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Rula Jebreal e l?immigrazione. Considerazioni a margine

Bruna Iacopino

Le considerazioni che seguono sono inerenti l?incontro tenutosi nel pomeriggio di domenica presso la sala del Carmine nell?ambito di Venti ascensionali. Titolo dell?incontro L'ITALIA VISTA CON GLI OCCHI DEI SUOI IMMIGRATI. Conversazione con Rula Jebreal.

Non avendo letto il libro non intendo entrare nel merito, intendo invece porre l'accento su un passaggio, particolarmente significativo.

Parlare di immigrazione non ? cosa semplice, e se non si ha piena cognizione di causa il rischio che si corre ? quello di incappare in facili semplificazioni, a volte fuorvianti. Per questo mi limiter? a fornire degli spunti pi? che a dare delle spiegazioni che richiederebbero analisi molto pi? approfondite di quanto, in un tale contesto, si possa fare.

In rapporto al connubio (ampiamente abusato nell'ultimo periodo) tra immigrazione e criminalit?, a un certo punto, la signora Jebreal si lascia sfuggire un?affermazione frutto, probabilmente, della fretta del momento.
La questione su cui si stava dibattendo era l?aumento di criminalit? rumena in seguito all?entrata della Romania nell?area europea di Schengen. A questo punto la giornalista sostiene che, se l?Italia avesse stretto con la Romania un patto bilaterale, come gi? fatto con Libia, Tunisia e Marocco l?ingresso di criminali sarebbe stato evitato?

Un?affermazione del genere ha una consistenza e una pesantezza enorme se non viene supportata da un?adeguata argomentazione. Innanzitutto lascia intendere che il patto bilaterale firmato con la Libia e ratificato ultimamente dal nostro presidente del Consiglio sarebbe stata una mossa accorta e utile a bloccare l?ingresso di ?criminali? nel nostro paese!

Prima di procedere ? d'obbligo fare una digressione: a partire dal 2004 ? iniziata per l?Italia la pratica delle espulsioni di massa, il pi? delle volte senza un reale riconoscimento, verso i paesi di transito, nella maggior parte dei casi, la Libia, per l?appunto.

?L' Italia ha respinto ?un vero e proprio assalto organizzato alle nostre coste? da parte del racket dell' immigrazione clandestina?. Sono state respinte 1.153 persone in una settimana, dice il ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu, ma ?non c' ? stata alcuna deportazione?. Decisioni ?ingrate?, non c' ? dubbio, ma ?assolutamente necessarie?: se non avessimo dato un messaggio chiaro e determinato, ?avremmo attirato altre migliaia di disperati verso Lampedusa assecondando le strategie dei gruppi criminali che gestiscono i traffici?.? Cos? si legge su Repubblica del 09 ottobre 2004.

1.153 persone respinte verso la Libia paese dal quale erano partiti. In genere una volta arrivati in Libia i migranti non vengono accolti proprio a braccia aperte. Il pi? delle volte, dopo essere stati trattenuti all?interno di centri di detenzione simili, o anche peggiori, rispetto ai nostri CPT, vengono rispediti indietro verso il deserto dove, non ? raro che incontrino la morte, come raccontano ampiamente i rapporti stilati da Fortress Europe (fortresseurope.blogspot.com).

In merito, poi, all'esistenza dei suddetti centri di detenzione la conferma arriva addirittura da una recente interrogazione parlamentare, presentata il 1? ottobre e relativa al campo di detenzione di Kufra, un villaggio libico in cui sarebbero trattenuti i disperati provenienti dal centro dell?Africa e dove il trattamento riservato alle persone ? definito ?inumano e degradante?.

L?interrogazione prende spunto dal documentario trasmesso al Salinadocfest e intitolato ?Come un uomo sulla terra?, girato a Kufra nel 2005 (http://comeunuomosullaterra.blogspot.com).

Le immagini raccontano molto pi? delle parole.

La Libia, com?? noto, non brilla di certo in quanto a difesa dei diritti umani, soprattutto quando questi riguardano i ?neri?. E, dato non trascurabile, sono proprio i libici a fare affari d?oro con la tratta dei clandestini: vi sono i trafficanti di uomini, e poi vi sono le forze dell?ordine che si fanno pagare profumatamente per chiudere un occhio. Basta andare a spulciare i racconti di chi, su uno di quei barconi c?? salito, passando per la Libia, per rendersi conto che le esperienze vissute da quegli uomini e quelle donne raccontano una verit? diversa, una verit? che non vogliamo vedere nonostante gli sforzi fatti da molti per raccontarla.

Ma torniamo ai patti bilaterali stipulati anche con Tunisia e Marocco.

Un esempio emblematico pu? essere rappresentato dalle enclave spagnole di Ceuta e Melilla: ?A Ceuta e Melilla si concentra la pressione di migliaia di migranti provenienti dall?Africa sub-sahariana, che sognando l?Europa si avventurano in pericolosi viaggi attraverso il Marocco verso le due enclave spagnole. Negli ultimi anni le forze di sicurezza marocchine e spagnole hanno messo in atto forti misure di repressione verso gli immigrati clandestini.

In un rapporto sull?immigrazione clandestina in Marocco, Medici senza frontiere documenta ripetuti gravi episodi di violazioni dei diritti umani attraverso le testimonianze e i referti medici degli immigrati visitati.? Cos? si legge su http://www.meltingpot.org/articolo5980.html.

Pochi spunti solo per arrivare ad una conclusione diversa, ovvero: i patti bilaterali stipulati dall?Italia e dalla Spagna con i paesi di transito per le tratte di immigrati non servono a bloccare l?ingresso di ?possibili delinquenti? ma di immigrati irregolari (ormai lo sono tutti). Senza dimenticare un dato fondamentale, ovvero che, questi patti sono soprattutto di natura economica, come del resto testimonia il recente accordo stretto con la Libia: denaro in cambio di controllo.

La Romania, al contrario, rientra nell?area Schengen, perci? i cittadini rumeni hanno tutto il diritto di circolare liberamente nei confini della UE, cosa che non ? consentita ai cosiddetti extracomunitari. Le direttive Europee sono infatti ugualmente severe in rapporto a immigrazione irregolare ed espulsioni facili.
La stessa Europa ha promosso un?azione ampia che vede il coinvolgimento di diversi paesi per il controllo delle Frontiere istituendo l'agenzia Frontex (dal francese Fronti?res ext?rieures; "Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea" ? un'istituzione dell'Unione europea il cui centro direzionale ? a Varsavia, in Polonia. Il suo scopo ? il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE e l'implementazione di accordi con i Paesi confinanti l'Unione europea per la riammissione dei migranti respinti lungo le frontiere. Fonte Wikipedia.)

La strategia messa in atto dall'Italia con l'approvazione del pacchetto sicurezza, l'ultima trovata della Lega di un permesso di soggiorno a punti, la nuova direttiva Europea approvata a luglio di quest'anno anch'essa incentrata su una base securitaria necessitano di una pi? ampia e articolata discussione e di riflessioni che coinvolgano in pieno la stessa societ? civile. Il fenomeno migratorio non pu? essere arrestato innalzando barriere, innanzitutto va compreso e studiato nelle sue dinamiche, nella sua interezza, al fine di trovare delle soluzioni che siano congeniali a paesi che si dicono democratici e che realmente hanno a cuore la difesa dei dritti umani degli individui in quanto tali, indipendentemente dalla nazionalit? dal colore della pelle, dalla religione e appartenenza etnica. Il dibattito in Italia ? appena agli esordi, gli ultimi casi di razzismo e intolleranza lo hanno pienamente dimostrato. Sta a noi, singoli cittadini, far si che abbia una reale evoluzione.

Invito dunque quanti abbiano voglia di approfondire l'argomento a visitare i seguenti siti: www.meltingpot.org; http://fortresseurope.blogspot.com/

Pubblicato il: 14/10/2008

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