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La sinistra orvietana verso il 'fondo'

Fausto Cerulli

Ad Orvieto, ormai lo so, tutto accade in maniera diversa dalle maniere normali. In genere, ad esempio, quando la barca affonda i topi scappano e il capitano coraggioso cola a picco con la sua barca. Da noi no. La barca del cosiddetto centrosinistra sta affondando inesorabilmente, a livello nazionale ed a livello locale, ma i topi, uso ovviamente una metafora non volendo offendere nessuno pur attaccando quasi tutti, invece di scappare strillano. Io sono stato spesso critico, da questo e da altri giornale on line, sulle non magnifiche e non progressive vicende del centrosinistra, pur cercando di dare il mio modesto contributo perch? la famosa lacera vituperata bandiera rossa

continuasse comunque a sventolare sul Palazzo. Leggendo adesso una nota sull?atteggiamento di chi per anni ci ha governato, mi sento accapponare la pelle.  Cimicchi che accusa Mocio, tutti e due che accusano il vento e la malasorte, qualcuno  accusa Capoccia, che ? come sparare sulla Croce Rossa. Proprio nel momento in cui dirigenti muniti di un minimo acume politico ed anche sociale avrebbero dovuto accantonare vecchi rancori, beghe personali, e gossip vari, per mostrarsi compatti nei confronti della destra che ora governa Orvieto,( e non stiamoci a cantare la canzoncina dell?anatra zoppa, perch? qui ad essere zoppa e malamente claudicante ? la sinistra, sconfitta anche se sorretta da una maggioranza consiliare sempre pi? evanescente, e sconfitta tanto da perdere oltre che il buon governo anche il buon costume.) essi scendono in campo per rinfacciarsi senza pudore affari, affaretti, affarucci. Tutto era cominciato con Barbabella, messo sotto tiro incrociato per le faccende di quel coso che io non ho mai capito che coso veramente sia, ma comunque dovrebbe essere stato una sorta di macchina mangiasoldi. Premetto che, pur non conoscendo con esattezza i termini della questione,  mi sento di poter giurare sulla correttezza di Franco Barbabella. Lo conosco da anni, conosco il suo dannarsi l?anima per problemi che avrebbero spaccato la schiena a chiunque altro, lo conosco per quel gioiello organizzativo e culturale che ? il Liceo Scientifico.

E non posso non voglio non so credere che abbia gestito male quel coso che non so cosa sia di preciso, e meno che meno che abbia lucrato a gestire quel coso pro domo sua. Io, che da ragazzo sono stato socialista, e segretario dei giovani del PSI, sia pure in nome e per conto della sinistra socialista che si rifaceva a galantuomini come Riccardo Lombardi e Lelio Basso, ritengo di poter dire la mia in fatto di socialisti sia pure residuali.  Il PSI, in un?Italia corrotta, ? stato negli anni novanta il pi? corrotto dei partiti corrotti. Ma ritengo bestemmia pensare che tutti i socialisti siano stati o siano corrotti. E corrotto, certo, non ? stato Franco Barbabella, che ? stato un sindaco

sulla cui condotta non si sono addensate ombre di sorta. E se Franco non ha lucrato con la carica di primo cittadino ( se lo avesse fatto lo saprebbero pure le tombe etrusche) non so pensare che si sia messo a lucrare con quel coso. Chi ruba, ruba sempre, ha il DNA del ladro, fosse pure del ladro di polli. Franco Barbabella ha dimostrato, carte alla mano, che se qualcosa non ha funzionato nel coso, ci? ? dipeso dai poteri forti che per essere forti non potevano tollerare che un altro potere andasse per il verso giusto. Il caso Barbabella  ? stata la miccia che ha fatto scoppiare la caldaia del potere che ci ? stato potere. E cos? Cimicchi, che pure ? stato inquisito per via dei rifiuti raccattati a Giugliano, nel Casertano ( e Saviano docet) difende il proprio operato con l?argomentazione che quel raccattare rifiuti a Giugliano era il male minore, perch? erano rifiuti sicuri, rifiuti DOC. L?accanimento difensivo di Cimicchi in queste giornate di quasi lutto per la sinistra ha qualcosa di patetico, mentre il contemporaneo accanimento offensivo di Mocio non ? neppure patetico; ? un accanimento di vero stile democristiano, con quel doroteo dire e non dire. E da tipico uomo di sottopotere, una volta persa la poltrona di sindaco, brandisce come una spada la poltrona di assessore provinciale. In tutto questo insano accumularsi di rivelazioni che non rivelano ma tendono di nuovo a velare l?ormai troppa scoperta realt? di anni di malgoverno, risuona il nome di Capoccia, che a dire di molti ? sempre stato il vero uomo di potere: non so se sia vero, so soltanto che Capoccia, chiunque fosse sindaco, gli stava accanto come un?ombra pesante e forse anche pensante.

Fino a questo momento lascia molto pensare il silenzio di Loriana Stella. E mi lascia pensare che la magica Stella stia zitta per paura di dire qualcosa di troppo Il suo silenzio, se tale fosse destinato a restare, le lascia qualche fulgore. Forse, tutto sommato, Loriana non ha ben capito che la barca affonda, oppure ? convinta di saper nuotare abbastanza per non affogare nel fango che sta sommergendo tutto il passato potere locale. Se non escono ora e subito nomi nuovi e facce pulite, possiamo dire addio al centrosinistra orvietano. E non ? detto che sia un male: bisogna toccare il fondo per risalire. Ed il fondo, veramente, la classe dirigente che ci ha malamente diretto lo sta toccando. E provo una sorta di brivido nel ricordare che un onesto come Adriano Casasole forse si uccise per scansare il fango che ha inzaccherato le scarpe del potere orvietano per almeno venti anni. E lo dico con amarezza profonda, e con rabbia sincera. Lo dico da comunista, per quello che vale.

Pubblicato il: 02/10/2009

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