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Potrei essere molto malato?

cerco guai

Mi chiedo spesso perch? io abbia accettato questa rubrica settimanale.

Il mio lato razionale, che cerca di guardarmi dall?esterno, mi dice che in fondo ? il mio semi inconscio narcisismo esibizionista che vuol chiacchierare anche non avendo argomenti, come in questo luned? in cui non mi va di scrivere n? di varchi n? di crisi economica.

Forse, per?, una risposta pi? gratificante potrebbe arrivare dalla ricerca medica: potrei essere malato.

Ma non malato di protagonismo, e quindi curabile con una lunga serie di sedute psicanalitiche (come se non bastasse raccontare i cavoli miei in questa rubrica), ma proprio affetto da carenze organiche, se non addirittura geneticamente tarato (fatela la battuta, ve l?ho servita su un piatto d?argento!).

Da dove arriva una tale supponente supposizione? Da una recente ricerca dell?Universit? di Cambridge, nel Regno Unito, dove alcuni studiosi hanno scoperto l?ormone del bullismo: il cortisolo. Ecco cosa scrive la giornalista Vanna Ferrara: ?Graeme Fairchild ha reclutato un gruppo di studenti inglesi, con o senza storie turbolente alle spalle, sottoponendoli a un test per controllare i livelli di cortisolo presente nella saliva di ciascuno di loro. ? risultato che i giovani in situazioni di emotivit? avevano picchi di cortisolo, mentre altri, con gravi comportamenti antisociali, avevano bassi livelli dell?ormone in questione?. Et voil?!

Ma la storia riserva anche di peggio: Samuel Cartwright, eminente medico della Louisiana, asser? intorno al 1850 che la ?drapetomania? e la ?dysaethesia aethiopis?, o letargia mentale, erano disturbi ?peculiari dei negri?. Secondo Cartwright ?la drapetomania deriva da ?Drapete?, schiavo fuggitivo, e ?mania?, cio? tendenza patologica, follia. [?] Nella maggior parte dei casi il fattore che induce i negri a fuggire dal loro dovere ? una malattia mentale non dissimile da qualsiasi altro tipo di alienazione. [...] Basta seguire rigorosamente delle cure mediche appropriate per prevenire quasi completamente la fastidiosa consuetudine di fuggire di molti negri?. 
Cosa non di poco conto, la terapia che veniva prescritta per prevenire la drapetomania in uno schiavo era ?frustarlo a sangue per far uscire il diavolo?. 

Per fortuna i tempi cambiano, anche in medicina. Infatti, se ad un esame universitario di una sessantina di anni fa si fosse chiesto di enunciare le principali perversioni sessuali e uno studente si fosse dimenticato l?omosessualit?, sarebbe stato sicuramente bocciato, cos? come ora sarebbe bocciato qualsiasi studente che invece la annoverasse tra le perversioni, e quindi tra i comportamenti patologici da prevenire e da curare, seppur non a frustate.

Ma per alcune malattie che vanno, altre ne arrivano, dato che anche ai nostri giorni esisterebbe, secondo parecchi divulgatori scientifici, una sorta di ?epidemiologia creativa?, che consisterebbe nell?etichettare disturbi e comportamenti come malattie, suffragando il tutto con studi fittizi, dati statistici inventati o molto assestati, testi­monianze autorevoli interessate e la partecipazione connivente delle associazioni di malati, spesso finanziate direttamente dalle industrie farma­ceutiche. Ne sarebbero esempi il disturbo di ansia generalizzato, il disor­dine da shopping compulsivo, il deficit cognitivo lieve, l?iperatti­vit? e deficit d?attenzione dei bambini (la celeberrima ADHD), la sindrome delle gam­be senza riposo, la vescica iperattiva, il disturbo bipolare, la fobia sociale, la disfunzione sessuale femminile, la timidezza e via discorrendo.

Mau­ro Miselli, dirigente del Servizio documentazio­ne e informazione scientifica delle Farmacie comunali di Reggio Emilia, avverte: ?La ri­cerca farmaceutica costa molto e vengono sintetizzati sempre me­no farmaci. Si cerca cos? di cata­logare sempre pi? malattie, pre­parando gi? la cura, di solito po­co o per nulla efficace. Ma atten­zione, questo sta diventando l?unico modo di fare informazio­ne scientifica oggi?. Speriamo si sbagli.

Nel frattempo, in attesa che si scopra il gene o l?ormone della ?cercoguaite?, vogliate sopportarmi cos? come sono, senza sapere, quasi pirandellianamente, se sono sano o malato.

Pubblicato il: 12/10/2008

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