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PERCHE' SIAMO CON IGNAZIO MARINO

Vittorio Annovazzi

PERCHE' SIAMO CON IGNAZIO MARINO
Siamo con Ignazio Marino per due ordini di valori, che coinvolgono tutti, anche i nostri avversari.
Poich? la Patria viene prima del localismo - e la politica dovrebbeessere "l'arte dell'amore per la Patria" - dico dei motivi che sono amonte della nostra scelta e cio?, per citarne alcuni: Sapere per chi e per cosa andremo a votare; Cosa il Partito cercher? di fare e soprattuto cosa non far? mai; Perch? la societ? civile
torni ad essere protagonista e si instauri un ricambio nella classe politica, che deve cessare di essere una casta privilegiata di intoccabili, dai pochi positivi talenti ; Perch? finalmente il popolo, tutto il popolo, goda del diritto di accedere alla informazione, facendo cos? dell'opinione un diritto esercitato da tutti e non pi?
una farsa per la maggioranza e un privilegio per pochi, e che quindi si condanni senza appello chi, per un piatto di lenticchie, ha mercanteggiato la soluzione radicale e civile del conflitto di interessi, in un paese nel quale i due terzi della popolazione non legge un libro o un giornale, ed il 66 su 100 ha incapacit? di comprensione alfabetica e di calcolo.
In queste condizioni chi ha ceduto di fatto ad un unico soggetto, ben consapevole, il quasi monopolio dell'informazione televisiva, unica fonte per i pi? di informazione, ha dimostrato di non tener conto dei
diritti inviolabili della maggioranza della popolazione, cio? dei pi? umili e diseredati, che un partito di sinistra, e non solo, dovrebbe sempre tutelare.
Bisogna quindi cambiare la dirigenza nazionale, con la quale, come disse Moretti, per generazioni il paese non godr? di fatto del diritto all'alternanza.
Ma il cambio della dirigenza nazionale ? e resta la necessaria premessa per il rinnovamento del gruppo dirigente locale, delle cui responsabilit? sarebbe troppo lungo ed ovvio dire
Dobbiamo poi fissare delle regole assolute per le quali gli incarichi politici non siano dei vitalizi feudali, ma cessino dopo il primo mandato, escludendo la burocratica candidatura di funzionari di partito, mentre si obblighi i politici locali a dichiarare la propria situazione patrimoniale e quella del coniuge, a inizio e fine mandato.
La nostra ? una battaglia dura e difficile, quale la inesorabile drammaticit? dei tempi impone : vogliamo che il nostro messaggio smuova anche gli scettici, e dia concretezza alle nostre speranze di rinnovamento civile, perch? la politica, e con essa il Partito Democratico torni ad essere la casa degli onesti e non dei furbetti e
dei furbi.
La tornate elettorale pu? e deve essere un buon inizio: nessuno se ne senta estraneo !

Pubblicato il: 17/10/2009

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