Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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TIRATO FUORI IL SACCO, OCCORRE VEDERE COSA C?E? DENTRO

Mario Tiberi ( iscritto P.D. Orvieto Centro )

Vuotare i sacchi della vita di tutti i giorni ? impresa non sempre agevole e semplice.

La vita di societ? ci impone spesso di non essere noi stessi fino in fondo, a volte di nasconderci o di recitare delle parti non proprio a noi confacenti. La vita lavorativa non ? da meno e, oltre ai rischi fisici e mentali che essa comporta, ? un continuo battagliare tra capi e sottoposti, tra colleghi che ambiscono a prevalere gli uni sugl?altri per ragioni di carriera, arrivismo e protagonismo. La vita del tempo libero non offre scenari migliori se non nei momenti in cui l?animo umano riesce a conquistare transitori stati di serenit? e di distacco dagli affanni del quotidiano.

Il sacco, per?, pi? arduo da vuotare ? quello della vita pubblica anche nella sfera pi? strettamente personale. Ci sto provando e vorrei poter tirare fuori la sola farina raffinata e lasciarvi dentro quella con la pula, le impurit? e le scorie infette.

Ho cercato e trovato un qualche ausilio nel leggere e ben interpretare i commenti dei pi? autorevoli opinionisti e politologi locali, tra i quali, Davide Orsini , Rodolfo Ricci e Dante Freddi. Ma quello che a me ? sembrato pi? interessante, illuminante ed obiettivo ? stato l?articolo a firma di Laura Ricci in occasione della prima adunanza del nuovo Consiglio comunale.

Complimenti, Laura, e non per piaggeria, ma per lucidit? d?analisi e l?onest? professionale che una volta di pi? hai saputo dimostrare. Nel tuo sacco, vi ? della farina buona e mi auguro che vi rimarr? anche per l?avvenire nell?interesse del libero e democratico dibattito politico e della vivacit? culturale che spesso e volentieri ? carente agli angoli delle nostre strade e delle nostre piazze.

Su codesta colpevole carenza, concordo pienamente con le argomentazioni espresse in merito dal Prof. Catamo e, insieme a Lui, ci stiamo adoperando per colmarla e lenirla a cominciare dalla dialettica interna  al Partito Democratico di Orvieto, e non solo. Dialettica interna difficile da ripristinare perch? ? da scontro frontale avendo a che fare con l?ottusit? di chi non vuol capire o ragionare o, peggio, di chi non capisce proprio e non sa ragionare.

Nel mio sacco, la prima manciata di bianca farina ? rappresentata da un?idea che ? vecchia per la grande democrazia americana, ma dannatamente nuova per la giovane democrazia italiana: dare vita e far crescere il prima possibile un movimento di moderni ?pionieri per la nuova frontiera? dove la speranza di raggiungere terre fertili significhi abbandono delle ormai nauseanti logiche di patteggiamento e spartizione delle poltrone che contano, messa in disparte degli acrobati e dei giocolieri della politica sempre pronti all?affarismo e al bieco calcolo dei loro interessi e tornaconti, soprattutto reiezione della manovalanza intrigante e parassita.

Il deserto alla volta dell? ?Eldorado? potr? cos? essere attraversato e ad ogni Orvietano restituito il diritto di dire a gran voce: ?Dottor Concina, Sindaco di Orvieto, in nome delle nobili figure del passato che hanno dato lustro alla nostra citt?, non dia spazio a chi a Lei si presenter? per meri equilibri e dosaggi di potere e non si lasci invischiare in pericolose tele di ragno; preferiamo, perdonandomi l?irrispettosa metafora, un?anatra zoppa piuttosto che una col cappio al collo permanentemente sotto attacco e sotto ricatto?.

 

 

Pubblicato il: 19/07/2009

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