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Maestro unico, genitore doppio?

cerco guai

Ultimamente si fa un gran parlare della riforma della scuola e dell?introduzione (o meglio, riesumazione) della figura del maestro unico nella primaria, che poi ? quella che ai miei tempi si chiamava elementare.

Questo argomento, avendo dei figli in et? prescolare, mi trova particolarmente sensibile, e, come sempre accade quando noi genitori proviamo a (in)formarci proprio sul sublime quanto complesso compito di fare i genitori, cominciamo ad annaspare tra la nostra incompetenza e le opinioni pi? o meno interessate di esperti o sedicenti tali.

E cos?, sguazzando tra titoli come ?Le mamme non sbagliano mai?, ?Fate i bravi?, ?S.O.S. Tata?, ?La Bibbia del Genitore?, ?Come crescere un bambino ottimista? e via discorrendo, si vede come fior di specialisti sono pronti ad osannare o a condannare ora il box, ora le camere separate, ora il nido, ora i nonni, ora il lavoro di entrambi i genitori, proponendo modelli contrastanti e contradditori di famiglia ideale che non si potrebbero seguire nemmeno se uno non avesse altro da fare che il genitore.

E noi ci sentiamo sempre peggio, ingigantendo stupidaggini e minimizzando cose serie, non riuscendo a raggiungere quel distacco zen che ci farebbe guardare tutto dall?esterno e ci farebbe accorgere di dove sbagliamo. A rendere tutto pi? complicato c?? il fatto che questi marmocchi li amiamo in maniera smisurata e spesso cos? irrazionale che qualche volta ci piace e ci gratifica uscire dal seminato e da progetti educativi concordati per goderceli (e magari confonderli).

Ma non andiamo fuori tema e torniamo a vedere che mi frulla per la testa quando penso alle primarie (scuole, non elezioni!!!) dei miei figli.

 

Maestra-mamma?

Alle elementari ho avuto tre maestre, ma una alla volta. In prima una giovane insegnante coetanea delle nostre mamme, molto materna e cos? brava da farci amare la scuola indipendentemente dal nostro rendimento. Alla fine del primo anno, il dramma: confid? a mia madre che ero stato il pi? bravo della classe, raccomandandosi di non dirmelo. Lei, naturalmente, me lo disse, raccomandandomi di far finta di non saperlo. E fu la fine. Si istaur? un meccanismo perverso che mi faceva rincorrere il risultato pi? che il piacere per le cose imparate.

In seconda arriv? un?altra maestra, piuttosto matura, formatasi ad una scuola della serie ?allineati-e-coperti?. Litigavamo almeno quattro volte a settimana, soprattutto per quella strana abitudine di caricarci di compiti un giorno per l?altro, dando forse per scontato che ne avremmo fatti (escluso un piccolo zoccolo duro di noi ?secchioni?) solo una parte.

In quinta, la svolta: una nuova maestra, una ?signorina? datata che, in vista delle medie, organizzava le materie per farci spartire bene compiti e quaderni. Mi riappropriai di un aspetto ludico della scuola che avevo dimenticato, oltre alla possibilit? di organizzare il mio tempo, purtroppo a discapito, forse, di non troppo rigore sull?insegnamento.

Essendo tutte vive, le mie maestre, non approfondisco oltre, sicuro che ognuna delle tre agisse nel nostro interesse. In ogni caso, in cinque anni, ho avuto una maestra-mamma, una maestra-comandante e una maestra-compagna-di-giochi. Con il loro avvicendarsi, per me, cambiava l?atteggiamento, cambiavano le regole, cambiava, insomma, la scuola.

 

Pluralit? o unicit??

Ora si preferisce avere un ricco stuolo di insegnanti, di media cinque, per ogni classe, il che pu? avere dei pro e dei contro. Pu? dare l?idea, giusta o sbagliata, che ? necessario specializzarsi ad ogni costo, generando sin dai primi anni di scuola settorialit?, rivalit? e simpatie. D?altra parte, ricordiamoci che non siamo automi e che, a volte, una antipatia ?a pelle? pu? compromettere il nostro atteggiamento, anche involontariamente, quindi meglio alternare un po?.

Concepire la cultura a compartimenti stagni ? deleterio quasi quanto avere un maestro antipatico o trascurare alcune materie prima non contemplate, come l?inglese e l?informatica, senza cui, volenti o nolenti, nostalgici o avveniristi, si ? analfabeti.

Mi chiedo sempre se, alla luce di quanto avviene alla materna, non si possa pensare ad un sistema con due o tre maestre/i che si alternino nel corso della giornata e della settimana, prevedendo dei momenti di compresenza, per fondere l?italiano (che non ? solo regole e analisi logica) all?arte e all?educazione fisica (teatro? fumetto? biglietto di auguri?) o la matematica e le scienze alla storia (storia della matematica? delle scoperte scientifiche?) cos? da stimolare intersezioni e multidisciplinarit? efficienti ed efficaci.

Ma siccome non sono n? insegnante (ho l?abilitazione per le superiori, che ? tutt?altra musica, spesso pi? semplice) n? pedagogo, n? politico, devo riconoscere che se non ? venuta in mente una cosa del genere a chi conta, ? perch? non deve proprio venire in mente.

Strano, perch? in fondo era il modello che stava alla base del tanto decantato (quanto spesso mal gestito o mal digerito da insegnanti troppo attaccati alla tradizione) ?tempo prolungato?, che noi del ?73 ci siamo beccati, come piccole cavie, alle medie.

Il problema ? che siamo in crisi economico-finanziaria e, in ogni riforma, quello che conta ? far quadrare i conti. Peccato, perch? la formazione degli adulti di domani ? importante quasi quanto la loro salute.

A peggiorare tutto c?? anche il fatto che i genitori che provano a dire la loro idea sono subito etichettati come filogovernativi o di opposizione, senza pensare che ognuno possa avere una testa e delle sacrosante opinioni.

 

Pronti, partenza, via!

Gi? vedo noi genitori pronti allo scatto nella affannosa corsa all?insegnate migliore. Mi pare gi? di sentire i discorsi delle mamme bene che faranno i salti mortali per far mettere il bimbo nella sezione della maestra che, a loro dire, ? ?pi? brava?, ?pi? buona? o ?pi? competente? in questa o in quella materia, con mille scuole di pensiero, inciuci, sospetti e ulteriori frustrazioni per genitori e insegnanti.

E i bambini, abituati a ritmi ben diversi da quelli che furono i nostri, avvezzi allo zapping sia televisivo che da un gioco a un altro, staranno l?, con la presenza fissa di una sola persona, seduti davanti a lei, che magari non gli sta nemmeno tanto simpatica come invece lo risulta ai loro genitori.

Per? ? la mestra-mamma del libro cuore, cos? come a casa abbiamo i genitori-amici, le nonne-mamme o le zie-sorelle. Ma non sarebbe meglio che i maestri facessero i maestri, i genitori i genitori e i nonni i nonni, ognuno con le proprie competenze, il proprio ruolo e le proprie responsabilit??

Probabilmente non si assisterebbe pi? a lezioni in cui ci si alza per andare in bagno o per fare due passi come se si stesse a casa, o a ragazzini di 11 anni che non sanno mettere insieme nemmeno un ragionamento che li porti a compiere una qualsiasi scelta. E non sono, purtroppo, rare eccezioni da film.

 

Noi genitori

Siamo onesti: in questa confusione di ruoli, quelli che danno il peggio di s? siamo sempre noi, i genitori. Presi tra il lavoro, il mutuo, i mille impegni anche inutili ma irrinunciabili, siamo pronti a sopperire con beni materiali al tempo che non passiamo coi nostri figli, stravolgendo la lista dei valori.

Siamo noi che giudichiamo le loro piccole persone e non le loro azioni, invitandoli inconsciamente a fare altrettanto. Siamo noi a spingerli al confronto e a cedere ai ricatti, dopo avergliene insegnato il potere.

E, per quanto riguarda la scuola, siamo noi a richiedere che supplisca dove noi manchiamo, delegando forse troppo agli insegnanti, a cui diamo giudizi senza manco interpellarli.

E siamo sempre noi a fare paragoni sul rendimento scolastico dei nostri figli e dei loro compagni, perch? ogni loro successo ci fa star bene, e un bel voto, magari ottenuto copiando, appaga il nostro ego pi? di veder crescere nostro figlio responsabile, leale e desideroso di acquisire nuove conoscenze e nuove competenze.

E siamo ancora noi a fare la cosa pi? perversa e dannosa della carriera scolastica di ogni studente: criticare gli insegnanti in presenza dei figli, mettendo in discussione, noi per primi, operati che spesso non siamo in grado di giudicare e su cui manco ci siamo presi la briga di parlare con gli interessati, ottenendo l?unico effetto di screditare il valore della scuola e dell?istruzione ai giovani occhi di chi dovrebbe vivere l?apprendimento come un piacere, oltre che un dovere.

Pubblicato il: 20/10/2008

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