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NOTIZIE CORSIVI

Mio fratello Rico

Serenella Stornelli

Non aveva ancora 6 anni mio fratello Rico, il 25 aprile del  1962, quando per la prima volta mio padre lo port? sulla tomba del nonno che non aveva mai conosciuto.

Non aveva ancora 6 anni ma sapeva gi? leggere quando su quella lapide lesse, per la prima volta il suo stesso nome, Ulderico Stornelli.

Fu allora che nostro padre gli raccont?, come si pu? raccontare ad un bambino, la storia triste e coraggiosa di quel nonno che mai lo avrebbe preso sulle ginocchia,  portato al parco o comperato un gelato, fu allora, seppure cos? piccolo che Rico cap? che qualcosa di pi? grande quel nonno gli aveva lasciato soltanto 18 anni prima.

Poi col tempo, sia lui che io di cinque anni minore, conoscemmo nei particolari la storia del sacrificio dei sette ragazzi che nel marzo del 44 furono fucilati dai fascisti, e apprendemmo, attraverso il dolore di mio padre,  l?enormit? del gesto per chi lo aveva subito e da parte di chi lo aveva commesso, la vittima e il carnefice, l?oppresso e l?oppressore.

Sono passati molti anni da allora,  da quel 25 aprile del 62, e ora Rico ? nonno di due splendidi bambini, altri Stornelli sono nati,  ma del sacrificio del trisavolo loro non godranno, perch? la storia, inesorabilmente incurante di tanto orrore, si ripete.

Non so pi? neanche se sia il caso di continuare commemorare una liberazione di fatto mai avvenuta, Roma, la nostra capitale, la Roma delle Fosse Ardeatine, ha un sindaco fascista con tanto di croce celtica al collo, derisi da tutta Europa votiamo  politici che si battono per equiparare repubblichini a partigiani.

Intanto a Foggia hanno istituito in sordina autobus solo per extracomunitari, ormai siamo all? apartheid, ma questo i tg non lo dicono, e, mentre in tv vediamo svolazzare leggiadramente il Savoiardo, nipote della nobile schiatta che firm? le leggi razziali, o, peggio ancora, una Mussolini doc che sentenzia contro gli omosessuali che non gli ? ancora possibile gassare, a monte Citorio manderemo veline e concorrenti del grande fratello che l?anno scorso non sapevano neanche che ricorrenza fosse il 25 aprile.

Rifiutiamo per cinque giorni l?attracco del Pinar e i migranti, in quanto tali, sono liberi?di morire in mare!

Perch? in Italia nonostante tutto ci? che si dice c?? libert?, libert? di informazione, Vauro docet, siamo liberi di non arrivare alla fine del mese, di evadere le tasse purch? si sia liberi imprenditori, liberi persino di morire sotto le macerie di case costruite  selvaggiamente con infiltrazioni mafiose ed anni di condoni edilizi.

Quest?anno per? il Presidente del Consiglio, ha fatto la grazia di partecipare alle celebrazioni di questa giornata, un gran passo avanti.

Che dire di questa giornata della resistenza?

 Resistenti?resistete!

 A me oggi viene in mente una sola cosa?. O partigiano ?portami via che mi sento di morir?!



Pubblicato il: 26/04/2009

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