Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Dei delitti e delle pene del copia-e-incolla

cerco guai

Qualche settimana fa ho compiuto il riprovevole errore di fidarmi di internet e di attribuire a Neruda una stupenda poesia della giornalista brasiliana Martha Medeiros; errore che, ho scoperto poi, aveva gi? fatto tal Clemente Mastella, cui spero di esser accomunato solo da questo circoscritto episodio.

Perci?, dovendo preparare la annuale ?puntata registrata? in corrispondenza con la mia settimana di ferie, ho pensato bene di ispirarmi a quell?errore, sia per rigirare ?un fricciolo? il coltello nella piaga, sia per avere, al contempo, un tema che non fosse di strettissima attualit? e quindi da poter consegnare a Mr. Freddi con una decina di giorni di anticipo.

Per diletto e per lavoro, infatti, mi capita spesso di vedere come notizie pi? o meno scorrette o incomplete facciano rapidamente il giro della rete e della carta stampata.

La storia dell?informazione ne ? piena, e Orvieto non poteva sottrarsi a questo gioco perverso.

Basta fare un rapido giro tra le guide turistiche che descrivono e decantano le bellezze storiche, artistiche e archeologiche della rupe per trovare sonore ?perle?, che i vari compilatori si passano tra loro, diffondendo il germe dell?errore e consacrandole come ?verit? riportata sulle guide?. E se una cosa sta sulla guida ?ha da ?sse vera pe? forza?, come se una notizia si sente al telegiornale, fosse pure che ?honno trovato le capocce de Modijiani dentro ar mare?.

Perci?, in una famosa enciclopedia italiana si pu? leggere di come il Pozzo di San Patrizio, dall?alto della rupe, raggiunga il livello del fiume Paglia. Questa credenza, a dire il vero piuttosto diffusa nel nostro territorio, ? facilmente smentita dalla porticina della fontana di San Zero, da cui si accede al fondo del pozzo, e da l? al Paglia, hai voglia a scendere!!!

Risolto un mistero, se ne apre un altro: sto benedetto pozzo, che fino a qualche anno fa era 64 metri, pare che da qualche lustro a questa parte si sia ritirato e ora ne misuri solo 52. Certo che ?si nun evo da part? pijiavo un gaucciolo de spago e ce annavo gi?, nun fosse artro pe? vede si ste otto metre non ce so? mae state o si ce l?honno vennute micio micio?!

Sulla Torre del Moro, poi, la fantasia ha galoppato, andando da un fantomatico albero di gelso (un ?moro?, dato che fa le more) nato sulla cima della torre, al saracino (?moro? nel senso di ?di colore?) appeso alla torre per le giostre medievali, fino ad arrivare alla testa del nero su Palazzo Pucci (che il caso vuole sia stato edificato da Sangallo col tufo estratto dallo scavo del Pozzo della Cava, n.d.r.n. = nota del redattore narcisista).

C?? voluto Satolli per dirci come ?il nome derivi da Raffaele di Sante, detto il Moro, che vi avrebbe abitato nel secolo XVI e dal quale traeva la denominazione anche il vicino palazzo che fu poi dei Gualterio?.

Altra notizia spesso riportata sulle guide ? che il corteo storico del Corpus Domini ricordi l?incontro tra bolsenesi e orvietani, avvenuto nei pressi della nuova chiesa di Ponte del Sole nel 1263, a pochi giorni dal miracolo eucaristico di Bolsena, mentre la suggestiva sfilata ? nata come rievocazione della prima solenne processione del Corporale, tenutasi a Orvieto nel 1338, a seguito dell?arrivo in citt? del prezioso reliquiario di Ugolino di Vieri, e quindi giustamente popolato da sole autorit? maschili (tralasciamo che i quartieri non erano quelli di oggi e che nemmeno le autorit? rappresentate sono tutte compatibili tra loro, cos? come, a guardar bene, una donna, ma una sola, ci poteva pure stare, ma non ? detto?).

E concludo con una rapida carrellata su una blasonatissima guida (che non nominer? per ovvi motivi), di cui ho curato l?errata corrige e le cui perle, stante la notoriet? dell?editore, si stanno rapidamente diffondendo anche in guide di case editrici minori e, ovviamente, su internet.

Sappiate che, tra diverse date sbagliate e alcuni percorsi inesatti, vi si pu? vedere la foto della torre della Badia spacciata per il campanile di Sant?Andrea e vi si pu? leggere che:

-          le lastre di vetro alla base dei pilastri del Duomo sono state messe a seguito degli atti vandalici che hanno comportato il distacco di quattro testine dei bassorilievi (che invece sono stati compiuti decenni dopo e al di sopra della protezione di vetro),

-          la visita alla ?Orvieto Underground? conduce alla scoperta di tutte le 1200 grotte del sottosuolo della citt? (includendo, nella meticolosa trattazione, le foto della cantina Foresi e delle Grotte del Funaro e tralasciando, ovviamente, che la durata del tour ? di 50 minuti circa),

-          il tufo ? una pietra calcarea,

-          il complesso archeologico del Pozzo della Cava ?consta di decine e decine di grotte? (sono nove locali in tutto, fidatevi!).

E, dulcis in fundo, tenetevi forte, Via della Cava, sempre secondo la superguida, prenderebbe il nome nientepop?dimenoch? dalle grotte del Pozzo della Cava. Zan zan!

Pubblicato il: 01/02/2009

Torna ai corsivi...