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Bomarzo

Fausto Cerulli

BOMARZO

I mostri che arieggiavano

La memoria di un nobile

Folle e geniale non turbano

La tua quiete, Bomarzo.

I tuoi vicoli stringono

Il paese in un abbraccio

Casto e silenzioso,

Salgono verso un palazzo

Vertiginoso, si chetano

In cento piccole piazze:

Ricordo una serata

Di Piera Degli Esposti,

Madonna scombinata

Di facezie e tragedia.

Io torno spesso alla tua

Quiete, evito i mostri,

Mi inerpico in ricordi,

Mi faccio episodio triste

Nella storia. Ti affacci

Su te stessa, ti fai

Specchio. Vecchio

Paese sconosciuto,

Leggendario. Vorrei

Che fossi una favola

Vera. Una Bomarzo

Da bere.

Pubblicato il: 19/10/2008

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