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Povia, Grillini e compagnia bella

cerco guai

Si sa, Sanremo ? Sanremo.

E la voglia di scendere in piazza ? la voglia di scendere in piazza.

Cos? parecchi gay (arci-, super- o stra- che fossero) hanno deciso di manifestare contro il testo del brano presentato da Povia.

Per via dell?essere slow come la mia citt?, mentre sto scrivendo non so ancora come andr? (? andata per chi legge) la parata omosessuale di sabato n?, tantomeno, ma poco importa, la gara canora della citt? dei fiori, per l?occasione importati dall?Olanda e dall?Africa.

Non ho potuto, per? non essere sfiorato dalle polemiche nate attorno alla canzone ?Luca era gay?, cavalcate da ex parlamentari o presidenti seriamente impegnati, anche in reality scollacciati e tra le piume di struzzo delle parate, ad affermare e far valere i diritti degli omosessuali di ogni sesso.

Giusto affermare i diritti, mediaticamente anche comprensibile cavalcare un purosangue come il Sanremo di Bonolis, ma, mi si consenta, dicesse Di Pietro, ?che c?azzecca??

Ovvero, come pu? ledere i diritti di una moltitudine di gay la storia di uno che ? stato prima con un uomo e dopo con una donna? ? una storia, forse rara, forse assurda, ma pur sempre una storia, e quindi degna di essere raccontata.

O bisogna solo far festa quando un marito lascia moglie e figli perch? si scopre gay a cinquant?anni, mentre se uno che prima andava a letto con gli uomini si innamora di una donna va tacciato di eresia da non si capisce bene quale dogma?

Certo, Povia, invece che ?Luca era gay? poteva scegliere il titolo pi? politicamente corretto ?Luca ? bisex? e punto. Ma non avrebbe fatto rima e non avrebbe raccontato l?incanto di un ragazzo che, venendo da una situazione non proprio da mulino bianco, anche se psicanaliticamente banale, ha scoperto l?amore e ha deciso di metter su famiglia. Lui. Non tutti.

Mi ? tornato in mente quando una lunga schiera di femministe se la prese con Nek che cant?, sempre a Sanremo, lo sdegno di un giovane uomo che stava per perdere suo figlio perch? la sua ragazza aveva deciso di abortire. Possibile che un uomo, membro di una categoria che in questo ambito non ha diritti e che spesso rinuncia anche ai propri doveri, non possa manco dire ?mi dispiace? senza che si sollevi il coro de ?l?utero ? mio??

Accadde cos? anche quando il geniale Samuele Cristicchi raccont? al festival la storia di un matto che aveva vissuto una intensa passione e che aveva forse, ma forse, deciso di porre fine alla sua esistenza. Era un matto triste, e si incazzarono i matti allegri. Ma aver detto che esiste un matto triste vuol forse negare che ce ne siano tantissimi felici ed entusiasti?

Da quando un brano di musica leggera deve per forza racchiudere l?universo e non raccontare una singola storia, magari strana, magari singolare, magari bizzarra o inverosimile?

Eppure abbiamo sentito di amori struggenti e assurdi senza aver visto il Sindacato Innamorati Sereni scendere in piazza, c?? capitato di ascoltare figli che invitano a ballare le madri senza che la Confraternita delle Mamme non Ballanti si sia indispettita, abbiamo sentito la Zanicchi che esorta il partner a durare a lungo senza che si armassero n? l?Associazione Italiana Eiaculatori Precoci n? la Fondazione Donne in Menopausa, abbiamo goduto dello swing di Simona Molinari senza che l?Unione Femmine Ritardatarie diramasse comunicati stampa per affermare l?esistenza di una vita reale al di fuori dell?apparenza. E vivaddio!

Per?, se uno scopre la patonza son dolori, se prova l?amore eterosessuale e lo preferisce a quello omosessuale crolla quel teorema secondo cui un etero ? un etero solo perch? non ha mai provato di meglio. E se per lui, magari solo per lui, meglio non fosse?

Pubblicato il: 23/02/2009

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