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Domenica 26 aprile un ritorno a Paganica con la Protezione Civile di Orvieto

Fabiola Di Loreto

Ventuno giorni da quella terribile notte tra il 5 e il 6 di aprile, da quel devastante Terremoto che ha colpito al cuore l?Abruzzo.

Difficile riconoscersi nei servizi televisivi che ogni giorno rappresentano queste zone con messaggi e immagini relativamente rassicuranti sul decorso di questo terremoto.

Vedere da vicino le condizioni dei campi e le difficolt? della gente fa capire subito che la realt? ? assai diversa da quella che ci viene raccontata in televisione.

Le esigenze della popolazione aumentano e cambiano repentinamente con il passare dei giorni.

La macchina dei primi soccorsi ha funzionato ma oggi, a distanza di qualche settimana, occorre organizzare in modo strutturale e metodologico la vita di migliaia di persone che hanno perso tutto e sono dislocate nei vari campi di accoglienza.

Passare dall?emergenza alla ricostruzione significa avere la consapevolezza che una vita in tenda, in campi con bagni di emergenza, senza docce, senza acqua calda non pu? essere una soluzione accettabile a lungo e la prospettiva, purtroppo, di restare in quelle condizioni non ? breve, specie se la strada scelta dal Governo sar? quella annunciata di trasferire la popolazione dalle tende direttamente al villaggio con appartamenti prefabbricati.

Significa, inoltre, comprendere che anche per quelle abitazioni che risulteranno agibili dopo le verifiche tecniche non sar? automatico il rientro delle persone che sono traumatizzate dalle continue scosse che purtroppo si ripetono.

Domenica 26 aprile, al campo di Paganica, quello gestito dalla Protezione Civile dell?Umbria e di Orvieto, i tanti volontari hanno continuato a lavorare per rendere pi? accettabile la vita di molte persone.

Basta parlare con la gente per capire che le esigenze aumentano e c?? veramente ancora bisogno di tutto.

A Paganica, come del resto in tutta la provincia di L?Aquila, ? piovuto per l?intera settimana passata e le previsioni non sono incoraggianti neppure per i prossimi giorni.

E purtroppo manca l?essenziale, mancano gli stivali di gomma, mancano le scarpe adeguate ma servono anche ciabatte per andare dalle poche docce alla tenda, servono capi d?abbigliamento per ritornare ad avere dignit?.

Ogni campo e ogni nucleo abitativo necessita di cose specifiche e i volontari del nucleo di Protezione Civile di Orvieto e dell?Umbria stanno facendo il massimo sforzo per censire le esigenze e organizzare gli aiuti.

Ma la sensazione pi? forte ? che manchi un piano nazionale complessivo d?intervento e di coordinamento dell?emergenza e che si sia perso in questi anni quel patrimonio di conoscenze e di esperienze passate messe a frutto in altre emergenze analoghe dall?allora Capo Dipartimento Franco Barberi.

Sarebbe preferibile avere dal servizio pubblico televisivo della Rai una rappresentazione pi? oggettiva della realt? anche solo per comprendere meglio le necessit? e contribuire tutti a capire e fare qualcosa di utile.

Perch? i servizi televisivi si concentrano troppo sulle visite ufficiali dei politici e poco, molto poco, sulle reali condizioni e sul lavoro del volontariato.

Mentre, andando sui posti e parlando con la gente, emerge che i volontari, di tutte le varie organizzazioni, Protezione Civile, Misericordia, Croce Rossa e altri, sono stati da subito e lo saranno ancora in futuro l?unica presenza certa e di aiuto alle popolazioni.

Domenica al campo di Paganica la Protezione Civile di Orvieto, accompagnata anche dal Comandante Mauro Vinciotti e da tre Vigili del Comune, ha portato, tra le altre cose, 20 stendi panni e un bigliardino, donato dalla parrocchia di Allerona, i primi indispensabili per poter asciugare i pochi vestiti rimasti, il secondo utile per far riprendere un minimo di vita normale ai tanti ragazzi che vogliono dimenticare paura e disagi.

C?? ancora bisogno di tutto, del necessario e di ci? che pu? apparire superfluo, e servir? avere aiuti ancora per molto tempo.

Questa gente ha bisogno di essere aiutata a riprendere una vita normale e basta girare nel campo per capire che un vaso di fiori posto fuori della tenda ? un segno inequivocabile di chi cerca anche nei dettagli di ricominciare a sperare.

La cucina da campo della Protezione Civile di Orvieto, che ? strutturata per fare circa 200 pasti all?ora sta lavorando intorno ai 1.500 pasti e non ? difficile capire che non potr? funzionare ancora per molto.

La Presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, in visita domenica ai volontari Umbri nel campo di Paganica, si ? impegnata per rendere ancora pi? utile e funzionale l?azione dei tanti volontari.

Tutti noi possiamo fare qualcosa per aiutare queste popolazioni e il modo migliore ? adesso cercare di capire di cosa c?? realmente bisogno e lo possiamo fare attraverso le indicazioni della nostra Protezione Civile, perch? di uova di Pasqua ne sono arrivate a tonnellate ma ad esempio le scarpe sono pi? necessarie.

Pubblicato il: 28/04/2009

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