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Ad Orvieto non solo oboe ma anche mutande

Riccardo Maria Fatone

ORVIETOSI, a firma del suo direttore Dante Freddi, riporta nell' articolo "Orvieto e l' oboe" il commento che un commerciante di Via del Duomo fa dopo la "Notte Bianca": " ...la tanta gente, sembrava di stare a Riccione, non si passeggiava, una vergogna. Un popolo per bar e venditori di mutande, gli unici che hanno guadagnato. Musica ovunque, rumorosa. Una vergogna......Orvieto pu? sopportare soltanto la musica di un oboe".
Io che sono uno(dei pochi?) che ha guadagnato, per rispetto del commerciante di Via del Duomo, ho il dovere di dichiarare, non senza un certo orgoglio, di essere un venditore di mutande. Poich?, quando mi accingo a pagare le tasse non ho mai sentito, non so, un impiegato, un funzionario dire:" Oh, questo vende le mutande, paga 'na frega di meno...!'. Inoltre, anche lo sbucciare le patate se eseguito secondo regola e con una certa attitudine etica ed estetica ? un mestiere benedetto da Dio. Terza e significativa considerazione: la "Notte Bianca", per alcuni un po' kitsch e fragorosa, oltre al pregio di poter essere nel tempo  mitigata e raffinata, ha quel senso dell' incommensurabile che, a differenza di altre ben pi? riccionesche iniziative risulta, per il contribuente, a costo zero.
Cos?, date le premesse, sopportiamo un po' di bagarre estetico-acustica, a suonare soltanto l' oboe si corre il rischio, anche per noi che le vendiamo, di restarci.....in mutande!
 

Pubblicato il: 29/08/2009

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