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Il flop del Casermone

Pier Luigi Leoni

L?esilarante epilogo della gara per la valorizzazione del Casermone lascia aperte molte domande.

Gli errori nella confezione delle offerte sono talmente grossolani che fanno sbellicare dalle risa tutti coloro che hanno un minimo di dimestichezza con queste procedure.

Il sindaco di Orvieto, Toni Concina, non aveva mai nascosto di prevedere il flop, quando la sinistra  gli sollecitava l?apertura delle buste. Ma si riferiva al contenuto del bando, quindi al merito della gara. E faceva capire che stava prendendo tempo per farsi un?idea personale (invitando sul posto persone competenti) sulle opportunit? offerte dal casermone. Se Concina avesse saputo delle irregolarit? delle offerte non avrebbe coinvolto il professor Stefano Rodot?, che si ? dovuto limitare, con gli altri commissari di gara (ingegneri e architetti) a constatare ci? che un geometra comunale avrebbe potuto fare egregiamente.

I consiglieri comunali della sinistra, che sollecitavano l?apertura delle buste, credendo che il sindaco avesse qualcosa da nascondere, sarebbero stati pi? cauti se  avessero previsto il buffo finale.

Si ? trattato dunque di una messa in scena da parte del sindaco uscente, troppo sicuro di rientrare?

Non mi sembra probabile. Se l?ex sindaco fosse stato ricandidato e fosse stato rieletto, avrebbe fatto una figura ancora pi? magra.

Si restringe il numero dei sospettabili. E non ? detto che il colpevole sia uno solo.

Mentre aspettiamo che i colpevoli si tradiscano, pensiamo al futuro, che richiede idee geniali e non chiacchiere provinciali. Se ci fossero geni a Orvieto, non saremmo a questo punto. Ma esiste anche il resto del mondo. Basta fare un fischio e promettere lauti guadagni.

Pubblicato il: 25/12/2009

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