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La bomba di Porano

Fausto Cerulli

Erano mesi che ci pensava, sentiva parlare di raccolta differenziata e lui pensava alla vendemmia, e che avevano scoperto che si coglieva prima l?uva bianca e poi la rossa, e della bianca prima quella che guardava a sud. Al sud dell?uva. Poi aveva chiesto a sua nipote che porta il peircing anche sulle labbra che non si vedono e che dunque capisce azzo se capisce di spiegargli bene ? sta cosa della raccolta differenziata. E lei, che aveva fretta perch? le ragazze con il peircing l? hanno sempre fretta, per accontentarlo gli aveva detto nonno se tu metti la monnezza in un certo posto che si chiama campana, e metti la carta insieme alla carta e il vetro delle bottiglie che ti scoli all?animaccia tua insieme agli

altri vetri poi viene Pippo Baudo e ti d? una monnnezza di premio. Alla fine si decise a tentare la grande avventura: prese una scatola di cartone su in soffitta, e ci mise dentro quelle bottiglie che ormai le aveva spremute, quel pezzo di vetro di finestra che gli si era rotto e da quando si era rotto lui teneva sempre le serrande abbassate senn? gli dicevano rincoglionito: e ci mise anche quella bagi?r che non ci stava bene nella sua ca-mera che i figli gliela avevano fatta nuova con tanti sacrifici. Poi prese il tutto, e scese in strada con quella scatola in mano e scese che era mattina presto per non farsi chiedere da mezza Porano che cazzo ci faceva con quella scatola in mano. E la poggi? vicino alla campana verde che adesso capiva che ci stava a fare.

Tutto sarebbe finito cos? se? Se lui non avesse lasciato a penzoloni fuori dalla scatola un pezzo di filo della bagi?r. Se quel giorno a Porano non ci fossero state tante truppe che nemmeno quando spos? ad Orvieto la figlia di Misasi buonanima che la citt? fu cinta d?assedio e per fortuna c?era il Pozzo di San Patrizio per abbeverare la plebe. Se il ministro degli interni non avesse detto che il terrorismo sta rialzando la testa, e se lo dice lui che ? ministro degli interni ed ? anche un democristiano riciclato, vuol dire che prima o poi una bomba scoppia. E tutti questi ?se? messi insieme hanno fatto scoppiare la bomba della bomba di Porano.

I carabinieri, giustamente allarmati per quel filo che usciva dalla scatola e che aveva tutta, ma proprio tutta l?aria di una miccia, isolarono la scatola, ordinarono ai passanti di sgomberare la zona e chiamarono i tecnici che essendo tecnici ed essendo sabato mattina tardarono un poco mentre l?allarme cresceva gettando nel panico almeno cinque persone, oltre il parroco che essendo parroco vale per due.

I tecnici, una volta sul posto, presero in mano la situazione, ed aspettarono un po? a prendere in mano la scatola. Poi il pi? coraggioso e pi? tecnico di loro si accost? temerario alla scatola, la esplor? con il metaldetector, poi azion? il sonar per sentire se qualche ticchettio rompesse le scatole alla scatola.

Esperito il tutto secondo regolamento, con strenuo sprezzo del pericolo, afferr? quel filo misterioso e minaccioso: dette uno strattone che poteva costargli la vita e si trov? con la bagi?r in mano.

Il pericolo era cessato, i quattro o cinque del panico si rassicurarono, e la procura della repubblica annull? la richiesta di emissione di mandato di custodia cautelare in carcere preparata per un avvocato del foro di Roma che abita a Porano e che delle bombe lui s? che se ne intende.

A mezzogiorno circa le autorit? convenute, stavano gi? bevendo le vin d?honneur, come stava scritto sull?invito. Che poi sarebbe il vino con i salatini e qualche

tramezzino. E poteva essere una tragedia. Se, e ripartiamo dai se.

Pubblicato il: 13/10/2003

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