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Anna

cerco guai

In questi giorni alcuni di noi hanno ricevuto, via e-mail, delle schede da compilare per il Censis, che, su commissione del Comune di Orvieto, sta compiendo delle indagini sulla percezione, sui desideri e sulle aspettative dei cittadini orvietani. Si tratta di due tipi di documenti, uno a risposta multipla, uno a domande aperte, l?ultima delle quali chiede di descrivere la Orvieto che prevediamo (temiamo?) per i prossimi dieci o quindici anni e quella che speriamo sia.

Compilare quelle poche pagine mi ha fatto riflettere su come ognuno di noi possa avere percezioni e aspettative profondamente differenti su uno stesso argomento, per mille e un motivo.

Proprio perch? credo al confronto e mi diletto nell?arcano gioco di cambiare i punti di vista (il pezzo sul prezzo del caff?, seppur spesso frainteso, dovrebbe averlo fatto capire), ho pensato di proporvi uno stralcio di una riflessione su Orvieto di una nostra concittadina: Anna Marchesini, cui vanno i migliori auguri per una pronta guarigione.

Non essendo riportati sul suo sito ufficiale condizioni sul copyright, e citando la fonte (http://www.annamarchesini.it) non credo ci siano problemi. Altrimenti, come al solito, pagher? il direttore responsabile.

Mi piace questa pagina della Marchesini perch? ha in s? tre cosette di cui spesso ci dimentichiamo:

1)      Orvieto, anche quando politici e societ? civile si mangiano un?ala di fegato per poterla andare ad amministrare, ? e rimane una ?caccola nel mondo? (cos? la defin? un dirigente orvietano alla BIT del 2001 o del 2002);

2)      Anna parla del ?percepito? di Orvieto, con una colorita trattazione delle caserme (chi volesse leggere il testo integrale vedr? che parla anche del vino, pur con qualche imprecisione da astemia);

3)      emerge, pensante, quel senso di non-appartenenza che sempre pi? spesso si impossessa di noi, abitanti di una realt? che aspira ad una morte lenta e indolore.

Perci?, buona lettura:

?Sono nata a Orvieto: Orvieto, una parola che milioni di persone muoiono senza aver mai pronunciato, anzi vivendo lo stesso.... ma benissimo poi!
Dunque per la maggior parte del mondo, ma anche solo degli Italiani, Orvieto non esiste o comunque non fa nessuna differenza!
? un po? la sfiga tipica dell?Umbria che tutti dicono che c?? nato S. Francesco, Iacopone, che comunque sono nati ad Assisi e a Todi?
Ma Orvieto? Io non ho mai conosciuto una persona che non abbia strizzato gli occhi alla ricerca disperata di dove cavolo potesse collocarsi questa mia citt? d?origine

Orvieto? quando mi presentavo..!

Ma invece una moltitudine di ragazzi, uomini, padri nonni parenti datori di lavoro vicini di casa di qualcuno che aveva fatto il militare a Orvieto! Almeno il CAR!
Non ho mai saputo perch? una cittadina di poco pi? di trentamila abitanti (compresi i dintorni, cio? con tutto il burinume circostante), abbia potuto contemplare ben tre caserme: una di militari, una degli atleti della SMEF e una dell?Aviazione. A Orvieto!
L?aviazione, che non sapevamo neanche se aeroporto si scrivesse con una o due ?e? aereoporto... areoporto!?...

L?adolescenza m?hanno, ci hanno dico, a noi ragazze, rovinato i militari che a quel tempo avevano l?obbligo della divisa, i capelli rasati, le orecchie a sventola tutti!
I settentrionali che si riconoscevano subito dalle divise troppo striminzite, corte di braccia, pantaloni a scoprire quegli orridi calzini verde militare; certe scarpe come barche lucidate, che li facevano sembrare patetici clowns spilungoni e coglionazzi

da muti!.. Non sia mai aprivano bocca!: i Veneti e i Friulani con quel loro intercalare... ?Siorina... ssss!.. siorina, permette ... sssiorina? mi non vojo far niente de mal... ssiorina senta... sss..?
Tutta l?adolescenza ma poi anche dopo, a scantonare da Via del Corso ai vicoletti stretti, dentro l?umidit? del tufo che faceva la nebbiolina intorno ai lampioni, che sapevano tutto, vedevano tutto.... ?ssssiorina senta...sono solo...una parola...ostia!?
E l?accanimento di quei meridionali usciti per la prima volta...dalle caverne!, (pensavamo noi, con quella spietatezza tipica delle vittime!) che alle diciotto in punto, libera uscita, sciamavano come mosconi sul secchione, molesti, con quell?insistenza caprona tipica di chi non ha niente da fare, niente da perdere e per? ha un arretrato di sesso, che data le sue ultime... ?esercitazioni autolenitive?!.....
?Signur?....signur?....come vi chiamate ..signur?...sss...sienf ame..ssss...ssient?...! Ma che siente!! La smetta., ma vada..!
Accettavano tutto anche le nostre offese, rigorosamente inviate con il ?lei?! Anzi le nostre reazioni, financo isteriche certe volte ma vorrei vedere e che caspita!, li eccitavano, li divertivano, li soddisfacevano, in qualche modo c?erano riusciti!!
Saranno stati i militari, saranno stati gli indigeni, sar? stato che riuscivo a sentire tutto in quegli anni, (ma gi? dai primi anni!) senza esserci, che ? pi? la sensazione di provenienza che avverto per questa citt?, che non di appartenenza.
Appartenenza che comunque non sento neanche per la citt? dove vivo, Roma.. forse, il luogo che pi? vivo con passione ? il mare......proprio quello che non bagna l?Umbria in nessuno dei suoi confini; l?Umbria ? l?unica ad avere anche questa sfiga?!

Pubblicato il: 09/02/2009

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