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Storia di una ratifica. Perch? il centrodestra non poteva che astenersi

Pier Luigi Leoni

Il 28 maggio 2009, la giunta Mocio decise di stornare un ipotetico risparmio di 120.000 euro, dovuto all?oscillazione dei tassi sui mutui bancari assunti dal Comune, su alcune voci di spesa corrente, tra cui 28.600 euro per il finanziamento di una conferenza sull?economia, che si era gi? svolta alcune settimane prima, e 32.500 euro per il Palio dell?Oca, che si sarebbe svolto pochi giorni dopo.

Com?? noto, i bilanci di previsione dei Comuni non sono scritti da profeti e hanno bisogno di aggiustamenti nel corso dell?anno. Tali aggiustamenti spettano al consiglio comunale, ma, se vi ? una vera urgenza, pu? provvedervi la giunta, sapendo per? che tali deliberazioni decadono se non interviene entro 60 giorni la ratifica del consiglio.

Nella seduta del 27 luglio, la deliberazione della giunta Mocio ? stata ratificata con il voto della parte dei consiglieri del PD che era presente in aula, del consigliere della sinistra democratica e del consigliere del partito dei comunisti italiani. Il sindaco e i consiglieri del Pdl, di Orvieto Libera e dell?UDC, che erano in quel momento in numero superiore e che, votando contro, avrebbe potuto impedire la ratifica, si sono astenuti.

Per comprendere la spaccatura del PD tra presenti e favorevoli e assenti perch? sfavorevoli non c?? bisogno del mio commento.

Per comprendere l?astensione del sindaco e della sua minoranza (in quel momento maggioranza) un commento serve e come!

Bisogna tenere presente che i consiglieri che si sono astenuti non potevano votare a favore della ratifica perch? ritenevano la deliberazione della giunta palesemente illegittima. Tra l?altro si erano decise spese facoltative quando pendevano debiti non iscritti in bilancio e si stava maturando una situazione di grave squilibrio del bilancio per errata previsione delle entrate. Votando a favore, magari per amor di pace, per spirito cavalleresco e per rispetto di coloro che avevano fornito prestazioni al Comune in virt? di una deliberazione della giunta formalmente adottata, sarebbero divenuti corresponsabili di una grave illegittimit? con possibili conseguenze personali sul piano patrimoniale.

Votando contro avrebbero determinato la caduta della deliberazione, ma entro 30 giorni il consiglio avrebbe dovuto comunque provvedere, per legge,  alla sistemazione dei rapporti con i terzi che avevano fornito prestazioni in buona fede. Sarebbe stata la soddisfazione di chi si taglia gli attributi per far dispetto alla moglie. Avrebbero dovuto passare il mese di agosto a tappare i buchi di Mocio e compagni.

E va pure considerato che la bocciatura della ratifica avrebbe salvato i soldatini del centrosinistra, rimasti sul campo, dall?assumersi le loro brave responsabilit?. Forse era quel che speravano.

Mi sembra ovvio che, essendo presente in consiglio un residuo gruppetto dei consiglieri di sinistra disposti, per senso di disciplina o per ingenuit?, a ratificare la deliberazione, era bene lasciarli fare.

Sul piano economico, con la ratifica o senza la ratifica non cambia niente. Sul piano delle responsabilit? le cose cambiano.

Ma c?? un aspetto che durante la seduta consiliare ho cercato di mettere in evidenza con poco successo. Ratifica o non ratifica, chi ha fornito beni e servizi al Comune prima della deliberazione della giunta Mocio, poich? non gli poteva essere stata comunicata (come impone la legge) la preventiva copertura della spesa, non potr? chiedere soldi al Comune. Dovr? chiederli all?amministratore, al dirigente o al funzionario che gli ha commissionato la prestazione. Il Comune potr? essere chiamato a rispondere nei limiti del proprio effettivo arricchimento che, come  ben sa chi bazzica i tribunali, ? una cifra notevolmente inferiore a quella promessa. Se poi vi sono pagamenti gi? avvenuti, la cosa si complica ulteriormente.

Ne riparleremo.

Pubblicato il: 28/07/2009

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