Don Marzio
Fausto Cerulli
Le fonti di Tiberio non danno pi? acqua,
le donne allegre sono meno allegre e pi? donne
in questa Monterubiaglio di favola dove
un prete santo e straccione ospitava i figli
delle puttane romane; in perpetua battaglia
con il denaro, e lo invocava da Dio,
disteso come un penitente senza peccato
sul sagrato della sua Chiesa, accanto
al Castello; e Dio, un qualche Dio
lo accontentava dandogli pane
e vestiti per i suoi figli accattati
dai borghi, strappati alle piazze
chiassose della Roma di periferia,
nel segno di quel lasciate che i
piccoli vengano a me, che ora sembra
lo slogan di un pedofilo. Ricordo
la strada in salita, la sosta su quella piazza
dove Don Marzio giocava la sua pazza
avventura, ricordo la voce che aveva,
insicura e fremente, sdegnata e
misericordiosa. La sua tonaca
di prete buono, povero e prepotente.
Aveva soltanto la fede dalla sua
parte, e moltiplicava i pesci ed il pane
per quella folla scomposta
di figli non figli. Io sono- diceva-
il somarello- di Dio; non era fatto
per essere fatto santo; era beato
com?era.
Pubblicato il: 24/09/2008