Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Sinistra suicida

Fausto Cerulli

Soltanto adesso mi accorgo che ad Orvieto si sono svolte le elezioni amministrative. Ero occupato a digerire il boccone amarognolo delle elezioni di Porano, dove un tal Cocco di mamma ha sbaragliato il campo, riportando la destra al Palazzo; e molta destra di quella che andiamo a trovare il babbo a Predappio. Poi sono sceso a valle, ed ho saputo che la Stella era stata sconfitta da un profugo dalmata ( a proposito, ? stato controllato se ha il permesso di soggiorno?) di nome Toni Concina. Io avevo scritto molte volte su questi giornali on line che la sinistra si stava suicidando, tra primarie del tutto secondarie, tra un Mocio incazzato ed una Stella, che resta il sorriso pi? bello dell?Umbria, troppo sicura di s?: al punto da non accorgersi che un medico del pronto soccorso, dico Tonelli, non aveva intenzione di prestarle soccorso, anzi. Ero facile profeta di sciagure; non ci voleva molto a capire che la crisi della sinistra orvietana veniva da lontano; da quando Stefano Cimicchi, filza bianca, rispose -a me che gli chiedevo spiegazioni sulla scelta di Mocio a primo cittadino- che Mocio era soltanto una figura retorica, e che il potere lo manteneva lui. Vatti a fidare di un democristiano: salito in cattedra, ha fatto piazza pulita intorno a s?, anche se proprio pulita forse no. Il fatto ? che ad Orvieto molti giovani sono di sinistra, e di sinistra vera, ma nessuno di quelli che fanno l?apparatik ha mai pensato che fosse ora di cambiare qualche faccia. Sempre gli stessi nomi, le stesse storie personali e politiche, lo stesso abbarbicarsi alla poltrona. Trappolino, che ancora non lo sa, ? diventato deputato, e quindi nei piani dell?apparato ? stato promosso per essere allontanato. Ho sempre scritto tutto il male possibile, a filo di querela, sulla salute malferma della sinistra, ho scritto che doveva fare appello all?etica che era stata la parola vincente del mai abbastanza rimpianto Berlinguer; ma Mocio ha seguitato a fare il democristo, si ? alleato con la Confindustria nella questione delle Cave, ha detto messa invece di dire rosso. La Stella, glielo riconosco, ha condotto una corretta campagna elettorale: ma non ha detto una sola parola di sinistra. Pensava di dover pescare nel ceto medio, era convinta che lo zoccolo duro della sinistra fosse una espressione da mettere in soffitta: e poi, se ha preso voti, li ha presi proprio a Sferracavallo, la nostra Stalingrado. Io non vedo per quale motivo il ceto medio debba votare la sinistra, o quello che ne resta, quando la destra rappresenta ormai da anni il ceto medio, quello che gli va bene il Berlusca, quello che ha la doppia casa e la doppia macchina, quello che pensa che se Berlusconi fa bene i propri affari, deve fare per forza anche il bene d?Italia. La Stella, puntando sul ceto medio, ha trascurato la gente del bisogno, i poveri che diventano sempre pi? poveri, gli incazzati che sono sempre pi? incazzati. E sta in questo, a mio modestissimo parere, il motivo di una sconfitta di cui ha parlato tutta l?Italia, compreso il Manifesto, che ha scritto un articolo dedicato ad Orvieto elettorale, intitolandolo, guarda caso, suicidio della sinistra, come dicevo io, modestamente.

Detto questo, per mio dovere di persona di sinistra, capisco che anche altri fattori hanno giocato contro la maggioranza uscente: la ventata di destra che soffia ormai su tutta Europa, e non poteva risparmiare Orvieto, anche se controvento per via del tufo arroccato. La crisi economica, che porta inevitabilmente a tralasciare gli ideali per pensare alla tasca; e, soprattutto, Concina. La Stella ha commesso l?errore capitale di sottovalutare Toni Concina; lo ha dipinto come uno dei mille commessi di Stato, gente di Telecom, di Finsider e via maldicendo: e non ha capito che se Concina, che poteva benissimo fare gli affari suoi, respirando da pensionato illustre l?aria del Tamburino, ha deciso di scendere in campo, non lo ha fatto per gioco o per passare il tempo. E lo ha dimostrato, utilizzando proprio quella capacit? di pubbliche relazioni che si acquista facendo il manager di Stato o parastato. Concina non ha sbagliato una mossa: ? partito da zero, ha ingoiato il rospo dell?alleanza con una destra parafascista, e con una destra pseudoliberale che vedeva in Dell?Utri il suo esempio e modello. Con questa compagnia, chiunque altro avrebbe perso. Ma Concina ha saputo controllare la zavorra, ha dettato la linea: ed ha parlato di politica, magari anche reazionaria, quando la Stella giocava con le frasi fatte. E la destra ha accettato Concina, anche se sapeva di non poterlo condizionare pi? che tanto: perch? la destra orvietana, a differenza della sinistra, ha saputo guardarsi nello specchio: ed ha capito che le occorreva una faccia presentabile. Ed ha puntato su Concina con quella unanimit? che la sinistra non ? stata in grado di trovare.

I perdenti, invece di fare una sana autocritica, hanno ricominciato il gioco al massacro, con il palleggio delle responsabilit? della sconfitta, e con il risultato di aumentare al proprio interno confusione e divisione. Tutta acqua benedetta al mulino di Concina. Sento che a sinistra ci si consola con il fatto che la maggioranza dei consiglieri appartiene alla vecchia maggioranza.

Altra pia e pericolosa illusione: non perch?, come dice qualcuno, Concina si starebbe comprando consiglieri: ma perch? ? pi? che naturale, addirittura fisiologico, che persone che non hanno mai concepito la politica come missione, ma soltanto come business, non trovino di meglio che salire sul carro del vincitore: ? storia vecchia. Gli affari sono affari, e si fanno stando nelle stanze del potere; quelle occupate oggi dalla destra e per cinquanta anni dalla sinistra. Voglio essere cattivo, soprattutto con me stesso: mi auguro che la sconfitta serva alla sinistra per rifarsi sinistra. Non ha altra scelta: non si sconfigge la destra scimmiottandola, ma contrastandola sul piano delle idee, degli ideali: in poche parole,  la destra si sconfigge da sinistra e non dal centro

Chiudo con una nota di disagiata amarezza: qualche sera fa i capoccioni di Alleanza Nazionale avevano fatto una specie di simpatica muraglia umana davanti al bar Montanucci. Mi hanno salutato cordialmente, ci si conosce tutti. Ma quella muraglia umana, riapparsa vittoriosa dal sottosuolo, mi ha fatto provare una sorta di brivido di paura. Mi aspettavo che gridassero eia eia alal?, ma poi ho capito che il nostalgico sono io, e non loro. Ad ogni modo, hai visto mai, ho ricominciato a frequentare il Comitato Antifascista.  Per fortuna, e non lo dico per piaggeria, Concina non ha nulla a che fare con il fascismo, anche se gli ? servito. E dunque spero che sia proprio lui, e magari il Comitato Antifascista, a fare argine contro i nipotini del duce.

Pubblicato il: 27/06/2009

Torna ai corsivi...