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Tempi moderni, anzi, contemporanei...

cerco guai

Scriveva almeno un decennio fa, un certo Piero Angela (in un libro di cui non solo non ricordo il titolo esatto, ma che forse nemmeno riesco pi? a ripescare nei miei scaffali multipli da bibliofilo folle) che il progresso viaggia con una crescita esponenziale, mentre la capacit? di adattarsi dell?uomo ? soltanto lineare. Senza addentrarci in spiegazioni matematiche, la morale ? che possiamo darci da fare come ci pare, tanto prima o poi dobbiamo rassegnarci a rimanere sempre un po? indietro.

Forse con questo retaggio in mente, ma molto pi? probabilmente animato da quella (in)sana curiosit? di vedere di che si tratta poi semmai chiudere tutto, l?altra settimana mi sono iscritto a Facebook, che bazzico con la poca costanza che si conf? ad un utente ?ultrabasic?.

E ho scoperto cose per me allucinanti, come le bevute virtuali e i regali che non ci sono ma comunque qualcosa costano, o ancora i rapitori seriali che fanno salire il punteggio...

A uno che da bimbetto andava a chiamare a casa le persone per dire loro che avevano ricevuto una telefonata e che le stavano aspettando in linea al telefono pubblico del bar, queste cose possono fare male. Tanto male.

A uno che ha scoperto il telecomando a sette anni e che ha visto nascere internet, sono come un manrovescio. Specie se si considera che quando mi sono connesso la prima volta da casa, per ultimare la tesi (era il 1996), i siti in italiano erano una manciata e, solo pochi anni dopo, si parlava usualmente in chat mascherandosi dietro un ?nick?, provvisti o meno di ?avatar?.

Non si pu? negare che il mondo sia cambiato e che le tecnologie abbiano stravolto le modalit? delle relazioni umane: fino a meno di un lustro fa chi voleva rimorchiare andava per il corso e i pi? sfigati stavano su internet, mentre ora ci si fidanza su internet e si lascia il corso ai pi? sfigati, che per? adesso si chiamano ?nerd?.

Cos? come il caro vecchio volantino non pu? essere che un ?flyer? e un italianissimo pieghevole non pu? manco pi? chiamarsi ?d?pliant?, ma deve fregiarsi del titolo di ?brochure?.

In un mondo senza vocali, pieno di ?cmq?, ?tt?, ?tvtb? e ?nn?, ogni abboccamento diventa un brainstorming, la pubblicit? ? stata sostituita dall?advertising, e uno che aggiunge una amicizia su Fb poi racconta fiero di aver fatto un ?add?.

In ogni caso, anche a me che amo i libri di carta e che ogni tanto mi diletto a scrivere con cannello, pennino e calamaio, lo zoo di Facebook affascina; sono addirittura convinto che, se assunto in quantit? omeopatiche, oltre che far ritrovare amicizie perdute, il celeberrimo social network possa offrire uno spaccato antropologicamente interessante.

Capire perch? uno decida di mettere le proprie riflessioni in rete, sondare quali dinamiche di solitudini sopite spingano ad autocandidarsi ad un reality di cui non si conosce l?audience, perdersi nei pensieri delle persone, o almeno cullarsi nella versione semipubblica di quei pensieri, ? senza dubbio molto stimolante.

E cos?, cazzeggiando quei sette minuti al giorno in cerca di amici vicini e lontani, ho ritrovato una cugina di miei cugini che partecipa ad un singolare progetto artistico che parte proprio da dietro Facebook, e che si chiama, guarda caso, Faceback.

L?idea ? dell?artista brindisino Giuseppe Rado, che vuole  porre l?accento sulla creazione e sulla divulgazione sociale, attraverso Fb, della identit? dei membri, con particolare attenzione alle motivazioni che portano alla scelta dell?immagine del profilo.

Tutto si concretizzer? in un evento, il prossimo 14 maggio a Roma, quando i partecipanti, contattati ovviamente in rete, si metteranno in gioco durante il vernissage-performance della mostra ?Faceback ? dietro il profilo? presso la galleria ?Ingresso Pericoloso?: poseranno davanti all?obiettivo di Rado e, in quel contesto, saranno  chiamati a scegliere se difendere la propria singolarit? oppure lasciarsi mimetizzare con gli altri?

Non vi dico altro, e vi lascio scoprire il progetto e le stupefacenti foto, con tanto di ammiccanti cosmonauti da condividere, al link http://www.faceback.info.

A presto, forse.

Pubblicato il: 03/05/2009

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