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A colloquio con Giovanni Tonelli, candidato sindaco di Orvieto

Fausto Cerulli

Mi aveva incuriosito, l?uomo che forse far? una lista civica, sfidando cortesemente Loriana Stella, Mocio, o chi per loro. Parlo di Giovanni Tonelli,  di cui avevo sentito parlare come il boss locale di Mediolanum. Gli ho chiesto un appuntamento, pensavo che i suoi impegni gli avrebbero impedito di fissarmelo: in fin dei conti io non sono persona che conti. Invece mi ha fissato un appuntamento, ed ? stato puntuale. Mi ? venuto in mente che tutte le persone di successo sono puntuali, in genere. Come se temessero di perdere un treno. Mi hanno colpito subito i suoi baffetti quasi alla Calvi, la sua stretta di mano schietta, il suo sorriso tra il furbo ed il curioso. Gli ho chiesto se potevo rivolgergli qualche domanda sui suoi progetti elettorali, anzi prima di tutto sulle sue intenzioni elettorali; volevo sapere se avrebbe presentato la lista civica di cui da tempo si vocifera. Mi ha risposto da politico, ha detto un s? che poteva essere un no, un forse che poteva essere

un vediamo come vanno le cose. Astuto, il Tonelli; come si ? dimostrato astuto nel rispondere a tutto quello che gli chiedevo, ma chiosando ogni tanto con un questo non lo scriva. Che era una specie di provocazione, un sottolineare l?essenziale. Gli ho chiesto, per curiosit? professionale, quali fossero stati i suoi trascorsi politici: ed ho appreso con meraviglia che ? stato consigliere comunale del PCI ai tempi di Casasole e poi di Cimicchi. Cinque anni in consiglio comunale: una bella esperienza, ho osservato, specie se fatta in un periodo in cui il Consiglio Comunale non era ancora un Direttorio. Ha voluto subito spiegarmi come si conciliasse il suo lavoro attuale in Mediolanum- roba del Berlusca- con il suo trascorso politico. Mi ha chiarito che la sua impostazione politica non ? di destra, e che lui non ha dimenticato un?altra sua importante esperienza: quella di dirigente della Confesercenti.  Stavo scoprendo un passato politico e sindacale importante, che non sospettavo. Ma Tonelli non si ? trincerato dietro il suo passato, e mi ha voluto dire che per lui l?esperienza in Mediolanum ha un valore preciso, al di l? del lavoro in s?. Fare contratti per Mediolanum significa per lui entrare in contatto con molta gente, sentire molte voci, conoscere molte situazioni. Ed ha aggiunto una massima tra il serio e il faceto: l?uomo ha due orecchie ed una sola bocca; segno che chi lo ha creato ha voluto che usasse le orecchie almeno il doppio della bocca. Ascoltare pi? che parlare.

Gli ho chiesto quali fossero per lui le colpe della presente Amministrazione, almeno le pi? vistose: e lui mi ha spiazzato dicendo che la colpa maggiore degli amministratori, e dei politicanti in genere, ? quella di non sapere o non volere ascoltare. Ha messo l?accento sulla autoreferenzialit? dell?Amministrazione, che si parla addosso e non sta ad ascoltare la gente, non si preoccupa di andare tra la gente, considera la gente soltanto come serbatoio di voti. Ma non ha voluto affondare il coltello nella piaga: ho cercato di spingerlo a parlar male di qualcuno in particolare, ma lui non ha abboccato; altro segno, a mio parere, di capacit? politica. Ha detto che Mocio sta commettendo errori, ma subito ha aggiunto che Mocio si trova a fare il Sindaco in una situazione economica difficile, e in un quadro politico complesso. Ho cercato di stuzzicarlo sulla Stella: ma lui mi ha detto che la stima, e che vorrebbe esserne stimato. A questo punto stavo per fargli una domanda ovvia: se Mocio va bene, e la Stella pure, che ci azzecca una lista civica in contrapposizione? Ma lui mi ha prevenuto, chiarendo che Mocio e la Stella sono dentro un sistema che non funziona; il sistema partitocratrico. E che, con i loro pregi, non sono in grado di scrollarsi di dosso condizionamenti e vincoli.

E qui ? venuto al sodo: Orvieto, a suo parere, ha bisogno di uno scossone, di una specie di elettrochoc- ma questo l?ho aggiunto io- per uscire da un torpore che lascia intravedere  un futuro

poco consolante. Questo scossone, a suo parere, dovrebbe consistere nel portare a galla le potenzialit? umane che esistono ad Orvieto e che sono sacrificate dalla inveterata usanza di dare incarichi secondo la tessera e non secondo la competenza. Ha insistito molto su questo punto: Orvieto, secondo Tonelli, non ? apprezzata per quello che ?: Orvieto ? una citt? importante sul piano storico, su quello culturale, su quello delle bellezze monumentali ed ambientali. Gli amministratori sembrano non accorgersi del valore che hanno in mano; e lasciano che altri centri urbani si sviluppino ad un ritmo superiore, pur partendo da un valore minore. Sull?importanza di Orvieto, Tonelli ha insistito anche quando gli ho chiesto come vedesse i rapporti tra Orvieto

e la Provincia e la Regione: su questo punto ? stato molto netto. Orvieto, pensa Tonelli, ha sempre avuto un atteggiamento di sudditanza; si ? presentata agli appuntamenti con la Provincia e e con la Regione quasi con il cappello in mano, ad elemosinare quando avrebbe dovuto pretendere. E alla mia domanda su cosa pensasse della Tuscia, ha cercato di spiegarmi che non si tratta di Tuscia o di Umbria. Orvieto deve essere Orvieto, e pesare.

A questo punto gli ho chiesto quali sarebbero state le sue prime mosse, se fosse diventato Sindaco. E lui mi ha fissato tre punti, per i primi cento giorni, come si dice in gergo.

Primo punto: un tavolo permanente di concertazione e discussione tra le forze e le presenze sociali; ed ha insistito sul ?permanente? da intendersi nel senso che servono a poco le riunioni fatte per occasioni specifiche e saltuarie: le forze sociali debbono essere sempre in stato di mobilitazione; debbono riunirsi per parlare: e soprattutto per ascoltare.

Secondo punto: un coupon da offrire a tutti i cittadini per visitare gratuitamente, magari di domenica, monumenti e musei. E Tonelli mi ha parlato di quanti, a Ciconia-per esempio- non conoscono il Pozzo di San Patrizio. Si capisce che ama Orvieto e vorrebbe che tutti fossero messi in condizione di conoscerla meglio per amarla di pi?. Una iniziativa, aggiunge, che sarebbe quasi a zero costo e con grandi vantaggi sul piano umano; e mi fa quasi tenerezza vedere come ama Orvieto; e non credo che stia bluffando.

Terzo punto: le infrastrutture. Un problema che pu? e deve essere risolto coinvolgendo tecnici di qualit?, al di fuori dei soliti schemi delle appartenenze partitiche. La infrastruttura che pi? gli sta a cuore, a quanto mi sembra di capire, ? il collegamento con la zona industriale. Va bene, dice, il secondo casello; ma non si pu? tollerare che Orvieto sia collegata alla propria zona industriale

da una vetusta e sconnessa antica strada provinciale.

Gli chiedo se ritiene di avere un suo bacino elettorale a cui attingere; mi dice che conosce molte persone, molte ne ha conosciute, molte vorr? conoscerne nella campagna elettorale.

Non si illude troppo di poter diventare Sindaco; ma la sua lista civica, mi pare di capire, deve servire ad offrire un programma anche alle altre forze politiche, a stimolare una dialettica, a sollecitare confronti. Potrei dirla una lista-ponte, una lista di salute pubblica. E cos? forse la vede lui; per questo vorrei che i miei pochi o tanti lettori conoscessero anche questo aspetto

della prossima campagna elettorale. Tonelli, sia chiaro, non mi ha pagato per questo spot, e non mi ha offerto incarichi, che del resto avrei rifutato. Ne parlo soltanto perch?, come dice

Pannella, occorre conoscere per deliberare. E noi siamo fatti per seguir vertute e conoscentia.

Pubblicato il: 27/11/2008

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