei rifiuti,  attivit? ricreative, tempo libero e per finire anche il turismo.

In molti sono quindi sempre pi? convinti che la prossima rivoluzione industriale verr? proprio dall?economia verde

Pertanto un centro storico come Orvieto, trova la propria evoluzione, oltre che naturalmente dal lavoro, dalla  capacit? di attrarre centri di eccellenza e quindi dalla qualit? degli interventi, dal contenimento dell?urbanistica e dal rispetto dell?ambiente da cui poi nasce anche il vantaggio competitivo con gli altri centri storici di Italia.

Vanno quindi fermate le ?colate ?di villette e casomai riqualificato  l?esistente, facendo del suburbio una periferia meno scombinata e pi? eco-compatibile: ovvero molto pi? verde e meno costruita.

Un ?distretto culturale?, trova inoltre una sua  logica anche nel modo di razionalizzare le risorse, evitando le sovrapposizioni, gli sprechi o le mancanze di coordinamento che penalizzano il carattere turistico dell?intero  territorio.

Risorse che potrebbero venire dalle fondazioni presenti sul territorio e che intendono qualificare la loro azione in questo specifico settore, dai  ministeri sopra citati, dalle varie organizzazioni non profit, enti, imprese, soggetti che costituiscono il tessuto connettivo della Tuscia nonch? da specifiche progettazioni presentati all?attenzione dell?Europa Unita

Per promuovere un territorio cos? vasto si render? necessaria una collaborazione fra amministrazioni che si impegnino a intraprendere un?azione di coordinamento mettendo in relazione idee e programmi riunendo intorno a se categorie di associazioni, creando una rete di strutture adibite a comunicare e valorizzare le bellezze della Tuscia, una struttura che sulla rupe noi avremmo gi? individuato nel Palazzo dei Sette una volta trasformato in galleria.

Un complesso che potrebbe diventare anche un centro aggregativo per tutta la comunit? orvietana oltre  che un ottimo volano  per il commercio e una vetrina indispensabile per l?artigianato.

Pertanto risulta controproducente dissipare un territorio come il nostro con la costruzione di nuovi agglomerati abitativi quasi ci fosse una soprapopolazione come se l?Umbria fosse grande quanto il Texas. Del resto lo abbiamo gi? stravolto a sufficienza ed ora dobbiamo rinvestire su un suo risanamento  e l?applicazione di un distretto culturale vuole essere una risposta concreta di come si possa conciliare crescita economica e tutela dell?ambiente .

Pubblicato il: 16/01/2010

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