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NOTIZIE CORSIVI

Un?Italietta davvero piccola

Mario Tiberi

Essere italiano ? sempre stato motivo di fiero orgoglio per la mia persona: la terra di Santi, Poeti e Navigatori; la culla della civilt? giuridica e della cultura umanistica e scientifica; la patria che ha generato figli tra i pi? geniali nella storia delle arti liberali; il centro della Cristianit?: se tutto ci? dovesse sembrare di poco conto sarebbe come negare che il sole ? la luce e che l?acqua ? la vita.

Senonch? fatti e situazioni della pi? recente storia italica hanno innescato, anche nella mia coscienza di patriota, un qualche sillogismo aporetico sulla attuale capacit? del nostro popolo di tenere alto il buon nome nazionale e di essere all?altezza delle migliori tradizioni e virt? secolari.

Ad onor del vero, ? giusto rammentare, per chi non lo sapesse, che proprio nello scorso mese di Ottobre il Parlamento della Repubblica Popolare Cinese, riunito in seduta plenaria per la riforma del loro ordinamento di diritto civile, si ? trovato al bivio di dover scegliere tra il modello anglosassone e quello direttamente collegabile al Giustinianeo ?Corpus Iuris Civilis? , che altro non ? se non il massimo compendio giuridico dell? intero Diritto Romano.

A stare alle cronache, i deputati cinesi non ci hanno pensato due volte e la loro convinta e ponderata scelta ? andata a favore del sistema normativo diretto discendente della civilt? legale latina.

Ne dovremmo essere orgogliosi, ma i meriti di un cos? apicale riconoscimento non li possiamo certo attribuire a noi italiani del ventunesimo secolo, quanto piuttosto ai nostri antichi e illuminati antenati.

Oggi, per converso, ci distinguiamo per delle cadute e degli insuccessi che ci dovrebbero far riflettere sull?effettivo ruolo che svolge l?Italia nello scacchiere politico europeo e mondiale.

E? dell?altro giorno la notizia ufficiale che il candidato italiano, designato alla carica di Alto Rappresentante per le politiche estere dell?Unione Europea, ? stato bocciato e a lui ? stata preferita la britannica signora Aston. Gli Alti Rappresentanti, dopo l?entrata in vigore del trattato di Lisbona, sostituiranno gli ormai superati Commissari e di fatto svolgeranno le funzioni di veri e propri Ministri Segretari degli Stati dell?Unione. Non c?? che dire, per la nostra Nazione ? stata una dura e sonora sconfitta!.

E la batosta non ha interessato la sola persona di Massimo D?Alema, non tanto perch? esponente del Partito Democratico quanto perch? ormai ritenuto un politico sull?irreversibile viale del tramonto, ma anche e soprattutto l?intero Governo italiano che si era pronunciato a sostegno di quella candidatura e si era prodigato come non mai affinch? l?operazione andasse favorevolmente in porto.

Il presidente del Consiglio si pavoneggia molto spesso sbandierando ai quattro venti le sue influenti amicizie e i suoi vigorosi rapporti istituzionali con i potenti della Terra; quando si tratta, per?, di incassare un risultato di altissimo prestigio internazionale ? costretto a cedere la suola delle scarpe a chi ? pi? possente di lui. Nel caso in specie ai capi del Governo di Francia, Germania e Inghilterra.

Dobbiamo, a questo punto, prendere atto della presenza di una classe dirigente della politica nazionale che segna il passo sul piano della credibilit? estera perch? litigiosa al suo interno, disorganica nelle strategie diplomatiche, ontologica nella sua autarchia di pensiero e, infine, fragile e debole nelle articolazioni del proprio tessuto connettivo.

La realt? ? questa e con essa bisogna necessariamente fare i conti: per risollevarsi, i margini di manovra non mancano, ma serve adoperarli al pi? presto!.

 

 

 

 

Pubblicato il: 22/11/2009

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