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NOTIZIE CORSIVI

Appunti non politicamente corretti sulle vicende politiche di Orvieto e dintorni

Fausto Cerulli

Avevo scritto da tempo, e mi cito come fanno i giornalisti veri, che la sinistra italiana aveva scelto la via del suicidio, e la perseguiva con accanimento masochistico. Quello che ? accaduto in occasione delle ancora fresche elezioni mi conforta in quello che dicevo: con l?aggiunta che al suicidio si sono sommati piccoli ma decisivi omicidi, come in un giallo di Agatha Christie. La prendo da lontano e vicino, e parto da Porano. Qui, essendo il Sindaco in carica impossibilitato a ripresentarsi per via della legge dei due mandati e poi basta, hanno pensato di fare le primarie: roba che scimmiotta la moda americana, ma non fa parte del costume politico italiano. 

 

Le primarie, grosso modo, dovrebbero offrire  ai futuri elettori la possibilit? di indicare un nome da votare: questo per evitare che i candidati siano, come si dice in termini quasi cattolici, fatti calare dall?alto; ma poi succede che i candidati alle primarie siano suggeriti dall?apparato, e da esso appoggiati, e dunque da esso imposti. Di qui, a mio modesto parere, il valore secondario, diciamo cos?, delle primarie. Con l?aggravante che le primarie stesse, una specie di antipasto di elezioni, finiscono per scavar fossati incolmabili tra chi vince la lotteria delle primarie e chi sceglie il numero sbagliato. Comunque a Porano hanno deciso di far le primarie, e si ? combattuta una lotta all?ultimo voto tra la diessina Menichetti ed un Santelli approdato, per via del suo valore, all?Italia dei Valori.

 

Dunque si ? creata una prima spaccatura, che dovrebbe essere normale momento dialettico e invece serve soltanto a creare confusione.  Comunque, le cose sono andate cos?: Santelli e la Menichetti sono state scelti non si sa bene da chi o lo si sa troppo, per disputarsi in singolar tenzone l?onere e l?onore di presentarsi candidato unico alla carica di Sindaco.  Poi la Menichetti, per motivi personali e/o politici, ha deciso di rinunciare a correre.

 

A questo punto il centrosinistra poranese ha avuto, non volendo, un?occasione d?oro da sfruttare.  Per evitare che le candidature fossero presentate fuori termine, si ? puntato su una candidatura quasi obbligata: ma il caso ha voluto che la scelta cadesse su un candidato eccellente. Una donna coraggiosa, gi? fornita di esperienza politica, ma al di fuori dei compromessi di corrente. Maria Adelaide Ranchino: che ha dovuto fare le cose in fretta, ma che, a smentita del motto che la gatta presciolosa-  temine tardo etrusco- figlia gattini ciechi, ha messo su una lista rispettabile, gente dalla faccia pulita, compreso un principe,  anche se ha dovuto lasciare qualche nome della vecchia compagine, in nome di una qualche continuit?. L?opposizione ha scovato un nome cosiddetto di prestigio, uno che nientepopodimeno ha avuto qualche incarico in uno dei mille carrozzoni che impestano l?Italia. 

 

Nessuno avrebbe puntato su questo cavallo. La lista che faceva riferimento alla maggioranza passata sembrava avere tutti i numeri per fare banco. Invece ha perso le elezioni, per quaranta miserrimi voti. E quando qualcuno che se ne intende ha provato a fare quattro conti, ? venuto fuori che Maria Adelaide Ranchino ? stata impallinata proprio da chi avrebbe dovuto votarla. Una guerra intestina non dichiarata, ma di quelle che lasciano il segno. Astensioni e schede bianche si sono sommate alle schede tradite. E Maria Adelaide Ranchino ? stata la vittima eccellente di questo guerreggiare  intestino. A cui si sono aggiunti attacchi personali, fondati sul passato politico del padre, che ? stato uomo di destra, ma sempre pulito: e che, quando ? stato consigliere provinciale, si ? fatto apprezzare anche dalla parte a lui politicamente opposta. Il fatto ? che ha fatto comodo a molti, di sinistra e di destra, giocare indecorosamente questa carta personale.

 

Risultato: quaranta voti di differenza e la destra ha suonato la fanfara. Dice: ma ? anche giusto cambiare, dieci anni con lo stesso Sindaco sono anche troppi.  Peccato che ora sia tornata a dirigere Porano la cricca che l?aveva diretta, ininterrottamente, per venticinque anni. A scanso di querele, dico subito che cricca non vuole essere un termine dispregiativo: cricca uguale club, voglio dire.

 

La sinistra, per non smentirsi, ha divorato se stessa, portando nella battaglia politica gli stessi armamentari della vecchia democrazia cristiana. L?intrigo, i colpi bassi, il dire e non dire, il dire e il non votare. Risultato inevitabile la sconfitta, che ha travolto la faccia pulita di Adelaide Ranchino, che resta una faccia pulita, anche all?opposizione. Ma una sconfitta che riporta Porano indietro, ai tempi del Sindaco quasi Podest?.  

Lo stesso meccanismo, con dettagli diversi, ha funzionato ad Orvieto: e la Stella, che sembrava vincente al primo turno, si trova ad affrontare un difficile ballottaggio. Difficile per le indubbie qualit? dell?avversario, difficile perch? se la Stella vuole vincere il 21 giugno dovr? cedere all?elegante ricatto di Tonelli. Il quale, era suo diritto, ha pensato bene di fare lista in proprio, mettendo insieme veterocomunismi e gente che era sempre stata di destra.

 

E adesso, forte della percentuale conquistata al primo turno, vorr? giustamente pretendere una cospicua ricompensa da chi vorr? utilizzare i voti che ha raccolto. Si mette in qualche modo, ed ? suo diritto, all?asta, in cerca del miglior offerente. Ma non ? stato soltanto Tonelli a far inciampare la Stella: anche lei ha dovuto fare i conti con la fronda interna, e questo spiega il successo personale di Concina, che ha pescato anche nell?elettorato di sinistra.  Io comincio a pensare che la sinistra, visto che vuole ammazzarsi con le proprie mani, debba essere lasciata libera di farlo. Comincio a pensare che una sconfitta della sinistra farebbe bene proprio alla sinistra: la costringerebbe a contarsi, a fare per la prima volta dopo cinquanta anni una seria autocritica. So che molti mi accuseranno di giocare al tanto peggio tanto meglio; e qualcuno dir? che voglio fare il gioco di Concina. 

 

Io voglio contare soltanto sul giudizio di chi mi conosce: e chi mi conosce sa che sono persona di sinistra, e molto di sinistra. Per questo, da sinistra, comincio a pensare che la sinistra, per ripulirsi, abbia anche bisogno di un bagno di destra. Nella speranza che poi non affoghi definitivamente nel bagno.

Pubblicato il: 09/06/2009

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