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Commercianti orvietani organizzatevi

Leonardo Riscaldati

Tra poco pi? di un mese inizier? la sedicesima edizione di Umbria Jazz Winter. La citt? di Orvieto sar? meta di un consistente numero di turisti, che affolleranno le strade del centro storico, per venirsi a divertire e per ascoltare musica di qualit?; insomma, per godersi il capodanno, riempiendo gli alberghi, spendendo soldi, e ravvivando una citt? che negli ultimi anni ? stata oggetto di un processo progressivo e costante di desertificazione sociale, oltre che economica.

 

Al di l? della discussione sulle polemiche relative alla manifestazione, che puntuali emergono ogni anno, ritengo che per Orvieto sar? fondamentalmente importante una sola cosa: cogliere l'occasione, sfruttare cio? la manifestazione per dare un'immagine positiva e vitale della citt?, per lasciare un buon ricordo nei visitatori e per giocare al meglio tutte le carte (che sarebbero veramente molte) di cui si dispone.

 

Mi rivolgo soprattutto ai commercianti, che in questo contesto avranno l'opportunit? di giocare un ruolo fondamentale. E' arrivato il tempo di andare oltre le divisioni, e di lavorare tutti insieme per non lasciarsi sfuggire un'opportunit? di cui in realt? non ci si rende ancora bene conto. Il pensiero medio orvietano, in base al quale ognuno pensa per s? (e male), e "tanto peggio per gli altri, tanto meglio per me", deve essere archiviato e dimenticato.

 

Che cosa si potrebbe fare nel concreto? Un buon punto di partenza sarebbe quello di tenere aperto anche la sera, durante i giorni della manifestazione. In realt? sarebbe ideale il riuscire concordare e condividere dei progetti, anche limitati, che si pongano l'obiettivo di dare la giusta immagine alle varie attivit? della citt? di Orvieto, e di presentarle non come atomi, come entit? a s? stanti, ma piuttosto come elementi di un sistema dinamico, coerente e univoco, con delle connotazioni specifiche, collegate anche alle peculiarit? del territorio. E magari, tanto per dirne una, si potrebbe anche realizzare, con un budget assai limitato, un semplice depliant che inviti i visitatori a farsi un giro in ogni singola zona, evidenziandone e valorizzandone le specifiche peculiarit? storiche, artistiche, artigianali, e culturali in genere. Un depliant che dovrebbe essere messo a disposizione, e bene in evidenza, in tutti i punti di contatto e di accesso attraverso i quali i turisti accedono alla citt?.

 

Ma mi sa tanto che qui sfoceremmo nella fantascienza, quindi basterebbe il semplice tenere tutti aperto, anche dopo cena. E sarebbe gi? molto, perch? significherebbe, al di l? di tutto, che tutti gli operatori hanno, per la prima volta, condiviso un obiettivo ed una strategia, cio? remato tutti nella stessa direzione. Il classico sasso nello stagno, un precedente importante sul quale lavorare per il futuro.

 

Qualcuno ("qualcunissimo" in realt?), sta gi? valutando di farlo. E' un inizio, ma ovviamente non basta. Basterebbe che ogni commerciante provasse a parlare con i propri vicini di negozio, per vedere se si riesce a ragionare in modo comune sul da farsi. Oppure che le associazioni di categoria si parlassero e che provassero a convincere i propri associati ad aderire alla proposta.

 

Immaginate se almeno nel triangolo compreso tra Piazza S. Angelo, il Duomo e la Cava si riuscisse a farlo. Tenendo conto che specialmente nel weekend ad Orvieto gi? c'? un buon movimento di persone, e che di persone ne arriveranno molte altre per Umbria Jazz, ? facile comprendere l'immagine di citt? che ne uscirebbe fuori. Gente che gira, che socializza, si diverte, vede i concerti, con i tutti i negozi aperti che illuminano le vie della citt? con le proprie vetrine accese ed addobbate. Se foste voi i turisti, che idea vi fareste di tale situazione? Ottima, senz'altro. Ecco, il punto di partenza ? quello di mettersi nei panni del turisti, di chiedersi al posto loro cosa ci si aspetterebbe a capodanno da una citt? che propone un'importante manifestazione musicale.

Ora immaginate invece la stessa situazione con tutti i negozi chiusi, o addirittura con tutte le luci delle vetrine spente. Una bella differenza.

 

Non c'? molto tempo, e non ci sono alternative. Bisogna ragionare non pi? in modo individuale e limitato ai propri interessi di bottega, assolutamente legittimi, per carit?, ma sforzarsi di allargare la propria prospettiva, per lavorare tutti insieme avendo come obiettivo il medio periodo (leggi 5 anni), visto che, anche se sembra lontano, prima o poi esso arriver?. I proprietari dei negozi non terranno aperto solo fino all'anno prossimo, ma presumibilmente ed auspicabilmente credo che sperino di esserci anche tra 10 anni. Giusto? Allora dovrebbe essere pi? chiaro quanto sia importante il ragionare sempre anche su orizzonti temporali pi? ampi.

 

Una volta compreso e condiviso questo concetto, anche il tipico modo di ragionare orvietano, della serie "tanto non vendo niente, quindi ? inutile che tengo aperto", dovrebbe essere superato da un "se lavoriamo tutti insieme, ne beneficeremo, anche se non nell'immediato, tutti quanti". Bisogna muoversi in fretta, praticamente in tempo reale, ma qualcosa bisogner? pur fare.

 

In realt? mi sembra quasi surreale lo stare qui a scrivere a qualcuno di organizzarsi per fare i propri interessi, perch? in realt? sembra non volerseli fare. Ma le cose stanno cos?. Che dire, speriamo che si faccia un salto di qualit?, e che si comprenda una volta per tutte che il tempo dell'aspettare degli interventi dall'alto per risolvere i problemi ? definitivamente tramontato. Insomma, che ognuno si senta finalmente faber fortunae suae.

 

Che dite gente, je la famo?

 

Pubblicato il: 24/11/2008

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