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L?Italia dei Valori gioca allo sfascio

Fausto Cerulli

L?Italia dei Valori, valori di quale Italia, chiede nuove immediate elezioni. Richiesta legittima, a patto che si conoscano i richiedenti. Non so se si tratti di una iniziativa locale, o di un diktat proveniente direttamente dal Capo. Quel tal Di Pietro, dal parlar forbito e dai modi garbati, il quale fu poliziotto, poi giudice poliziotto, poi imputato che divenne deputato e per non perdere tempo anche avvocato, poi cancellato, non so e non voglio sapere perch?, dall??Albo degli Avvocati.. questo per dire del Capo: quanto ai suoi fedelissimi locali, non ? che li conosca bene, e quelli che conosco giuravano che non avrebbero mai fatto politica. Conosco, questo s?, Giorgio Santelli, che si ? candidamente riciclato nell?Italia dei Valori, dopo essere stato bocciato alle primarie per sindaco a Porano, nelle file del PD. Non so se il suo passaggio nelle file di Di Pietro sia stato un atto di coerenza comunista, quello che so per certo ? che grazie a quel salto ? diventato Consigliere Provinciale, che ? qualcosa di pi? che fare il Sindaco, come dimostra la vicenda di Mocio, il quale dopo aver mandato allo sfascio il PD orvietano, ed essere stato cacciato dal Comune a furor di popolo, ? diventato Assessore Provinciale, sempre per il PD, della serie adesso che ho mandato in malora l?amministrazione comunale voglio rovinare quella provinciale: comincio a pensare che Mocio, con tutto il rispetto che merita, sia un infiltrato eccellente. Ma torno alla richiesta dell?Italia dei Valori: un movimento al quale, in assenza di altro, voglio riconoscere una sana presunzione ed una santa arroganza. Quando fanno un comunicato, sembra uno di quelli, a numero, delle Brigate Rosse, con rispetto parlando. Ora si sentono investiti dal popolo, quello loro, della missione di far saltare la giunta presieduta da Concina. Il quale viene accusato di non aver fatto nulla da gente che ha tollerato per anni  il malaffare delle giunte di centrosinistra, senza mai chiamare il popolo alla guerra delle urne. Forse mi sbaglio, ma a sbagliare qualche volta ci si azzecca: ma qualcosa mi dice che i dipietrini sperano di conquistare, con nuove elezioni, qualche posto in Comune, approfittando del marasma del PD.  Santelli docet. Io non mi permetto di discutere la loro richiesta di elezioni: richiesta legittima, ma che sarebbe stata pi? legittima se fosse venuta da coloro che detengono la maggioranza nel Consiglio Comunale, e che avrebbero, almeno sulla carta, i numeri giusti per sfiduciare Concina con un semplice ordine del giorno, se non con una mozione di sfiducia: se non lo fanno loro, avranno qualche motivo. O pensano, come dovrebbero pensare e come sembrano pensare, che indire nuove elezioni in un momento di crisi tremenda, servirebbe soltanto ad aggravare la crisi, ed a rinviare alle calende orvietane qualsiasi tentativo di soluzione. Oppure pensano che, come io credo, nuove elezioni darebbero a Concina anche la maggioranza consiliare.; i capi del PD locale, l?ho sempre detto e scritto, non conoscono neppure l?abc della politica, ma sono furbi, fatti furbi da cinquant?anni di potere. Voglio essere franco: i dipietrini locali, se si andasse a nuove elezioni, prenderebbero magari anche quattro consiglieri comunali, pescando nel malumore degli elettori del centrosinistra verso gli esponenti locali del suddetto.  Ma mi chiedo che cosa ci farebbero, con quattro o cinque poltrone, in un Consiglio Comunale ulteriormente dilaniato da una battaglia tutto sommato interna alla compagine che fu di sinistra, poi di centrosinistra, poi di centrosenzasinistra, e non staranno meglio con Bersani o Franceschini, italiani brava gente. Certo, potranno far sentire la loro voce: ma sar? una voce flebile, la voce del malcontento, quella sgradevole e populista di Di Pietro, che non si accorge di fomentare e favorire, con il suo populismo dissennato, il populismo mirato del Berlusca. Mi accorgo di essere sgradevole ed astioso, in questi ultimi tempi: ma sono stufo di certe improvvisazioni che sanno di protagonismo, di ricerca di presenza comunque nell?assenza glaciale di una proposta seria e politica di opposizione. Ho cercato di spiegarmi, altre volte: apprezzo Toni, anche se non apprezzo il suo contorno. Gli do atto di fare tutto il fattibile, in questa crisi locale ma globale.. Non sono diventato il suo difensore d?ufficio, anche perch? ha molti avvocati al suo arco di governo. Ma ho detto che ho anche apprezzato l?atteggiamento collaborativi, e non collaborazionista, della maggioranza consiliare: che sembra aver capito che si mette qualche toppa ai buchi del passato, soltanto con un minimo di consociativismo contingente. Per questo considero l?appello alle elezioni fatto dagli esponenti di Italia dei Valori, un invito allo sfascio, un gesto autoritario di presenza dell?assente. La mia paura, lo dico da sinistra, ? che qualcuno di sinistra possa scambiare i dipietrini per gente di sinistra. Mentre si tratta di arruffapopoli, ovviamente al di l? delle intenzioni. Toni, dimmi la verit?: non ti aspettavi questo ennesimo regalo. Giocano tutti per te, senza volerlo. E i casi sono due: o tu ti stai creando una opposizione di Tua Maest?, oppure l?opposizione naviga ormai nella pura follia. Del resto anche Paolo di Tarso ( lettera ai Corinzi) scriveva ? concedetemi un poco di follia?. Ma lui ne chiedeva soltanto un poco, di follia. Qui siamo all?ingrosso.

Pubblicato il: 22/10/2009

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