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Lettera apertissima a don Giancarlo quasi vescovo

Fausto Cerulli

di Fausto Cerulli

Premetto che tra i tanti preti che impretano questi  luoghi  comunque sotto la dominazione pontificia  tu mi stai pure simpatico, sei l?unico prete con i capelli finti, sei il berlusconi della chiesa cattolica torresanseveriana.

In questi giorni sei al centro dell?attenzione perch? hai rifiutato la confessione a un peccatore fuori orario. Cazzo, ci mancherebbe pure che adesso uno pretenda di dettar legge ai preti, ch? manco Garibaldi. Dice: ma quello aveva 81 anni e magari aveva paura di morire con il groppone dei peccati e magari rischiava di andare all?inferno per un disguido burocratico. E tu giustamente replichi che la confessione ? un dovere non di gi? un diritto, e lui aveva il dovere di esercitare il dovere nei tempi e nei modi previsti, e magari poteva far ricorso al Tar dei sacramenti. Invece questo cattolico in fregola confessoria, pretendeva che tu perdessi tempo a perdere tempo con i suoi peccati. La confessione di un villano qualsiasi, oltre tutto di ottantuno anni che a quell?et? magari manco gli si drizza: e tu avresti dovuto sprecare il tuo tempo prezioso per sentirti raccontare che aveva bevuto o che aveva cercato di violentare a cazzo moscio la moglie che da quarant?anni s?era scordata il cazzo. Oppure ti avrebbe detto che aveva bestemmiato Dio e la Madonna, senza sapere che non ? pi? neppure reato figurati se  ? peccato: e poi dio e la madonna non querelano nessuno.

Magari mi fa un po? sorridere il fatto che tu ti sia  visto rubare un quarto d?ora per discutere con il villano in crisi d?astinenza da confessione. Conosco preti che in un quarto d?ora ti confessano un battaglione di marines, di quelli che portano la democrazia agli irakeni a colpi di bazooka, e che se si sono fatti una canna di troppo ti stuprano quattrocento irakene in quindici minuti e poi si scusano dicendo che volevano

aiutarle nella loro sacrosanta guerra di liberazione sessuale.

Tu giustamente sei andato dai Carabinieri, dopo aver detto la Messa ed aver intimato ai fedeli di scambiarsi un segno di pace. Hai bevuto il vino e mangiato il pane della riconciliazione, e intanto covavi in petto la tua sete di giustizia: e mentre dicevi andate in pace la messa ? finita, gi? stavi scrivendo a  mente la querela.

Hai accusato in querela la tua pecorella smarrita di aver usato nei tuoi confronti la c.d. violenza privata. E pensare che io ? dal 1870 che rivendico il diritto di sottoporre il clero a violenza pubblica.

Dal punto di vista giuridico, il villano di 81 anni non pu? vantare un diritto soggettivo alla confessione: al massimo un interesse legittimo. Da far valere dinanzi al TAR della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ma tu, don Giancarlo

che per me saresti un ottimo vescovo, ti sei rivolto giustamente  al braccio secolare della giustizia laica. Cos? impara, il villano: che aveva sentito dire che peccato confessato ? mezzo perdonato, ed invece impara a sue spese

che peccato non confessato ? tutto querelato.

Sic transit gloria innundi.

 

Pubblicato il: 19/08/2003

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