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VERITA? E POTERE

Mario Tiberi

Il concetto di potere, sia esso verbo o sostantivo, nel corso dei secoli e a seconda delle epoche ha subito profonde trasformazioni oscillando, a guisa di pendolo, da una sponda all?altra del suo significato pi? proprio ed etimologicamente corretto.

?Possum?, nel mondo latino, stava a rappresentare l?esplicazione della funzione di governo e di comando attraverso l?esercizio della ?Auctoritas? che, a sua volta, racchiudeva in s? il riconoscimento universale delle potest? pubbliche e ordinamentali assegnate alle Magistrature costituzionali nel segno della severit? e della autorevolezza.

Congiure di palazzo, atti di sabotaggio, giochi al massacro per deliri di potere sono vecchi quanto la storia dell?umanit?, nonostante i sani principi appena descritti. Il correttivo e la compensazione a tali devianze lo si ? sempre trovato in figure di alto profilo esemplare che della probit?, dello spirito di servizio disinteressato, della nobilt? d?animo hanno plasmato tutta la loro esistenza elevandoli a permanenti valori e ideali di vita.

Di fronte a siffatti personaggi, molti degli attuali detentori del potere dovrebbero coprirsi la faccia di vergogna per la loro meschinit? e ridicolaggine avendo scambiato l?autorit? con la sopraffazione, il ricatto, lo sfruttamento dell?uomo sull?uomo, il mercimonio dei corpi e delle coscienze.

La causa che genera il malcostume dilagante va ricercata, a mio sommesso avviso, nel rifiuto pregiudiziale della ricerca della Verit?; perch? la verit? fa male, non copre pi? le malefatte e gli inganni, porta alla luce misfatti inconfessabili, sbatte contro il muro delle proprie responsabilit? gli incoscienti e i superficiali, chiede il conto secondo giustizia.

Certo, il perseguimento della verit? non ? impresa agevole se, nel concreto dei nostri limiti umani, essa pu? assumere poliedriche sfaccettature e distinzioni. Si pu?, ad esempio, dissertare su una verit? mediatica e tutti sappiamo come troppo spesso i mezzi d?informazione sono elargitori di falsit? e di notizie inattendibili; di una verit? giudiziaria e non ? raro il caso di clamorosi errori legali per cui non sempre la legge ? uguale per tutti; di una verit? politica e qui, per davvero, ? possibile andare oltre i confini della realt? e della pi? fervida immaginazione.

Ma la Verit? in se stessa, quella vera, pu? trovare ospitalit? nelle dimore della mente e del cuore degli uomini? Sono convinto di s?, a patto che ad essa si accompagni un puro e genuino sentimento di Giustizia.

Roberto Saviano ha recentemente affermato che la verit? non coincide mai con il potere: mi trovo solo parzialmente in sintonia con tale secca denuncia in quanto non bisogna mai fare di ogni erba un fascio e perch? non ? giusto criminalizzare tutti per una parte marcia e empia.

Potrebbe, a questo punto, venirci in soccorso la cultura classica, pagana ma saggia. Nell?antica Grecia erano preminenti tre entit? metafisiche, oggi le potremmo chiamare moderne Monadi, che personificavano il fato o destino, Tuke, la vittoria, Nike, la giustizia, Dike. Ebbene, allorquando le vicende umane si tingevano di sangue, di vendetta, di tragedia, Tuke spingeva Nike verso Dike e Dike risaliva nell?alto del cielo per cospargersi della tinta del divino.

Ai potenti che, proprio perch? tali, si credono autorizzati a prendersi beffe della Verit? sia di monito che, se riusciranno a sfuggire alla giustizia terrena, non la potranno far franca con la inflessibile Giustizia Divina.

Pubblicato il: 27/10/2009

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