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Non vogliamo morire mociani o antimociani

Pier Luigi Leoni

Caro Direttore,

dicono in giro che Orvieto ? una citt? spenta, con un presente grigio e un futuro nero. Ti assicuro che lo dicono tutti tranne quelli che, come me, lo pensano ma non lo dicono. A me basta vivere in una citt? tranquilla. Se ricevo uno schiaffo dalla natura, mi contento dell?ospedale di Orvieto. Se mi arriva un cazzotto, cerco altrove. Per? mi guardo intorno e mi dispiace. Schivo le ripe, perch? troppa gente non ha resistito all?attrazione magnetica del precipizio. Evito il Corso, perch? le stupidaggini ripetute all?infinito mi logorano i nervi. Non passeggio nei vicoli, perch? i paralitici mi deprimono e le badanti mi fanno pena. Non frequento il percorso pedonale ai piedi della Rupe, per non sentirmi un carcerato durante l?ora d?aria. Insomma evito le occasioni di peccato, cio? di disprezzare la comunit? che mi accolse affabilmente tanti anni fa. Per? mi dispiace di non poter fare qualcosa per Orvieto col conforto dell?entusiasmo e seguendo il filo della speranza. Non mi sono mai tirato indietro dall?impegno politico, ma gli unici ricordi confortanti sono il circolo di amici del Comune Nuovo, dove le idee pullulavano nel calore di quella che era una irripetibile eresia democristiana., e il movimento della Nuova Tuscia. Il Comune Nuovo si esaur? naturalmente, cos? come passano le stagioni. Nuova Tuscia fu affossata dai sabotatori che non fummo abbastanza scaltri da individuare in tempo. Per? mi manca la ginnastica mentale, il gusto della dialettica e la consolazione filosofica di un gruppo di concittadini che provino a riflettere su quel che ? stata e che potrebbe essere questa citt?. Non basta pagare le tasse per  esaurire l?adempimento dei doveri verso la comunit?. Occorre uno slancio creativo, che poi sarebbe anche ricreativo. Altrimenti finiremo col morire mociani o antimociani. Tu come la vedi?

Tuo Pier Luigi Leoni

Pubblicato il: 08/03/2009

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