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CPBS: Classe Politica Bipartisan e Solidale

Rodolfo Ricci

?Da ora in avanti non ci saranno pi? lamentele per l'eredit? che abbiamo trovato e che ? comunque pi? pesante di quanto pensassimo?. In questa frase pronunciata da Toni Concina nel suo primo e brevissimo discorso in Consiglio Comunale, vi ?, a mio parere, la conferma di ci? che ? accaduto nel voto di giugno e del conseguente programma ?bipartisan? che si accinge a portare avanti, in un clima di ?rinnovata  e unanimemente condivisa responsabilit?? per le sorti della citt?;  ci? accade non tanto (o solo) perch? vi ? costretto dalla situazione di ?anatra zoppa? in cui si trova il governo cittadino, ma perch? lo impone il patto sociale e politico che lo ha eletto sindaco.

Un patto - o che dir si voglia - molto trasversale, al di l? del bene e del male, di sinistra o destra, che ha sortito l?unico concreto effetto di abbattere il tentativo forse un po? maldestro di innovazione rappresentato pro-tempore da Loriana Stella e dai suoi giovani sostenitori.

E? ovvio che, dopo la nomina a mega-assessore di Stefano Mocio alla Provincia di Terni, il riassetto del quadro politico non poteva che prevedere, nel PD, la nomina a Capogruppo di un ?equilibrato? Germani, e, in Consiglio Comunale, l?elezione, all?unanimit?, di Marco Frizza, - che ha messo di nuovo in minoranza Loriana Stella nel PD - il quale ? stato candidamente presentato dalla consigliera Annulli, come colui che meglio di altri poteva rappresentare una posizione di ?imparzialit??.

(Sulla base di tali considerazioni non avremmo mai avuto a presiedere la Camera, un Pietro Ingrao, una Nilde Jotti e neanche un Gianfranco Fini !). Che eleganza ! E che paura di se stessi !

Da tutto ci? si evince che la normalizzazione ? compiuta ed Orvieto si accinge a vivere un quinquennio di nuova stabilit? in cui molte figure si succedono a garantire ci? che in politica si chiama continuit?, ovvero permanenza.

Il Sindaco, che si ? avvalso in campagna elettorale dello ?stemma? (cos? lo defin? durante l?intervista rilasciata a Paolo Franchi su Rai-Radio3) dell?UDC, ha ignorato le valutazioni e le proposte ? non insensate - fatte anche pubblicamente dal suo esponente locale Massimo Gnagnarini, relativamente al modo in cui trattare la questione dell?enorme sbilancio comunale.

Gnagnarini, nelle sue dichiarazioni, aveva dato prova di eccessiva propensione critica verso il trascorso, cosa che non va bene per costruire il clima adatto alle grandi alleanze.

Infatti la formuletta scandita da Concina e riportata all? inizio di questo intervento, ? la pi? tranquillizzante delle offerte che il Sindaco fa alla ?sua? maggioranza consiliare.

Nella stessa intervista a Rai-Radio 3, peraltro, Concina aveva giudicato positivamente il governo del suo predecessore, e la sua vittoria era stata presentata genericamente come vittoria su ?una sinistra che governava la citt? da 60 anni?, niente altro di pi? specifico.

La novit? infatti non era succedere a Mocio, ma insediarsi al vertice del governo cittadino in quanto interprete migliore e pi? stabile di altri - in continua e furiosa lite -,  dello status-quo.

Per fare questo non ? indicato buttare fango su un centro sinistra spendaccione o fare emergere magagne. Cosa che piacerebbe non poco, a qualche raro consigliere della destra (che per? ? stato messo a tacere come indicano i numeri della Giunta tra componente PDL e Lista civica). L?importante si dice ? risolvere i problemi. Possibilmente insieme. Anzi, per forza.

Ma nessuno, come si ? visto, ha neanche lontanamente provato ad accennare un ragionamento, una semplice lista di priorit?. Neanche il Sindaco, il quale si ? riservato diverse settimane per presentare il suo programma, che sar? quindi ampiamente contrattato con tutte le componenti sedute in Consiglio e ne costituir? la risultante.

L?unanimismo sdolcinato della prima seduta del Consiglio Comunale, oltre a far emergere una discutibile qualit? dell?organo, pone un problema non da poco:  nella grande ed onnicomprensiva coalizione che oggi si ? varata non c??, per definizione, opposizione.

Anche coloro che volendo, ci proverebbero, hanno convenienze varie a rimandare o evitare il confronto: c?? il congresso del PD (che per? ad Orvieto ? praticamente gi? terminato, a parte il rituale dell?opzione verso una delle diverse mozioni). Tra un anno ci sono le Regionali e sono in ballo candidature. A destra e a sinistra.

C?? soprattutto, la ridefinizione di punti di comando e progetti nei diversi ambiti in cui si esplicher? la politica cittadina, Casermone in primis, con l?esito della cosiddetta gara, e numerosi altri minori eccetera a cui ambiranno in tanti, sempre, rigorosamente, in equilibrio bipartisan.

Tutti uniti per le sorti della Citt?, la quale, passata la campagna elettorale con le sue lenzuolate di programmi alternativi, pare ora essersi ritrasformata in un ente astratto, come il bene comune, come la destra, come la sinistra, che qualcuno si ostinerebbe a voler rappresentare, pur partecipando pienamente all?unanimismo generale e senza essere in grado di articolare qualche sillaba di razionalit? politica, in una sorta di tunnel buio in cui tutte le vacche sono nere.

Nell?ampia vacanza di idee, il Sindaco prover? ad interpretare la parte del capo di un direttorio emergenziale, che per sua natura si giustifica a prescindere, oltre ad andare di moda nel paese e ad essere necessitato dall?assenza non di opposizione, ma addirittura dell?idea di opposizione.

E potr? venire la tentazione di sostenerlo questo sindaco, contro l?insipienza di un tal Consiglio.

Se tutto ci? si lascia accadere, se non si aggrega qualche forma di opposizione sociale, o, senza essere cos? categorici, di riflessione pubblica, di discussione sociale, questa cittadina sar? preda totale e definitiva della classe politica bipartisan e solidale che l?elettore, in un afflato di libert? ingenua e colpevole, voleva abbattere.

(Voleva abbattere ?)

Pubblicato il: 15/07/2009

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