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Ho trovato un candidato che parla di etica della politica...

Fausto Cerulli

Non so se questo mio intervento possa suonare piatta propaganda elettorale. Per me ? soltanto il frutto di uno dei miei tanti incontri con le sedi in cui vado a cercare cura alle mie frequenti depressioni, che hanno origine, credo, dalla delusione crescente che mi provoca il mondo che mi sta intorno. In uno di questi incontri mi sono per caso imbattuto nel dr. Cantarini,, che ? Responsabile del Centro di Salute Mentale della Asl di Orvieto. E Per caso ho saputo che si presenta come candidato nella lista di Loriana Stella, in quota Rifondazione Comunista. Cos?, invece di parlare delle mie crescenti giustificate fobie e delusioni, ci siamo messi a parlare di politica. Ed ho scoperto che tra me ed il dott. Cantarini, al d? la del fatto che io sono il paziente e lui quello che con disprezzo si chiama strizacervelli, esiste una affinit? di fondo: entrambi siamo affetti da una strana malattia politica, una sorta di fissazione. Sia a lui che a me, sta fissa in testa l?idea che l?etica debba fare la sua comparsa, o la ricomparsa, nella politica. Sembra una questione semplice, ma ? un nodo. Una politica senza etica sta bene a i politicanti di ogni schieramento; anzi l?etica sembra apparire una specie di intralcio a chi ? convinto che la politica abbia da trattare le questioni concrete, terra terra, e l?etica sia qualcosa riservata ai sognatori, agli utopisti, ai filosofi, con rispetto parlando. Io voglio limitarmi a ricordare che Berlinguer, prima della sua morte che ha ucciso molto in noi, ebbe pi? volte ad insistere proprio sulla importanza, politica, del momento etico.

Abbiamo parlato a lungo, con Cantarini, di quelle che ci sembravano le nostre opinioni etico- politiche: e ci siamo trovati d?accordo che un impegno politico, come quello da lui assunto mettendosi in lista, ha senso e valore soltanto se ? ispirato da una esigenza etica. Cantarini ha contribuito al programma dello schieramento di Loriana Stella, e vi ha inserito le esigenze che lui, in 30 anni di lavoro nel settore dell?assistenza psichiatrica, ha avvertito come esigenze primarie. Non significa, mi dice argutamente Cantarini, che tutti gli orvietani siano pazzi o in vena di follia. Il suo impegno, mi pare di capire, ? rivolto non soltanto al male conclamato, ma anche a quel malessere diffuso, spesso taciuto, che si chiama disagio. E qui il mio interlocutore chiarisce il suo pensiero: il disagio nasce dalla delusione, dal venir meno della speranza, dallo scemare dell?entusiasmo. Mi ritrovo in queste sue argomentazioni, ricordo a me stesso che ne ho scritto sovente su questo giornale on line; quando cercavo di spiegare una qualche frequenza di suicidi nei giovani orvietani, o quando analizzavo, senza ambizioni di sociologo, il progressivo distacco tra la gente e e la politica. Mi sono scritto quello che Cantarini mi ha detto a questo proposito, e che collima con il mio modo di vedere certe cose. Si ? creata nella gente una situazione di smarrimento, che ha radici precise: il venir meno  di valori che credevamo acquisiti: unitariet?, pluralismo, partecipazione, onest?, rigore, coerenza. Vorrei chiosarlo: rigore nel cercare una solidariet? che non caschi dall?alto, ma sia la sensazione che i problemi comuni si risolvono stando insieme, lottando insieme: e lottando con onest? e coerenza. Soltanto questo, ed ? moltissimo, significa far tornare l?etica nella politica. Significa far prevalere i bisogni reali della gente, sugli impicci di corte. Significa che il politico, superando il proprio interesse personale, voglia tornare a considerare la sua posizione pubblica come un servizio pubblico, e non come un mero potere. Il dott. Cantarini, voglio dargliene atto,  si rende conto del fatto che la situazione di smarrimento che si va diffondendo assume talvolta aspetti addirittura rabbiosi: ma, in assenza di una politica che sappia farsi portavoce mediatrice di questa rabbia, la rabbia si radica in chi la prova: ed aumentano le nevrosi e i disagi.

Cantarini, mi sembra, ha sul punto le idee chiare: ritiene che la politica debba interpretare la rabbia, contribuire a superare lo smarrimento, restituire alla gente la speranza. Abbiamo discusso, io e lui, di come tutto questo possa sembrare utopia, di fronte alle cos? dette concretezze realistiche di troppi politici politicanti. Ma proprio per questo, proprio per cercare di rendere l?utopia il meno epotica possibile, e per investire di sana utopia la concretezza della real-politik, Cantarini ha deciso di mettere da un canto una sfiducia, che dura da anni, nella vita politica, e di impegnarsi personalmente in questa campagna elettorale. Si ritiene convinto di poter contribuire a reinserire l?etica nella politica, i bisogni della gente, soprattutto quella emarginata o ai limiti della emarginazione. Lo ha fatto schierandosi con Rifondazione Comunista, nella convinzione che questo schieramento, pur con tutti i suoi limiti umani e strategici, sia il solo che si dichiari depositario di quei valori di rigore e di coerenza, nella difesa dei ceti deboli, che corrisponde appunto alla presenza dei valori etici nella politica. Mi piace, a questo punto, riportare quanto il dott. Cantarini scriveva nel 2007 su un periodico di Psichiatria Democratica: ? C?? troppa gente che ci racconta come stanno le cose, adesso ci vorrebbe qualcuno che ci racconti come dovrebbero essere. Ugualmente, importante, ? sapere come saranno. Ma ragionare su come le cose saranno o potrebbero o dovrebbero essere, ? un modo per costruire il futuro?  Ecco, proprio quello che penso anche io: costruire il futuro sapendo quanto e perch? ? amaro, a livello di esistenze individuali, il presente. Un obiettivo che nasce da una visione etica- gi? presente nei manoscritti giovanili di Marx, considerato con gravissimo torto il fautore di un tetro materialismo- e un obiettivo che Cantarini, da professionista e da umanista, ha avuto il metodo di far inserire nel programma di Loriana Stella. Ho detto al dott. Cantarini che il suo compito non sar? facile, se dovesse essere eletto consigliere di una eventuale- da me auspicata- confermata maggioranza di sinistra. Mi ha risposto di aver accettato di candidarsi perch? sente il bisogno di agire, di non restare in disparte. Lodevole proposito di chi vuole tradurre l?utopia nella politica, attraverso il recupero dell?etica. Il dott. Cantarini non me lo ha detto: ma mi piace pensare che se le sue idee non dovessero  essere appoggiate concretamente, se la sua utopia non potesse tradursi nella politica concreta dell?amministrazione, e soprattutto se la questione etica dovesse essere ancora considerata un optional, non esiterebbe a ritirarsi da questa sofferta ma consapevole decisione di schierarsi, e di impegnarsi di persona. Non mi sembra tipo, per quello che posso provare a capire di lui, da farsi ingabbiare nei vizi stanchi della politica spoliticata e parolaia.

 

Pubblicato il: 18/04/2009

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