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Il maestro unico

Nello Riscaldati

Facendo seguito alle mie precedenti riflessioni sul ?maestro unico?, sento il dovere di precisare qualche passaggio dove, forse, sono stato frainteso.

Io non intendevo tessere un panegirico al bel tempo che fu ed alla scoletta di campagna immersa nel verde, che pur tante opportunit? didattiche offriva attingendole direttamente dal ?vero? della natura in modo da rendere pi? facile allenare la mente all?osservazione diretta, alla riflessione ed all?esercizio progressivo dei ?perch??. Io, pur essendo un maestro unico, avvertivo, e come, di avere molti ?maestri? vicino, e me ne servivo e con profitto.

A pensarci bene un elogio, e neanche tanto piccolo, le scuole di campagna, ma soprattutto i maestri che vi arrivavano tutte le mattine alle otto e con qualsiasi tempo, se lo meriterebbero, anzi se lo meritano.

Non sono poi talmente sprovveduto da non accorgermi che il mondo ? cambiato, perch? ho studiato e insegnato che il mutamento ? il motore stesso dell?esistente, anche se non sempre detto mutamento ? sinonimo di miglioramento, (vedi i capelli bianchi e l?artrosi senile, e fermiamoci qui)

Oggi i bambini vanno a scuola zavorrati di molti chili sulle spalle. Questo ? cambiamento, ma ? cosa buona e giustificata da risultati? Dovendo per forza portarsi dietro tutte  le mattine tutto il corredo scolastico non sarebbe allora meglio dotarli di un carrello della spesa?

Gli insulti alla colonna vertebrale di un bambino in tenera et? che ne  conseguono sono sicuramente un cambiamento, ma non sono certo un miglioramento.

La scuola del ?passato? si proponeva di promuovere tre momenti didattici in successione logica: l?osservare, il riflettere e l?esprimersi, perch? ? nell?apprezzare come i nostri ragazzi si esprimono, anche molti anni dopo l?essere usciti dalla scuola, che abbiamo l?indice misuratore del nostro lavoro di docenti.

Ma sembra invece che qualcosina oggi lasci a desiderare. E non tanto in ordine al contesto culturale, quanto nei linguaggi e nei comportamenti che vengono tollerati in classe e spesso giustificati  come manifestazioni di spontaneit?, comportamenti che poi, per?, portati fuori della scuola riversano sulla medesima un?immagine deprimente e di qualcosa che somiglia poco ad un?istituzione pubblica deputata a svolgere la funzione pi? importante che lo Stato deve al cittadino: e cio? quella educativa.

Un tempo, se uno scolaro diceva in classe una parolaccia o non si comportava bene, la maestra pensava che avesse appreso tutto in famiglia della quale si faceva un?idea appunto attraverso il comportamento dei figli a scuola. Oggi, di fronte alla stessa situazione, la mamma e il babbo pensano che la colpa sia tutta della scuola, dove si sentono dire le parolacce, dove prospera la prepotenza perch? chi vi opera, uno, due o tre che siano, non sanno tenere la disciplina cos? come sapevano fare le maestre di una volta, anche se spesso ci si dimentica di tenere presente che, tra qualche anno, anche l? ?oggi?, diventer? ?una volta?.

Naturalmente non sto parlando delle scuole di Orvieto, ma sono considerazioni di carattere generale.

Saranno casi sporadici, sar? colpa del sistema, della famiglia, del maestro uno o trino, di Padoa-Schioppa, Berlusconi e Bertinotti, sar? colpa di chi vi pare, saranno gli effetti del cambiamento ma qualsiasi cosa fosse non migliora di certo le cose in un settore cos? delicato.

Io credo che in ogni tempo ci siamo imbattuti in maestri e professori unici o plurimi, bravi e somari, gentili e ignoranti ma ? un fatto che oggi ci troviamo noi a reggere il fanalino di coda, e per di pi? senza una lira, pieni di sospetti e di rimpianti, ma soprattutto con le tasche piene zeppe di soluzioni sia a questo che a tutti gli altri problemi che ci tormentano, senza sapere, per?, quale ? quella giusta.

E sono molti anni, sotto molti Governi e sotto molti Ministri che le cose non migliorano. Cerchiamo almeno di tirarci su senza  risolvere il problema addossando tutta la colpa a Tizio e a Caio.

Abbiamo avuto tanti ministri che hanno fatto tanti danni credendo di fare bene. E dunque proviamo anche questa ma senza considerarla a priori un?imbecille qualsiasi, e presa a caso, ed alla quale viene imbeccato tutto quello che dovr? dire e che poi, sorridendo, metter? in mezzo alla strada migliaia di persone. Io credo che nessun maestro venga licenziato perch? nessun Governo ? cos? cretino da prendere provvedimenti di questo genere.

Cerchiamo piuttosto, a mio parere al di l? dei sospetti e delle paure, di aiutare la scuola ad essere migliore, senza entrarci in conflitto, ma dialogando con essa.

E smettiamola anche di pretendere che i nostri figli, a otto o dieci anni, parlino inglese come gli scolari di Oxford o che sembrino informatici usciti dal M.I.T., o che diventino per forza campioni di danza, di scherma, di judo, di nuoto, di calcio, di basket, di pallavolo e qualche volta di due cose insieme. Quando si accorgeranno che non lo sono, perch? verranno accantonati, oltre che rimanere delusi, saranno pi? soli e meno tranquilli. Insomma non stategli continuamente con il fiato sul collo e se vostro figlio non ? il primo della classe non fatene un dramma perch? sarebbe anche comico che tutti lo fossero al fine di rendere appagati i desideri di tutti i genitori. Controllate magari di pi? la dieta ed il loro peso e il contatto eccessivo tra orecchio e cellulare. Sono cose importanti anche queste. Molto importanti.

Loro hanno tutta la vita davanti da scorticare e noi, che in parte gi? l?abbiamo scorticata, sappiamo che non sar? un lavoro facile. Vediamo dunque di aiutarli senza opprimerli e ce ne saranno grati in futuro anche se, pu? darsi che non tutti sappiano trovare le parole adatte per dircelo e compiere gli atti idonei per dimostrarcelo. Per? sono i nostri figli e i nostri nipoti, e questo deve bastarci.

P.S. E per favore non facciamo entrare a scuola la politica. Sporcherebbe tutto.

Pubblicato il: 05/10/2008

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