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Risposta alla lettera di un amico

Nello Riscaldati

Caro  Valeriano,

le tue argomentazioni sul rapporto individuo-Istituzione hanno anche a me fatto tornare in mente un ricordo ormai antico, e cio? una lezione del professor Sergio Cotta, alla Sapienza, quando ci insegnava, con l?autorevolezza e la semplicit? dei grandi, come le Istituzioni vadano sempre viste sotto il profilo della intersoggettivit? colta nel momento in cui va a concretizzarsi nella reciprocit? e nella complementarit? di un obbligo e di una pretesa.

E ci argomentava come le medesime Istituzioni, nascano dunque, come del resto hai dimostrato tu, dall?accordo di quelle volont? che si manifestano nel rapporto e, manifestandosi, lo costituiscono.

A me pare che la morale kantiana e la dottrina liberaldemocratica ne rappresentino i reperti culturali pi? rilevanti.

Che oggi non vi sia una ?cupida legum juventus? (Just.Tanta..) e che anzi l?Istituzione venga spesso sofferta come qualcosa alla quale ? dovuta una specie di ?reverentia antiquitatis?, o addirittura come un intralcio ad una personale interpretazione della libert?, lo scopriamo tutte le mattine leggendo i giornali.

Spesso la difficolt? del rapporto tra cittadino e Istituzione deriva dalle modalit? con le quali la medesima si pone, si estrinseca e si fa conoscere, e cio? con una tormenta di leggi, leggine, regolamenti, circolari, istruzioni, divieti, multe e contestazioni varie, tali che il singolo ne trae l?impressione che l?Istituzione stessa chieda pi? di quello che sar? poi in grado di restituire, tradendo in tal modo il patto di reciprocit? tra l?obbligo e la pretesa.

Forse abbiamo ereditato il costume dell?antico ?princeps?, ?optimi status auctor?, che si poneva ed imponeva ai sudditi con un profluvio di ?leges?, ?edicta?, ?mandata?, ?rescripta?, ?epistulae?,  ?decreta?, etc., o del ?senatus? con i ?senatusconsulta?, che pur non avendo sempre forza di legge, potevano per? modificare o annullare altre leggi per presunti ?vitia in procedendo?. Cos?, con lo scorrere del tempo il tutto si ammucchiava, si mescolava e   generava confusione.

Poi, per?, qualcuno mand? Giustiniano e Triboniano a mettere un po? d?ordine. Oggi, purtroppo per noi, non sono in vista n? l?uno n? l?altro.

Lo scorrere della  vita del singolo e del Popolo non ? stata mai una corsa piana, bens? corredata da necessari  e convenuti ostacoli che forse dovrebbero, per?, essere graduati un po? meglio in distanza e in altezza, per consentirci di prendere con loro la necessaria confidenza onde disporre poi della spinta necessaria per superarli ed irrobustire cosi la nostra convinzione nella convenienza del rispetto delle Istituzioni, e successivamente nel farle conoscere e   rispettare agli altri, cio?, in altre parole, nel farle vivere.

Come curiosit? e fuori tema, ma dati i tempi di crisi monetaria in cui viviamo, mi viene in mente come i nostri antichi padri Romani si erano dati, fin dal 193  a.C., una ?Lex Sempronia de pecunia credita?, che riguardava appunto i mutui e gli interessi relativi. Lo ricordo perch?, con questi precedenti, e se pur sbatacchiati da impietosa procella, possiamo con ragione sperare di cavarcela. Anzi, sono certo che ce la caveremo senz?altro.

Due parole conclusive sul ?maestro unico? che per alcuni, sembra, per fortuna pochi, rischia di diventare un?ossessione. Certamente i genitori s?informeranno a destra e a manca su chi sia il ?meglio? sulla piazza per accaparrarselo ed affidargli il loro figlio ritenuto dai medesimi anche lui il ?meglio? della piazza, senza pensare, nella concitazione del momento, che il processo educativo ? sempre il frutto di un rapporto che si innesca tra due persone le quali, debbono, di comune accordo, trovare una lunghezza d?onda che consenta loro di comunicare proficuamente e per lungo tempo.

Tutti hanno pari diritto alla scelta migliore, figuriamoci al ?maestro?. D?altra parte la stessa cosa accade quando ci si sposa, quando si compra un oggetto, quando si accende un mutuo in banca, quando si coltiva un?amicizia, quando si presta la macchina o dei soldi ad un amico etc. La riuscita del processo, che ? possibile verificare, per?, solo dopo molto tempo, ? sempre, in certa misura, anche una questione di c?

Comunque se qualcuno avesse un figlio ?capoccione?, non si perda d?animo. Molti di costoro sono diventati persino ?onorevoli?, e ci credono e ci stanno tosti e guadagnano pure bene, anche se poi i discorsi se li fanno scrivere da altri perch? loro, come insegnava Alberto Sordi, ?non sono padroni della cacofonia della lingua?.

Caro Valeriano che cosa possiamo dire noi, gi? studenti elementari, medi, liceali, e universitari, ai giovani che sfilano portando cartelli con su scritto ?vogliamo studiare di pi??? Emb?, e noi gli facciamo  allora questo discorso:

?Cari ragazzi, se veramente volete studiare di pi?, se ? questo che volete, allora riempite una catana di libri, trovate uno scalino comodo, preferibilmente al sole e, ancor meglio, sotto un fanale per la notte, e studiate, studiate e studiate fino a quando le forze ve lo consentono e poi, quando vi sentite veramente preparati, alzatevi e scendete in campo e giocate la vostra partita al meglio.

Voi non lo sapete ma sono gi? in molti quelli che si stanno allenando in silenzio e fuori della vostra vista, e se non vi date una mossa subito rischiate di arrivare tardi e di rimanere seduti in panchina a vita o, se siete gi? di condizione, di venire sostituiti o espulsi dopo pochi minuti. Voi forse non lo sapete, ma la vita ? un allenatore esigente, molto esigente.

Naturalmente ? una metafora. Sta a voi interpretarla.?

Caro Valeriano, che ti pare? E? demagogia? E? nostalgia? Secondo me se dovrebbe mette ?n? invernata,?! E d?inverno le notti so? lunghe,? ma ?na frega lunghe,? e, come sempre, ?ha da pass? ?a nuttata!?

Te che diche,?passer?,..?!

Un caro saluto  

Pubblicato il: 30/10/2008

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