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SUL PATTO PER ORVIETO, OVVERO : VIRIBUS UNITIS CONTRA PERICULUM

Mario Tiberi

Di Patti, nel corso dei secoli, ne sono succeduti a bizzeffe; quando gli uomini, di fronte alle emergenze della storia, non sanno pi? che pesci pigliare trovano utile e accomodante rivolgersi a delle intese tra di loro finalizzate al salvataggio, pi? o meno morale o pi? o meno strumentale, di realt? obiettivamente mal conciliabili ma, delle quali, ? opportuno se non necessario ricercare ?la quadra?, possibilmente fino a raggiungerla.

Recentemente si ? sentito vociferare di patti etici, spesso bistrattati e a volte ammalloppati come carta straccia; di patti per la casa con cicliche fluttuazioni rivolte non tanto a sani investimenti in mattoni e cemento quanto piuttosto a scellerate speculazioni edilizie; di patti per la salute pubblica nel cui contenuto, ultimamente, non si ravvisa molto a salvaguardia del benessere psico-fisico dei cittadini se non delle generiche dichiarazioni di buoni propositi.

Di questo passo e cos? via dicendo, se ne potrebbe elencare una lunghissima serie; ci? che per? non funziona nelle pattuizioni risiede nel fatto che, troppo frequentemente, ci si dimentica del principio essenziale che sta al fondamento del patto inteso come forma ordinamentale e che ? ben riassunto nell?antico adagio, espresso con l?uso della perifrastica passiva, contenendo in s? il senso del dovere: ?Pacta Servanda Sunt?.

Non credo infatti di proferire qualcosa di non vero se affermo, con decisione, che ? molto facile ed agevole stipulare dei patti mentre ? ben pi? arduo e impegnativo il saperli poi rispettare.

In Citt? si ? aperto e tiene banco il dibattito su un provvidenziale accordo, tra le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale, per un tentativo estremo di uscita a testa alta dalle secche della paralisi amministrativa e contabile.

Chiunque possieda una dose, seppur minima, di buon senso e di cognizione delle pubbliche responsabilit? non pu? sottrarsi dall?aderire a siffatta prospettiva in virt? dell?obbligo morale e giuridico che, quando la nave sembra essere in procinto di affondare, a nessuno dell?equipaggio ? consentito di abbandonarla e, tanto meno, al suo capitano.

Ma, per evitare il naufragio e riportarla in condizioni di sicuro galleggiamento, alcuni rischi bisogna pur correrli anche se calcolati e ben distribuiti tra le forze in campo.

Il primo rischio ? in capo al Sindaco in carica se non riuscir? a ricompattare in tempi brevi la coalizione di centrodestra che lo appoggia e sostiene poich? quest?ultima, da alcune settimane a questa parte, ha fornito evidenti segni di qualche insofferenza e sfilacciamento proprio sul terreno della sua tenuta istituzionale e se non provveder?, quanto prima, a meglio impostare e programmare le linee di indirizzo del suo governo per la citt? perch?, in tutta franchezza, quanto esposto e realizzato fino ad oggi ? palesemente deludente e molto al di sotto delle aspettative generali e di quanto promesso durante le fasi della campagna elettorale.

Il secondo rischio lo corre l?opposizione di centrosinistra in quanto la sin qui perseguita ?politica delle astensioni? non potr? certo durare per l?intera consiliatura, pena il vanificarsi del suo ruolo di pungolo e di stimolo costruttivo per l?azione di governo del Sindaco e perch? astenersi, sempre e comunque, assumerebbe a lungo andare il sapore incomprensibile ed inaccettabile del disimpegno e dell?indifferenza.

Al contrario il PD, ed ? bene rammentare che il riferimento ? relativo al partito di maggioranza quasi assoluta, deve accollarsi l?onere di esercitare una costante e robusta spinta propulsiva sul piano delle iniziative di innovazione progettuale se non vuole abdicare o scendere a livelli di subalternit? o di solo comprimariato.

E?di tutta evidenza, a questo punto del ragionamento, che il rischio di maggiore elevazione in grado ricade sulla testa della collettivit? orvietana perch?, se rimanesse senza guida stabile e sicura degli approdi a cui ancorarsi, resterebbe in balia di accidenti fuori controllo e, dunque, sempre meno governabili.

Pubblicato il: 29/12/2009

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