Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Sar? poi vero che non c?? due senza tre?

cerco guai

Puntata dell?Immacolata. Il miracolo ? d?obbligo.

Pertanto, eccomi pronto a sfidare ancora una volta leggi e abitudini consolidate di questa piovosa cittadina umbra arroccata su una rupe.

Undici mesi fa lanciai, da questa rubrica, l?idea del circuito dei presepi del centro storico e, dal fine settimana appena trascorso, qualche migliaio di pieghevoli invitano tutti a visitare i nove presepi della rupe, riuniti nel progetto ?La Nativit? in Orvieto?. E uno.

Pi? di recente, sempre da ?Cerco Guai?, ho lanciato l?idea del forum sul turismo del territorio orvietano e, due settimane fa, abbiamo portato a casa anche questo appuntamento (ora bisogna iniziare a lavorare sul serio, oppure smettere di lamentarsi). E due.

Oggi, siccome non c?? due senza tre, eccomi a lanciare un?altra idea: voglio fare il principato della Cava.

Avete letto bene: voglio che la Cava faccia regno a s?.

? cosa nota che ?Via della Cava, con le viuzze, i vicoli e le piazzette adiacenti, costituisce il nucleo pi? antico e forse meglio conservato del quartiere medievale, che si estende da San Giovenale fino a San Giovanni? (la citazione ? dalla guida che ho scritto io, Dio come mi piace fare il vanesio in certi giorni!).

? altrettanto risaputo che il rione della Cava (che va dal Cordone alla Cava Vecchia, da le Fontane a Porta Maggiore) rappresenta da sempre una sorta di terra di confine tra citt? e campagna, simbolo dell?ascesa dal contado ai palazzi nobili, e ha spesso incuriosito per lo strano campionario umano e di abitudini che vi si possono scorgere.

Nel Medioevo, che alla Cava ? finito davvero da poco, era un luogo di cui vergognarsi: ?Se un Papa veniva in visita alla citt?, entrava in Orvieto dalla Cava e raggiungeva il palazzo comunale e poi il duomo lungo un percorso addobbato con architetture effimere messe in piedi per l?occasione? [A. Satolli, ?Orvieto?]. Insomma, si allestivano finte facciate di legno per coprire il lordume delle basse casupole cavajole.

E col tempo la situazione non miglior? di molto, se Ole Potter, nel suo ?A little pilgrimage in Italy? ci racconta: ?Ci arrampicammo su per la ripida strada tra le case di tufo vulcanico giallo ora nero [...] In fondo ai vicoli bui potemmo vedere le tetre profondit? delle cavit?, scavate nella roccia viva. Nei bassi gli abitanti di questa citt? diruta faticavano in silenzio, e fuori dalle porte gufi incappucciati erano appollaiati su pertiche infisse nel terreno duro?.

Signore e signori, il girone dantesco ? servito. E cos? sia.

La Cava, nemica acerrima di Pistrella in un palio che non c?era mai stato e forse non ci sar? pi?, mantiene ancora alcune strane abitudini: quando noi Cavajoli ci dirigiamo verso Sant?Andrea e oltre, alla domanda ?dove vai?? rispondiamo con estrema naturalezza ?a Orvieto?, a testimonianza che, almeno nella percezione, ci sentiamo ancora parte di una sorta di enclave delle campagne, abitanti di un micropaese a s?.

Non mancano esempi di trattamenti ?sui generis? per la Cava, e, senza scomodare esclusioni da itinerari turistici e il totale abbandono in occasione del nevone di una decina di anni fa, basta vedere quello che ? successo luned? scorso.

Una di quelle infernali macchinette scalza-selci, che hanno sostituito gli spazzini , ops, netturbini, ops ancora, operatori ecologici, in prima mattina ha iniziato a perdere olio all?inizio della Cava Vecchia (Via Ranieri, per gli Orvietani non Cavajoli), spargendolo copiosamente fino a davanti la chiesetta della Madonna della Cava (manco a dirlo che si doveva chiamare cos?).

Il tempestivo intervento dei vigili ha bloccato sia Via Ranieri che Via della Cava, interdicendole al traffico sia veicolare che pedonale.

Dopo una lunga sequela di segnalazioni e proteste, dopo pioggia che riempiva di olio le fogne tutte intasate e dopo l?intervento serale della Protezione Civile, Via della Cava ? stata riaperta al traffico pi? o meno per cena.

L?altrettanto ripida Via Ranieri, invece, ? rimasta chiusa ad ogni tipo di traffico fino a tutto gioved?.

Avete letto bene: se un residente voleva andare a casa propria, doveva arrivare fino alla fontanella della Cava o a San Lodovico, scegliendo uno di questi due punti per spiccare il volo. Di uscire di casa, poi, manco a parlarne.

Beh, in questa situazione grottesca lo sapete che c?era di bello? Se non fosse stato per quel dettaglio di doversi muovere pi? col culo che con i piedi, ci siamo trovati proprio bene: niente traffico da Indianapolis, contatti con l??esterno? ridotti al minimo, una buona intensificazione dei rapporti umani per conversare di come ci si senta trascurati?

Perci? non posso che lanciare l?idea di istituire il libero principato della Cava e dei Cavajoli, con tanto di zecca nuova di zecca.

Come sar? l?ordinamento giuridico e la gerarchia dei poteri? Come si organizzeranno le dogane e le ambasciate? Cavoli nostri!

Il sito ?lamonetapedia.it, ci conferma che Orvieto ?emise moneta dal 1256 al 1265 e batt?, come monetazione autonoma durante il periodo comunale, un denaro in mistura. Chiusa, sembra sia stata riaperta, da papa Giulio II (1503-1513), per battere moneta a suo nome?, quindi, nulla di nuovo sotto il sole, solo che adesso non sarebbe tutta Orvieto, ma la sola Cava.

Perci?, fatte salve le dovute riunioni di accordi e i protocolli d?intesa con la Banca Centrale Europea, vorrei che ci si muovesse tutti per poter dar corso legale al ?Cavajolo? (la moneta della Cava, cambio con l?Euro 1:1) a partire dal 2 febbraio 2010. Perch? il 2 febbraio? Ma allora non sapete niente della Cava: documentatevi!!! Ecco un suggerimento: www.cava.orvieto.info.

Che ne dite? Non sarebbe un?idea tremenda, in fondo!

In attesa che questo sogno di concretizzi, posso anticiparvi che la Cava sta organizzando un paio di piccole sorprese mediatiche, una per dicembre ed una per gennaio.

Noi Cavajoli non mancheremo di darne notizia, sperando nella benevola ospitalit? dei giornali, locali e non.

Pubblicato il: 08/12/2008

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