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Il turismo scolastico nei miei ricordi dell?adolescenza



cerco guai

In attesa che, gioved? prossimo, si tenga il primo incontro organizzativo del forum sul turismo lanciato da questa rubrica tre settimane fa (nel frattempo grazie mille a chiunque ha creduto all?idea), mi ? tornato in mente un modo alternativo di fare turismo scolastico.

Quando frequentavo il liceo scientifico, che allora si trovava dove oggi ? ragioneria, la vulcanica mente del preside Barbabella ebbe l?intuizione di fare la gita ?di istituto? per le classi del triennio, ovvero: terze, quante e quinte in viaggio tutte insieme e, audite audite, all?inizio dell?anno scolastico!

Fu una vera rivoluzione: mentre nelle altre scuole gli studenti erano sballottati tra orari provvisori, qualche lectio brevis e diversi libri di testo non ancora arrivati da Fusari, una delle primissime settimane dell?anno scolastico, noi dello scientifico la passavamo tra Trentino e Austria, tra Valle d?Aosta, Francia e Svizzera, o ancora tra Veneto e Germania, usufruendo di pacchetti a tariffe speciali in quella che era (ed ?) bassissima stagione per il turismo studentesco.

Mi ricordo ancora l?effetto semispettrale di una Courmayeur di inizio ottobre, con due soli alberghi aperti, quasi solo per noi, e noi soli in giro per le strade fitte di negozi chiusi e a giocare a rubabandiera in piazza (lasciai su quell?asfalto un bel pezzo del mio ginocchio sinistro), o ancora lo sguardo stupito dei numerosissimi italiani incontrati tra i capannoni dell?Oktoberfest, che non credevano che fossimo in gita scolastica con tanto di preside e di interprete.

Ma la cosa che ricordo con maggior divertimento fu la preparazione dell?ultima delle gite ?normali?: quella del secondo anno, dopo che in primo avevamo passato tre giorni in Veneto per la megamostra sui Fenici a Palazzo Grassi.

Ci si inizi? a pensare verso met? ottobre e il rappresentante di istituto (che ora ? docente universitario in Sudamerica e console onorario di non so quale repubblica africana) ebbe una idea di quelle folgoranti: dieci giorni negli Stati Uniti!

Bast? un primo confronto col corpo docente e con le tariffe aeree per far crollare il sogno.

Irruppe poi la voce che il pap? miliardario di un compagno dell?altra sezione, proprietario di un hotel a Bruxelles, ci avrebbe offerto una settimana di soggiorno extralusso, e noi avremmo dovuto pagare solo il viaggio.

Anche di questa opzione non se ne fece nulla, preferendo sposare la tesi romantica del vicepreside, che aveva bisogno di cinque giorni a Parigi pi? dell?aria che si respira.

Ma nemmeno questa proposta pass?, e intanto, tra consigli di istituto e collegi dei docenti, l?inverno era finito.

Noi studenti, allora, decidemmo che bisognava partire dalla base, e indicemmo, con congruo anticipo, ognuno nella propria classe, una bella assemblea per stabilire la meta della NOSTRA gita di fine anno. Dopo lunghe disquisizioni, dissertazioni, consultazioni e partecipazioni, arrivammo al tanto sospirato verdetto: tre giorni a Sirmione e Desenzano del Garda e chi nu? je sta bb?ne arimane a casa!

Era il trionfo della democrazia, con l?insegnate di latino, a cui avevamo sottratto due ore di lezione per fare l?assemblea, entusiasta di condurci alla scoperta delle grotte di Catullo e le bidelle a complimentarsi con noi per l?ottima scelta.

Due giorni dopo arriv? il vicepreside e ci disse: ?Per la gita il consiglio di istituto ha deciso di farvi scegliere tra una giornata al museo di Villa Giulia a Roma e agli scavi di Ostia antica oppure due escursioni di mezza giornata alle tombe etrusche del nostro territorio?.

Scegliemmo, democraticamente e senza doverci troppo riflettere, per la prima opzione, di sicuro molto meno avvincente di quella decisa da noi, ma altrettanto di sicuro la meno peggio di quelle prospettate.

E a questo punto un riferimento alla attuale situazione orvietana ? d?obbligo: chiss? se in vista delle amministrative, mentre tutti osannano il rinnovamento, tanti si affannano a parlare di primarie e qualcuno spera che qualcun altro lo esorti (magari lo forzi pure un po?) a candidarsi, non arrivi dall?alto un parere vincolate, una scelta della serie ?o magni ?sta minestra o salti ?sta finestra??

Se cos? dovesse succedere, democraticamente, come facemmo noi con la gita a Roma e a Ostia, si sceglierebbe per la minestra, fosse pure riscaldata.

E tutti vivremmo felici e democratici.

Pubblicato il: 05/10/2008

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