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Lettera anonima al sindaco di Orvieto

Nello Riscaldati

molto riverito Sig. Sindaco,

mi rivolgo a Voi con queste incerte e tremolanti righe vergate a lume di candela, pagata di tasca mia, anche se  non siete n? indigeno, n? tampoco aborigeno, bens? oriundo delle lontane terre irredente d'oltremare. Essendo dunque Voi un avventizio, se pur gradito, avete a Vostro rischio e si suppone in pieno possesso delle Vostre facolt? di intendere e di volere, voluto sederVi su di una poltrona che per una met? era stata gi? venduta per pagare i debiti e per l'altra met? non era stata ancora pagata come Voi ben sapete e come tutto il popolo da tempo gi? sapeva pur tacendo.

Per renderVi consapevole della gravit? degli eventi ai quali sar? sottoposto il Vostro riverito Ufficio Vi faccio partecipe che quest'anno c'? stata una grande mor?a di piccioni per via della gente che non arriva alla fine del mese, di conseguenza quando siamo verso il 25 i cittadini si ingegnano col sistema della mollichella e allora per quelle povere creature non c'? pi? alcuna via di scampo praticabile. 

Quando i piccioni sopravvissuti alla strage lo sono venuti a sapere da certi loro amici che nidificano in Comune, e che Voi ben conoscete, si sono tutti con cura nascosti e adesso volano solo di notte insieme alle civette e alle nottole, tanto che i cittadini al minimo della pensione e al massimo dell'appetito sono costretti a dare la caccia ai gatti grassi che per? corrono pi? veloci di loro proprio come tutti sperano che un giorno possa muoversi e correre l'Amministrazione comunale recentemente eletta.

Narrano le leggende metropolitane che, tempo fa, un vegliardo molto pi? che centenario abbia armeggiato non poco con corda e sapone, durante una notte di luna piena,  per tentare di impiccarsi all'unico albero disponibile: un vecchio ceraso secco da chiss? quanti anni il quale per?, non riuscendo a sostenere il peso pur leggero del suddetto vegliardo, si  frattur? l'unico ramo tarlato che era riuscito a conservare e il meschino, precipitato malamente e soccorso da un intabarrato viaggiatore notturno, una volta rialzatosi incolume e prima di sparire nel nulla della notte si dice che abbia affidato a costui un antico documento con su scritta, in una lingua nota soltanto all'intabarrato viaggiatore; la notizia invero inquietante ed allettante insieme che in un minuscolo cassetto segreto di un vecchio e logoro scrittoio fabbricato secoli prima da un artigiano di mezza tacca con l'umile legno di un cipresso abbattuto dal fulmine, gi? di propriet? del Comune e venduto tempo addietro a un ignoto rigattiere per pagare i debiti contratti dalle passate Amministrazioni, in questo minuscolo cassetto sarebbero dunque ancora contenute nientemeno che cinque magiche monete sonanti tutte d'oro zecchino cucite entro un panno di lana caprina tessuto a mano acciocch? non causassero rumore alcuno.

Su detto documento, vergato chiss? quando e da chiss? quale mano, ci sarebbe scritto altres? che Voi, colendissimo signore, dovreste senza indugio partirVi da codesto luogo lasciando poltrone ed affetti e ritornarVi solamente una volta in possesso di tali monete. Fatto questo dovreste poi recarvi da solo e di notte al Campo dei Miracoli dove le  seminerete in una buca poco profonda e le annaffierete per sette volte con l'acqua del Pozzo di S. Patrizio raccolta in sette brocche diverse e da riempire in sette discese da compiere l'una dietro l'altra e senza porre in mezzo alcun indugio temporale.

A Vostra consolazione Vi informo che nello svolgere  codesto oneroso ufficio non correrete rischio alcuno perch? in Comune ormai non abitano pi? da tempo n? il Gatto n? la Volpe i quali per?, a quanto si mormora, sembra che si siano ben nascosti in qualche angolo oscuro o nella penombra di un sottoscala cadente per aspettare al varco la S.V. Illustrissima e non saprei dirVi con quali intenzioni. Sempre in Comune ? possibile invece incontrare ancora sia Lucignolo che molti abitanti del Paese dei Balocchi tanto  maschi che femmine.

Una volta seminate e annaffiate le monete d'oro potete  andare pure a riposare tranquillamente. Sul far del giorno, al Vostro risveglio, con Vostra immensa meraviglia troverete un albero alto quanto la Torre del Moro e cos? carico di monete d'oro da piegare, fino a spezzarli, i pur robusti rami del medesimo i quali sembreranno fare a Voi una sorta di  inchino di riverenza.

Chiamati pochi intimi a testimoniare tanto prodigio e terminato il raccolto, il futuro della citt? torner? di nuovo ad essere luminoso cos? come tutti i cittadini morigerati e benpensanti si augurano. Cos? come in egual guisa si augurano che si illumini il volto di quell'assessore ?sanza infamia e sanza lodo?, il quale, ?absit iniuria verbis? sembra essere stato espiantato dai ?carri? di Viareggio, naturalmente senza offesa alcuna per la citt? del Carnevale.

Ritengo sia mio dovere informarVi che alcuni commercianti, per fronteggiare la crisi, hanno deciso di mettere in vendita anche il bancone del loro negozio, compreso il registratore di cassa, il portacenere, il metro, il giornale di ieri e, se c'?, anche il vecchio e affezionato gatto.

Si dice anche che per attrarre clienti alcuni ristoranti offrano oltre il pasto anche le posate, i bicchieri e il tovagliolo usati per consumarlo e che i bar reg?lino tazze, tazzine e cucchiaini a scelta del cliente.

Gli alberghi per ora offrono solo asciugamani e saponette, ma si dice che sia allo studio delle associazioni di categoria consentire agli ospiti di portarsi via anche le lenzuola ed in un prossimo futuro pure i materassi.

Si vocifera in giro che un consigliere di maggioranza abbia consigliato, per risparmiare corrente, di far funzionare l'ascensore del Comune solamente per scendere sfruttando cos? la forza di gravit? che, come il medesimo sostiene, non dovrebbe essere onerosa per le casse dell'Amministrazione.  La brillante idea, pur avendo  suscitato qualche titubanza, ? al momento sottoposta all'attento esame degli esperti dell'Ufficio Tecnico Comunale.

Viene riferito anche, Illustrissimo, che i virus H1N1, i quali  speravano di impiantare una base d'appoggio e un loro serbatoio dove rifornirsi presso la discarica ?Le Crete? stiano trovando serie difficolt? al loro insediamento perch? coraggiosamente e validamente contrastati dai ben pi? potenti virus della monnezza orvietana schierati a difesa della citt?.

Concludo qui la presente vergognosa missiva perch? la candela ? ridotta ormai al lumicino proprio come sono ridotti i pensionati al minimo e anche perch? al momento non dispongo di fondi sufficienti per acquistarne un'altra, cos? come spero che sia per quel consigliere che durante le sedute non ride mai come Voi avrete certamente e pi? volte  ben  notato.

con la dovuta riverenza
Nello Riscaldati

Pubblicato il: 11/11/2009

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