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Bisogna che ti dica, Francesco

Fausto Cerulli

Bisogna che ti dica, Francesco,

che a Porano ? ritornato

il vento: lo sento sibilante

sulle piante del giardino

comunale, secco come

uno schiaffo sulle porte

sempre chiuse dei vicoli

abbandonati dalla gente,

si sente come fosse un

lamento tra i balconi

e la piazza, impazza

come il suono di un

sassofono crudele

sulle vele dei panni stesi

ad asciugare come

in un villaggio sul mare.

Sai, Francesco, ricordo

che quando eri fanciullo

- s?, sei stato fanciullo e

mi eri caro come un figlio-

mi chiedevi di spiegarti

l?origine del vento; ed io

inventavo che il vento

era il lamento di una donna

abbandonata dal  marito

marinaio, ed era la voce

del marinaio che veniva

a consolarla, passando

sulle onde. Mi credevi,

Francesco, tu mi credevi

sempre, tu credevi sempre

a tutto: volevi farmi capire

che ero magico. Eppure

ti ho lasciato morire

senza muovere la mia

mano fatata.

Pubblicato il: 21/07/2008

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