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E se Concina ripulisse destra e sinistra?

Stefano Corradino

Intervengo da ?esterno? nel dibattito sviluppatosi con la vittoria di Concina alle elezioni amministrative. Trascorrendo gran parte della settimana a Roma (come tanti peraltro) vivo meno la mia citt?. Leggo i quotidiani on line, scambio riflessioni telefoniche dal luned? al venerd?. Dal vivo nel fine settimana.

Ho votato Loriana Stella alla recente tornata pur avendo condiviso ben poco della gestione politica di questo centro sinistra negli ultimi anni. Ammetto un mio pregiudizio di fondo: ho escluso a priori di poter dare la preferenza ad un candidato espresso dal centro destra in un Paese (parlo dell?Italia) in cui questo centro destra ha candidato e continua a difendere un indifendibile Presidente del Consiglio che, per i suoi conflitti di interesse, le sue vicende giudiziarie e personali, in qualsiasi altro Paese del mondo sarebbe stato cacciato da tempo. Anzi, non sarebbe stato neanche candidato. Le elezioni, anche quando sono amministrative rappresentano un test nazionale e l?idea che nel ?bottino? di Silvio Berlusconi ci potesse stare anche Orvieto mi faceva rabbrividire. Cos? la vivo tuttora.

Fatta ammenda per il peccato originale derivante dal mio pregiudizio esprimo il mio modesto giudizio su Orvieto negli ultimi anni. Una citt? piatta, sonnolenta. Che vive alla giornata. Le strade, le zone Ztl, i parcheggi, i contenitori storici da riempire. Non un?idea della citt?. Nessuno che si ponesse una domanda semplice: in un mondo che cambia cos? velocemente come dovr? essere l?Orvieto del prossimo futuro? Su quali basi costruir? i presupposti del suo sviluppo? Pasolini distingueva il termine ?sviluppo? da quello di ?progresso? indicando il primo come l?obiettivo di chi produce e il secondo di chi non ha interessi immediati da soddisfare. Una nozione ideale ?il progresso? (sociale e politica) contro una, pragmatica ed economicistica: ?lo sviluppo?. Ad Orvieto ci saremmo accontentati di una decente idea di sviluppo, che guardasse oltre il proprio naso e al di l? degli interessi particolari. Tutto questo non c?? stato.

Loriana Stella non ha brillato in campagna elettorale (ma neanche prima) per originalit? e discontinuit? rispetto alla gestione precedente. Ma aveva due punti a suo favore. Il primo: un vasto consenso tra i cittadini con le primarie. Il secondo: la sua presenza costante tra gli orvietani. Nelle occasioni ufficiali e in quelle popolari. Nelle piazze. Per le strade. Non so se il suo sia ?il sorriso pi? bello dell?Umbria? come ha scritto Fausto Cerulli tra il serio e il faceto. Ma lei la vedevi tutto l?anno, e non solo durante le campagne elettorali, tra la gente. Ascoltava, parlava e dispensava sorrisi. Ci credevo all?idea di una donna che potesse mantenere quello spirito anche una volta eletta ?prima cittadina?. E nel grigiore di un governo locale piatto e ben poco partecipativo era gi? qualcosa.

Il centro sinistra ha perso. A qualcuno (molti) il responso delle primarie non ? andato gi? e glie l?hanno fatta pagare. Un dispetto. Della serie: il pallone l?ho portato io, applaudono te? E io mi porto via la palla e ti impedisco di continuare a giocare. Roba da matti. Quando la politica era una cosa pi? seria, dai tempi di Don Camillo e Peppone, ci si rinchiudeva dentro una stanza per ore o per giorni interi. Ci si scannava fino a tirarsi le sedie. Ma quando si usciva dalla porta con il nome di un candidato proposto a maggioranza il partito lavorava compatto. E chi non condivideva la linea si alzava, sbatteva la porta e magari stracciava la tessera in piazza. Oggi, chi ? stato responsabile e protagonista del cataclisma dovrebbe iniziare l?elaborazione del lutto con un atto onesto e coraggioso: le dimissioni.

Forse la vittoria di Concina ? di buon auspicio. Se dovesse circondarsi di persone di alto profilo (tecnici pi? che uomini di partito) il suo potrebbe essere un risultato doppio di ?pulizia?: ripulendo un centro destra che ad Orvieto non ? mai stato capace di fare opposizione (sarebbe servito per stimolare la maggioranza!) e costringendo quella che oggi ? diventata opposizione a ripartire dal suo anno zero. Con nuove facce e nuove idee. Magari ricordandosi che la sinistra, storicamente, nasce per perseguire utopie concrete. Ideali di eguaglianza e di giustizia sociale e non per la gestione del potere.

Pubblicato il: 30/06/2009

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