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Orvieto sta morendo, e non so dire chi sia l?assassino

Fausto Cerulli

Non sono pi? intervenuto nelle faccende politiche orvietane, da quando la morte tragica di una persona cara mi ha lasciato quasi inebetito. Ora, lentamente, mi voglio riportare alla realt?, se ? realt? la politica orvietana. Ho letto con poca attenzione le vicende di Mocio e dei soldi che non si sa quali e quanti sono e di chi e perch?. E non ? questione che mi abbia turbato molto. Ho letto delle zone a traffico limitato, dei semafori mancanti, delle lamentele dei commercianti che tanto si lamentano sempre anche quando abbuffano le banche con i loro strasudati guadagni. Ma non ho avuto voglia di commentare. Dopo quella morte, tutte queste faccende mi sembravano aliene, quasi extraterrestri. Ora capisco che non ? giusto: vivo nell?orvietano, sono stato quasi sempre impegnato in politica o parapolitica e non voglio fare finta di niente.

E dunque riparto dal Partito della Libert?, dal suo programma faraonico: e mi accorgo che nulla ? cambiato. Magari ? cambiato il fatto che i fascisti non pi? fascisti stanno con i berlusconiani sempre berlusconiani; e ci manca solo la Lega, anche se penso che nel sottofondo di Orvieto cova qualcosa di leggiadramente razzista. Gli orvietani hanno sempre avuto una buona opinione di se stessi, e questo non ? peccato mortale. Ma quando gli viene la puzza al naso, allora diventano insopportabili: si sentono come se ognuno di loro avesse costruito il Duomo, o avesse affrescato, sotto un nome collettivo, la Cappella che viene attribuita al Signorelli ( mentre non ? stato lui, perch? lui non ? di Pistrella). E allora ti accorgi che snobbano tutto quello che non viene da Orvieto, sia che si tratti degli stupendi ?corti? che proiettano alla libreria Parole Ribelli, sia che facciano qualche concerto meraviglioso al Museo Greco; e sono sempre pronti a frequentare le sagre di paese, facioli con le cotiche, porchetta e vino, e musica tra l?agreste ed il faceto.

Cos?, quando leggo del Popolo della Libert? che rialza la testa, mi viene fatto di pensare che i popolani della libert? si sentano un fenomeno nazionale; e tanto per essere nazionali cominciano a litigare su chi deve comandare: nessuna ambizione, ovviamente, soltanto la volont? di essere capi per via che si ? i migliori. Una sana dialettica, insomma, tra Olimpieri e Giardini; leggo che si stanno disputando il primato prima che sia cominciata la gara: meglio essere previdenti, se si vuole essere presidenti. Antonio Barberani si tiene fuori della mischia; lui, ormai, mira a fare il Formigoni della Tuscia, e la Tuscia attende il suo Barbigoni.

Intanto, a quel che leggo, la sinistra si sente cos? sicura di s? che se ne frega persino di essere sinistra: e mi viene in mente, lo scrivo con tristezza, il quasi deserto delle Feste del popolo di sinistra; feste che hanno cambiato di nome, e nel cambiare di nome hanno cambiato anche di anima; e mi consola soltanto, amaramente, che queste Feste siano andate quasi deserte, eccezion fatta per i punti di ristoro, cotiche e vino, e rosso di porchetta. Ma sento che la sinistra vera esiste ancora, e forse scava come la talpa di marxiana memoria.

Fabrizio Cortoni, che adesso sta nel gruppo misto, seguita a mescolare affari rossi e affari verdi; e gareggia con il perpetuo Conticelli a mettere in mora la Giunta senza decidersi a mandarla al diavolo, come si merita. Non voglio pretendere da Fabrizio Cortoni che si trasformi in un extraparlamentare; vorrei soltanto capire perch? ha scoppiato la coppia Conticelli- Cortoni per fare la stessa politica accoppiata.

Non ho capito bene il peccato commesso da Gialletti, Presidente del Comune; ma mi sembra di capire che l?hanno attaccato per questioni procedurali. Azz?..con tutti i casini che ci sono stiamo a guardare la forma?..

Scendo ogni tanto da Porano, per cambiare aria anche se l?aria ? la stessa. Turisti a frotte, garruli ed avari; come quel giapponese che gira l?Italia per un mese, e quando torna a Tokio gli chiedono se gli ? piaciuta; e lui risponde che non lo sa perch? ancora non ha scaricato le foto digitali sul computer. E il Palazzo dei Congressi che scongressa a tutto spiano, senza che gli orvietani se ne accorgano; e senza che i congressisti si accorgano degli orvietani.

Voglio essere sincero; Orvieto sta morendo, e non so dire chi sia l?assassino. Credo che siamo tutti assassini, e non ci accorgiamo che stiamo ammazzando una delle Citt? pi? belle d?Italia.

Non ci accorgiamo che ci stiamo beatamente suicidando.

Francesco, ti prego, dovunque tu sia adesso, prova a svegliarci con il tuo indimenticabile sax.

Pubblicato il: 06/09/2008

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