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Appunti sulla campagna elettorale ad Orvieto

fausto Cerulli

Giovanni Tonelli ? stato di parola: ebbi ad intervistarlo proprio per questo quotidiano on line: mi spieg? che voleva partecipare alle elezioni con una sua lista civica, e lo ha fatto. Mi ricord? anche, cosa che non sapevo, che era stato consigliere comunale comunista, quando si usava ancora la parola comunista senza avere la sensazione di direi una bestemmia. Credo che abbia tenuto presente il proprio passato quando ha deciso che la sua lista non entrer? in competizione con quella della Stella. E questo mi conferma nel mio assunto che una dialettica, a sinistra, quando ? dialettica ed ? di sinistra, non pu? che giovare alla causa complessiva dello schieramento che cerca di ridurre al minimo l?effetto Concina.

Pi? sfumata la posizione di Pacioni e della sua lista, che non ha ancora deciso se tentare di far le scarpe alla Loriana, o di trovare con lei un sano pasticcio di poltrone.  L?ideale, a mio modesto parere, sarebbe che anche Pacioni, fatta la propria lista, decidesse comunque di appoggiare la Loriana. E spiego il mio punto di vista: non trovo nulla di male che liste con propri nomi si presentino nell?ambito di un disegno comunque di sinistra. La Stella non vedrebbe messe a rischio le sue chances di diventare il primo Sindaco donna ad Orvieto, e nello stesso tempo dovrebbe

tener conto, in sede di accordo, delle esigenze delle altre liste comunque di sinistra. E tenerne conto significherebbe dover accettare qualche condizione: magari sul programma, certamente sulle poltrone. E questo non sarebbe un volgare mercato delle vacche: costringerebbe Loriana ad inserire nella stanza dei bottoni, ammesso che arrivi alla stanza ed ai bottoni, anche nomi diversi da quelli che fanno parte del suo gruppo specifico. Forse saranno nomi nuovi, forse saranno nomi antichi: certo sarebbero nomi non bloccati da un unico centro decisionale. Il che vorrebbe dire che se il centro sinistra dovesse riuscire a resistere al ciclone Concina, si avrebbe anche nella sua maggioranza di Palazzo una salutare dialettica. Ovviamente non posso che sperare in nomi nuovi,

specialmente di giovani. Sarebbe un segno di rinnovamento nella continuit?, lo zoccolo duro del cavallo di sinistra, diciamo cos?, ma con qualche cavaliere fresco.

Sono abbastanza avanti negli anni per non scandalizzarmi del fatto che qualcuno presenti una propria lista per far sentire la propria presenza; n? mi scandalizzerebbe il fatto che la Stella, pur di arrivare alla poltrona di primo cittadino, scenda a patti con queste liste. Ma ritengo che tutto debba avvenire a due condizioni. Prima di tutto il patteggiamento dovrebbe avvenire alla luce del sole, anche se so che non sar? il mio amato sole dell?avvenire. La Stella dovrebbe dire agli elettori che ha deciso di scendere a patti, e soprattutto dovrebbe dire, per quanto possibile, come potrebbe essere formata la sua compagine, con la inevitabile immissione di nomi indicati dalle altre liste. Gli elettori, a mio sempre modesto parere, andrebbero a votare per la Stella sapendo che, con questo voto, non mandano in Comune un blocco bloccato, ma un ventaglio. Sarebbe un vantaggio per la Stella, un vantaggio per le liste civiche, e soprattutto un vantaggio per gli elettori.

In secondo luogo questa operazione dovrebbe avvenire in tempi rapidissimi: se non si chiarisce subito che le liste civiche non sono in contrasto personale con la Stella, si favorisce uno stato di confusione nell?opinione pubblica. Guai se chi ha promosso le liste civiche pensasse di far valere il proprio peso in un eventuale ballottaggio. Se il centrosinistra non chiarisce subito la situazione complessiva, e non si dimostra sin da subito unita pur nei suoi apporti dialettici, l?opinione pubblica confermerebbe la diffusa impressione di una sinistra lacerata. E in questo caso, diciamolo chiaro, non ci sarebbe ballottaggio. Concina vincerebbe al primo turno, facendo valere una unit?, magari opportunistica, ma concreta, rispetto ad una frammentariet? che non d? certo sicurezza.

Un detto popolare suona: presto e bene non conviene. Credo che il centrosinistra dovrebbe rovesciare questo detto. Presto conviene, bene o male ma presto.

Pubblicato il: 30/04/2009

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